Le badanti non ci sono: ne servono almeno 23mila

Le badanti non ci sono: ne servono almeno 23mila subito e 68mila entro il 2025. La proposta delle associazioni al governo: riattivare i flussi e programmare l’ingresso di lavoratrici extracomunitarie. La situazione è già difficile, se non si corre subito ai ripari rischia di diventare drammatica per l’invecchiamento della popolazione. Defiscalizzare il lavoro domestico.

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6' di lettura

Le badanti non ci sono: ne servono almeno 23mila subito e 68mila entro il 2025. (scopri le ultime notizie su mutui e prestiti. Leggi su Telegram tutte le news sulla finanza personale. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

INDICE

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In Italia l’assistenza agli anziani viene assicurata prevalentemente da lavoratrici straniere, quasi sempre extracomunitarie. Ne mancano all’appello tante. Un problema che si aggiunge agli altri. In particolare a quello dei costi: gli stipendi medi delle collaboratrici domestiche sono lievitati del 9 per cento a gennaio.

Un aumento più consistente rispetto a quello delle pensioni e che ha costretto tante famiglie a rinunciare alla badante.

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La carenza di personale, che soprattutto in alcune zone del Paese sta diventando preoccupante, è stata evidenziata da una ricerca del Centro studi Idos per conto dell’Assindatcolf, l’associazione che raggruppa i datori di lavoro domestico.

Su questo argomento puoi leggere come funziona la Naspi per badanti e colf; vediamo anche quali sono i contributi per badanti e colf nel 2023; e infine c’è un post che spiega quali sono oggi le deduzioni e le detrazioni previste per chi assume una badante.

Le badanti non ci sono: la ricerca

Lo studio è stato denominato «Il fabbisogno aggiuntivo di manodopera straniera nel comparto domestico. Stima e prospettive».

I numeri parlano chiaro:

  • nel 2022, un milione e 328 mila persone hanno avuto l’esigenza di assumere personale straniero per l’assistenza familiare:
    • 651 mila badanti;
    • 677 mila colf e baby sitter.

Ma la situazione è destinata a modificarsi in modo consistente nei prossimi anni, soprattutto a causa del costante invecchiamento della popolazione:

  • nel 2025 avranno bisogno di assistenza domestica un milione e 402 mila persone:
    • 687 mila badanti;
    • 715 mila tra colf e baby sitter.

In pratica il fabbisogno di manodopera straniera oscillerà tra 74 mila e 89 mila unità (considerando anche i lavoratori domestici che raggiungono l’età pensionabile).

Serviranno quindi almeno 25/30 mila lavoratori stranieri ogni anno.

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Le badanti non ci sono: flussi chiusi

Da ormai 12 anni i flussi regolari sono stati chiusi. Una decisione che ha causato disagi notevoli in molti settori della nostra economia (la carenza di personale è una caratteristica comune a tantissime attività).

Per quanto riguarda il settore domestico, i governi che si sono succeduti non hanno disposto nessuna programmazione. Cosa grave per un settore così delicato (riguarda milioni di famiglie) e che ha un impatto notevole anche in vista della prossima riforma che riguarda l’assistenza delle persone anziane non autosufficienti.

Si è andati avanti in questi anni con delle sanatorie, come quella del 2020, quando al ministero dell’Interno sono state inviate 180 mila domande, molte delle quali non sono state ancora valutate (creando problemi ai cittadini ucraini che allo scoppio della guerra hanno certo di ricongiungersi con i familiari in Italia).

Ma le sanatorie, come si sarà capito, sono solo delle pezze a colori per arginare una situazione difficile. Le soluzioni vere richiedono interventi strutturali.

Servono altre soluzioni. Non solo per l’oggi, ma soprattutto per i prossimi anni, quando la richiesta di personale domestico è destinata a crescere.

Le badanti non ci sono:  defiscalizzazione

E quindi ci troviamo di fronte a due questioni che rischiano di compromettere l’assistenza domiciliare per tanti anziani:

  • la carenza di badanti, colf e baby sitter;
  • il costo degli stipendi delle collaboratrici, saliti così tanto da rendere per tante famiglie la spesa insostenibile.

Sulla seconda questione (il costo) il governo ha dichiarato che sta lavorando per ottenere una cospicua riduzione delle tasse (con la possibilità di aumentare le detrazioni su stipendi e contributi versati alle badanti).

L’obiettivo è quello di ridurre il ricorso al lavoro nero e in questo modo aumentare le entrate fiscali che sarebbero poi riversate per alimentare buone pratiche nello stesso settorre.

Per il momento siamo ancora alle buone intenzioni, bisognerà verificare a quanto ammonta la defiscalizzazione: uno sconto importante potrebbe convincere in tanti a regolarizzare l’assunzione della badante, in caso contrario la situazione difficilmente sarà modificata.

Resta il problema della mancanza di personale.

Le badanti non ci sono: ne servono almeno 23mila
Le badanti non ci sono: ne servono almeno 23mila

Le badanti non ci sono: la proposta

Proprio per risolvere la carenza di personale per l’assistenza domestica, l’Assindatcolf ha proposto al governo di intervenire al più presto con una programmazione triennale dei flussi.

Una programmazione – sostiene l’associazione – che dovrebbe considerare il costante invecchiamento della popolazione. Un argomento che non può essere eluso o rischia di travolgerci tra qualche anno.

La situazione si è aggravata a causa dei limitati nuovi ingressi di questi ultimi 12 anni (sono oscillati tra qualche centinaio a poco più di mille). Invece il decreto flussi aveva pianificato l’ingresso di 30 mila ingressi.

La differenza è stata abissale e ora il Paese si trova a contrastare una allarmante carenza di personale domestico.

Si è pensato solo alla regolarizzazione e non alla programmazione. Non si è badato alle politiche attive per l’inserimento lavorativo (è accaduto a lungo anche per il settore agricolo).

Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Un aspetto in particolare: si è fatto crescere in modo incontrollato il lavoro nero. Con conseguenze negative per tutti:

  • per le badanti e le altre collaboratrici domestiche;
  • per le famiglie, esposte a rischi di ogni tipo (penali e civili);
  • per lo Stato, che ha così rinunciato a un bel po’ di entrate.

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