Lavoratori introvabili: mancano autisti, edili, elettricisti, meccanici, idraulici, tecnici Ict e progettisti di software. Il nostro Paese nel 2023 scopre un’altra emergenza: non si trovano questi profili. (scopri tutti gli annunci e le offerte di lavoro sempre aggiornati. Ricevi su Telegram la rassegna stampa con le ultime novità sui concorsi e sul mondo del lavoro. Prova il nostro tool online per la ricerca di lavoro in ogni parte d’Italia. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
INDICE
- Lavoratori introvabili: settore digitale
- Lavoratori introvabili: gli autisti, merce rara
- Lavoratori introvabili: operai edili
- Lavoratori introvabili: meccanici
- Lavoratori introvabili: in quali regioni
- Lavoratori introvabili: tempi lunghi per le assunzioni
- Lavoratori introvabili: perché accade?
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La situazione è più grave di quanto si possa immaginare. Nel 2022 le piccole e medie imprese hanno affrontato enormi difficoltà per trovare 1.406.440 lavoratori. Una cifra che equivale al 42,7 per cento delle assunzioni messe in preventivo. Non siamo molto distanti dal 50 per cento. Ovvero, quasi un lavoratore su due, per determinate professioni, non si trova.
Va anche peggio nell’artigianato, come conferma un rapporto diffuso dalla Confartigianato. In quel settore siamo al 50,2 per cento dei vuoti in organico. Molte aziende rischiano la chiusura perché non si trovano gli addetti.
Si chiama emergenza.
Su questo argomento può interessarti un articolo che spiega perché ci potrebbero essere 500mila assunzioni entro marzo in aziende, bar e ristoranti; c’è anche un post sui concorsi pubblici previsti a febbraio (posti e scadenze); vediamo anche quali sono i concorsi per diplomati a febbraio; e infine abbiamo verificato la mappa dei concorsi nella pubblica amministrazione del 2023: 170mila posti.
Lavoratori introvabili: settore digitale
Le carenze di organico sono gravi nel settore digitale. I progettisti sono molto pochi rispetto alle richieste. Restano scoperti l’83,9 per cento dei ruoli. Sia per i progettisti, sia per gli amministratori di sistemi.
Ovvero, per tradurre in numeri, le aziende cercano disperatamente in questo campo 3.750 lavoratori.
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Per gli analisti e i progettisti di software scende la percentuale dei vuoti in organico, ma sale il numero dei lavoratori che mancano all’appello. I posti che restano vacanti sono l’80,8 per cento (rispetto alle richieste). In tutto 10.760 lavoratori.
Non c’è neppure un numero adeguato di programmatori: ne servono 13.200, il 66,8 per cento dell’indispensabile.
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Lavoratori introvabili: gli autisti, merce rara
Come numero complessivo, la figura che manca in modo più consistente è l’autista di mezzi pesanti e camion. Nel 2022 mancavano ben 85.490 lavoratori, il 56,7 per cento delle richieste.
Non è una questione di stipendio o condizioni di lavoro: gli autisti di camion proprio non ci sono in Italia. O meglio: sono troppo pochi rispetto alle esigenze delle imprese.
Lavoratori introvabili: operai edili
Subito dopo i camionisti ci sono gli operai edili. Ne servirebbero 80.629, ovvero il 46,2 per cento del totale.
Difficile rintracciare anche gli elettricisti nelle costruzioni civili: i posti scoperti sono 41.460, il 63,4 per cento dei lavoratori da assumere.
Con questi numeri è complicato ipotizzare che l’Italia in dieci anni riesca a rispettare la ristrutturazione green di buona parte del patrimonio immobiliare. Non è solo una questione di costi (che con agevolazioni europee e nazionali potrebbe almeno in parte essere superata), mancano i lavoratori per portare a termine una operazione di questo tipo.
Anzi, i lavoratori mancano pure per la gestione ordinaria.
Non ci sono neppure gli idraulici (questa mancanza è più datata): se ne cercano 22.550, ovvero il 70 per cento delle richieste.
Lavoratori introvabili: meccanici
Sono diventati merce rara anche i meccanici e i riparatori di automobili. Sono sempre di meno a fronte di una richiesta che non è in calo. Ne servono 20.850, ovvero il 69,9 per cento di quelle che servono alle imprese.
Molti meno giovani rispetto al passato hanno appreso questo mestieri, certo. Ma la verità forse più grave è che in questi anni ci sono anche molti meno giovani rispetto ai decenni precedenti.
Lavoratori introvabili: in quali regioni
La carenza di personale è più sentita nelle regioni del Nord, ma già da questi primi mesi del 2023 si fa sentire in modo evidente anche nel Meridione del nostro Paese, ovvero dove gli indici di disoccupazione sono più alti. E questo è decisamente un paradosso.
Questo l’elenco delle regioni che nel 2022 hanno avuto maggiori difficoltà a reperire il personale richiesto dalle aziende:
- Friuli Venezia Giulia; 49,6% dei posti;
- Trentino Alto Adige: 49,5%;
- Umbria con il 48,6%;
- Piemonte e Valle d’Aosta: 47,7%;
- Veneto: 47,5%;
- Emilia Romagna: 45,7%;
- Lombardia: 44,9%.
La carenza di personale si è estesa soprattutto all’inizio del 2023 anche a diverse regioni del Sud. In Calabria e Puglia i posti vacanti sono aumentati a gennaio del 10 per cento.
Sono cresciuti anche i dati di altre regioni settentrionali. Insomma, il trend è in costante aumento.
Lavoratori introvabili: tempi lunghi per le assunzioni
La ricerca delle imprese per trovare il personale necessario si sono allungati a 3,3 mesi. Per gli operai specializzati bisogna aspettare quasi cinque mesi.
Ma non è tutto, se le aziende hanno bisogno di lavoratori particolarmente qualificati aspettano in media un anno per trovare il personale adeguato.

Lavoratori introvabili: perché accade?
Una delle ragioni l’abbiamo accennata: le inevitabili conseguenze connesse al calo demografico. Ci sono molti meno giovani di prima. Ma ovviamente non è tutto. Il nostro Paese sconta anche la distanza sempre più evidente tra la scuola e il mondo del lavoro.
Per alcune professioni (camionista, operaio edile, elettricista, idraulico e così via) si paga anche la rivoluzione digitale che ha imposto aspettative diverse tra i ragazzi.
Senza contare che in Italia sono assenti da tempo delle politiche attive sul lavoro.
Insomma, una specie di tempesta perfetta. Potrebbe frenare e di molto la ripresa della nostra economia.
Una delle soluzioni possibili è quella di adeguare i contratti nazionali per determinate categorie di lavoratori: se sono diventati merce rara è inevitabile aumentare le retribuzioni (come sta accadendo in altri Stati europei). Del resto è una legge di mercato quando la domanda è superiore all’offerta.
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