Lavoro occasionale per un dipendente pubblico, oggi vi spieghiamo se i dipendenti pubblici possono svolgere lavori occasionali, quando è possibile secondo la legge e quando invece no (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice- Lavoro occasionale per un dipendente pubblico: è possibile?
- Lavoro occasionale per un dipendente pubblico: cosa dice la normativa?
- Lavoro occasionale per un dipendente pubblico: normativa nel caso di dipendenti privati
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Lavoro occasionale per un dipendente pubblico: è possibile?
Tutti coloro che lavorano nella Pubblica Amministrazione e nelle Forze dell’Ordine sono dipendenti pubblici.
Secondo la normativa italiana è possibile per un dipendente pubblico intraprendere anche un’altra attività lavorativa, come una prestazione occasionale?
La nostra Costituzione stabilisce il principio di esclusività del rapporto di lavoro pubblico, per rispettare i principi di imparzialità e del buon andamento dell’attività amministrativa.
Questo è stato deciso per impedire i conflitti d’interesse tra la funzione pubblica e altri tipi di lavoro.
Lavoro occasionale per un dipendente pubblico: è possibile? No, non è possibile. La legislazione italiana vieta che i dipendenti pubblici possano svolgere altri lavori (anche occasionali) al di fuori delle proprie mansioni nella Pubblica Amministrazione.
La prestazione occasionale è l’attività svolta in via non continuativa e in favore di un soggetto committente, con ritenuta d’acconto e senza bisogno di Partita Iva.
I dipendenti pubblici non possono svolgere nemmeno questo tipo di lavori sporadici.
Solo se un dipendente pubblico lavora part-time potrebbe svolgere altri lavori occasionali che non contrastino con la sua attività amministrativa.
Ma se vuoi essere certo di non andare contro la legge, ti consigliamo di rivolgerti ad un consulente del lavoro.
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Lavoro occasionale per un dipendente pubblico: cosa dice la normativa?
Cosa dice la normativa italiana sul lavoro occasionale?
Il lavoro occasionale nel caso di dipendenti pubblici, come abbiamo visto nel primo paragrafo, è vietato.
Ma c’è stata una sentenza del Tribunale di Firenze nel 2001 che costituisce un precedente. Secondo il giudice, infatti:
“sono liberamente esercitabili, senza previa autorizzazione, le attività espressione delle basilari libertà costituzionali, in particolare, del diritto alla libera manifestazione del pensiero (e del diritto di critica), come quella di opinionista sportivo per conto di un’emittente radiofonica“.
L’attività occasionale di opinionista sportivo, quindi, nel caso specifico, è stata permessa dal giudice e la sanzione è stata cancellata.
Così ha deciso il Tribunale di Firenze con la sentenza 21 settembre 2021, n. 616.
Secondo il giudice la fattispecie rientra tra i casi di esclusione di cui alla lett. a dell’art. 53, comma 6, D.lgs. n. 165/2001 (“Sono esclusi i compensi e le prestazioni derivanti: dalla collaborazione a giornali, riviste, enciclopedie e simili”).
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Lavoro occasionale per un dipendente pubblico: normativa nel caso di dipendenti privati
Un lavoratore privato può stipulare un secondo contratto:
- di collaborazione, che non prevede nessun limite di orario;
- di prestazione occasionale, purché non nell’ambito della stessa azienda.
- come autonomo, sia a livello professionale che occasionale.
Il lavoro a tempo determinato full time prevede un massimo di 48 ore settimanali che non può essere superato se non nel caso di esporre il datore di lavoro a sanzioni.
È possibile andare oltre il tetto di 48 ore settimanale e portarsi fino a 52, ma la settimana dopo è necessario compensare con minori ore. Si tratta dei famosi riposi compensativi.
Insieme ai limiti orari settimanali vi son anche i riposi minimi e quelli compensativi che sono pari ad 11 ore consecutive ogni 24 ore mentre nel finesettimana vi dovranno essere almeno 24 ore consecutive ogni 7 giorni. Per questa motivazione se qualcuno va a lavorare di sabato in teoria il lunedì dovrebbe restare a casa.
Nell’arco della settimana il riposo minimo settimanale è di 35 ore anche se questo limite difficilmente non si raggiunge.
La limitazione di orario non crea problemi nel caso di contratti co.co.co. o a collaborazione coordinata e continuativa che non ha vincoli di orario e proprio per questo è detto parasubordinato.
È possibile prestare contemporaneamente attività di lavoro dipendente e prestazioni occasionali.
Il lavoratore autonomo titolare di una partita Iva, invece, non ha alcun vincolo di orario per cui volendo potrebbe aprire anche più codici attività ATECO e prestare contemporaneamente lavoro dipendente o essere socio di una società, indipendentemente dalla natura della società.
Un secondo lavoro in regola può essere svolto senza necessariamente aprire la Partita IVA, tramite lo strumento della ritenuta d’acconto. In questi casi il compenso derivante da una prestazione di tipo occasionale deve essere sottoposto a ritenuta d’acconto del 20%.
Affinché ciò sia possibile, è necessario rispettare un requisito fondamentale: il lavoro oggetto della prestazione deve essere di tipo occasionale, e senza alcun vincolo di subordinazione, che si tratti di servizi per la casa o di qualsiasi altro settore. Le normative pongono, inoltre, dei limiti ben definiti per questo tipo di attività, tra cui:
- il tetto massimo di 5.000 euro annui, che scendono a 2.500 per un singolo committente;
- la durata massima delle prestazioni occasionali che non deve superare i 30 giorni all’anno.
Abbiamo visto come funziona il lavoro occasionale per un dipendente pubblico.
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