Se sono un lavoratore con disabilità ho diritto ai permessi retribuiti? A chi spettano i tre giorni con la Legge 104? (scopri le ultime notizie su Invalidità e Legge 104, categorie protette, diritto del lavoro, sussidi, offerte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
A chi spettano i tre giorni con la Legge 104?
Vediamo subito a chi spettano i tre giorni con la Legge 104.
Ti spettano i tre giorni di permessi retribuiti se sei lavoratore dipendente pubblico o privato, assicurati presso l’INPS, e hai ottenuto l’accertamento di disabilità grave ai sensi dell’articolo 3, comma 3 della Legge 5 febbraio 1992, n. 104.
I permessi retribuiti sono rivolti sia alle persone affette da disabilità, fisiche o psichiche, che abbiano difficoltà nel normale svolgimento e nell’integrazione lavorativa, sia ai “caregivers”, ossia i parenti e familiari che vi prestano assistenza.
Si tratta, più precisamente, di:
- lavoratori affetti da disabilità grave, secondo i criteri stabiliti dall’articolo 3, comma 3 della Legge 5 febbraio 1992, n. 104;
- genitori di figli affetti da disabilità grave e familiari fino al 2° grado di parentela, ossia coniugi, parte dell’unione civile, convivente di fatto, parenti o affini;
- parenti e affini di 3° grado. La fruizione dei permessi da parte di questi lavoratori è possibile soltanto qualora i genitori, il coniuge, la parte dell’unione civile o il convivente di fatto della persona con disabilità grave abbiano compiuto i 65 anni di età oppure siano anche essi affetti da patologie invalidanti, siano deceduti o mancanti.
Inoltre, dal 13 agosto 2022, con l’entrata in vigore del Decreto conciliazione vita lavoro, è stata eliminata la precedente figura del “referente unico dell’assistenza”.
Ora il permesso per l’assistenza allo stesso individuo con disabilità in situazione di gravità può essere riconosciuto, su richiesta, a più soggetti tra gli aventi diritto, che possono fruirne in via alternativa tra loro. In precedenza, questa possibilità era negata, escluso il caso dei genitori, che approfondiremo tra poco.
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A chi non spettano
I permessi Legge 104 non spettano:
- lavoratori a domicilio;
- addetti ai lavori domestici e familiari;
- lavoratori agricoli a tempo determinato occupati a giornata, né per se stessi né in qualità di genitori o familiari;
- autonomi;
- lavoratori parasubordinati.
Scopri cosa si intende per permessi 104 con esclusività e cosa significa continuità, oltre che per cumulabilità in caso di assistenza a più persone.
Cosa sono
Si tratta di permessi retribuiti, ovvero pagati direttamente dall’INPS o anticipati dal datore di lavoro, rapportati all’orario giornaliero di lavoro.
Consistono in due ore al giorno se l’orario lavorativo è pari o superiore a sei ore, un’ora in caso di orario lavorativo inferiore a sei ore.
In alternativa è possibile aver diritto a tre giorni di permesso mensile, anche frazionabili in ore.
Permessi fruiti a ore
In linea generale, se i tre giorni di permesso della legge 104 vengono utilizzati ad ore bisogna rispettare un limite di orario mensile. Questo limite è uguale all’orario normale di lavoro diviso il numero dei giorni lavorativi settimanali per tre.
Per il calcolo, quindi, bisogna utilizzare la seguente formula:
orario normale di lavoro settimanale/numero dei giorni lavorativi settimanali x 3 = ore mensili fruibili
Ad esempio: un lavoratore con orario settimanale pari a 40 ore su 5 giorni potrà beneficiare di 24 ore di permessi (40/5 per 3=24).
Posso fruire dei permessi 104 anche in malattia? Rispondiamo alla domanda dei nostri lettori e ne approfittiamo per chiarire quando è possibile fruire dei permessi e quando invece non lo è.
Permessi nel lavoro part time verticale o misto
Chi lavora con contratto part time ha gli stessi diritti di un lavoratore a tempo pieno, anche per quanto riguarda i permessi 104. Nel caso di part time verticale o misto con attività lavorativa soltanto in alcuni giorni del mese, i 3 giorni di assenza retribuita dal lavoro riconosciuti dalla legge dovranno essere riproporzionati.
I chiarimenti per i lavoratori in part-time in merito ai permessi di tre giorni della 104 sono stati forniti dall’INPS con il messaggio pubblicato il 7 agosto 2018.
Il calcolo per stabilire a quanti giorni di permesso si ha diritto dovrà essere effettuato utilizzando la formula riportata nel messaggio pubblicato dall’INPS:
orario medio settimanale teoricamente eseguibile dal lavoratore part-time / orario medio settimanale teoricamente eseguibile a tempo pieno * 3 (giorni di permesso teorici)
Il risultato numerico andrà quindi arrotondato all’unità inferiore o a quella superiore a seconda che la frazione sia fino allo 0,50 o superiore.
Facciamo due esempi:
Esempio 1: lavoratore in part-time con orario medio settimanale pari a 18 ore presso un’azienda che applica un orario di lavoro medio settimanale a tempo pieno pari a 38 ore.
Applicando la formula dell’INPS, il calcolo sarà il seguente:
- (18/38) X 3= 1,42 che arrotondato all’unità inferiore, in quanto frazione inferiore allo 0,50, dà diritto a 1 giorno di permesso mensile.
Esempio 2: lavoratore in part-time con orario medio settimanale pari a 22 ore presso un’azienda che applica un orario di lavoro medio settimanale a tempo pieno pari a 40 ore.
Applicando la formula dell’INPS il calcolo sarà il seguente:
- (22/40) X 3=1,65 che arrotondato all’unità superiore, in quanto frazione superiore allo 0,50, dà diritto a 2 giorni di permesso mensili.
I tre giorni di permesso non andranno riproporzionati, invece, in caso di part-time orizzontale.
Ribadiamo che il riproporzionamento dei giorni di permesso 104 riconosciuti andrà effettuato solo in caso di part-time verticale e part-time misto con attività lavorativa limitata ad alcuni giorni del mese.
Il riproporzionamento dei tre giorni, infatti, non andrà effettuato per i mesi in cui, nell’ambito del rapporto di lavoro part time, è previsto lo svolgimento di attività lavorativa a tempo pieno.
Vediamo come richiedere e utilizzare la Legge 104 a scuola: cosa prevedono i permessi, qual è la procedura per fare domanda e quale documentazione presentare.
Permessi per i genitori di figli disabili
Se a chiedere i permessi Legge 104 sono i genitori, anche adottivi o affidatari, di figli disabili in situazione di gravità minori di 3 anni, possono beneficiare in alternativa di:
- tre giorni di permesso mensile, anche frazionabili in ore;
- permessi orari retribuiti rapportati all’orario giornaliero di lavoro, che consistono in due ore al giorno se l’orario lavorativo è pari o superiore a sei ore, un’ora in caso di orario lavorativo inferiore a sei ore.
I genitori biologici di figli disabili in situazione di gravità di età compresa tra i 3 e i 12 anni di vita e i genitori adottivi o affidatari di figli disabili in situazione di gravità che abbiano compiuto i 3 anni di età ed entro 12 anni dall’ingresso in famiglia del minore, possono beneficiare in alternativa di:
- tre giorni di permesso mensile, anche frazionabili in ore;
- prolungamento del congedo parentale.
I genitori biologici o adottivi o affidatari di figli disabili in situazione di gravità oltre i 12 anni di età (oltre i 12 anni dall’ingresso in famiglia) possono beneficiare di tre giorni di permesso mensile, anche frazionabili in ore.
Entro i 12 anni, infatti, i lavoratori possono fruire di un’altra tipologia di permesso, ossia il congedo parentale. La norma specifica anche che:
- il prolungamento del congedo parentale può essere usufruito dal termine del periodo di normale congedo parentale teoricamente fruibile dal genitore richiedente, indipendentemente dal fatto che quest’ultimo sia stato in precedenza utilizzato o esaurito;
- i giorni fruiti a titolo di congedo parentale ordinario e di prolungamento del congedo parentale non possono superare in totale i 3 anni, da godere entro il compimento del 12° anno di vita del bambino;
- i genitori adottivi e affidatari possono fruire del prolungamento del congedo parentale per un periodo fino a 3 anni, comprensivo del periodo di congedo parentale ordinario, nei primi 12 anni decorrenti dalla data di ingresso in famiglia del minore riconosciuto disabile in situazione di gravità. Ciò indipendentemente dall’età del bambino all’atto dell’adozione o affidamento e comunque non oltre il compimento della maggiore età dello stesso.
Legge 104 con genitori separati o divorziati, come funziona, ovvero: a chi spettano i permessi e il congedo retribuito? La differenza tra separazione e divorzio. Quando finiscono gli effetti della Legge 104. Come funziona con l’affido condiviso.

Permessi per il coniuge o altri familiari aventi diritto
Il coniuge, la parte dell’unione civile, il convivente di fatto (come da articolo 1, commi 36 e 37, della Legge 76 del 2016), i parenti e gli affini della persona disabile in situazione di gravità, possono beneficiare di tre giorni di permesso mensile, anche frazionabili in ore.
Come anticipato, il diritto può essere riconosciuto, su richiesta, a più soggetti tra quelli aventi diritto, che possono fruirne in via alternativa tra loro, sempre nel limite dei 3 giorni al mese, come disposto dal Decreto Conciliazione vita lavoro.
Ecco quali sono i diritti dei lavoratori invalidi e cosa rischiano i datori di lavoro se non assolvono ai propri obblighi e non rispettano i diritti dei lavoratori disabili.
Quando non spettano
Ci sono però dei casi in cui, nonostante l’invalidità accertata, la possibilità si assentarsi dal lavoro grazie a questi permessi è preclusa.
I permessi Legge 104, infatti, non spettano se il disabile è ricoverato a tempo pieno in una struttura ospedaliera o simile che presta assistenza sanitaria continuativa. Vi sono però delle eccezioni e i familiari possono comunque richiedere i tre giorni di permesso nelle seguenti situazioni:
- ricovero a tempo pieno di un disabile in situazione di gravità in stato vegetativo persistente o con prognosi infausta a breve termine;
- interruzione del ricovero a tempo pieno per necessità del disabile in situazione di gravità di recarsi al di fuori della struttura che lo ospita per effettuare visite e terapie appositamente certificate;
- ricovero a tempo pieno di un soggetto disabile in situazione di gravità per il quale risulti documentato dai sanitari della struttura il bisogno di assistenza da parte di un genitore o di un familiare.
Permesso 104 rifiutato? Sanzioni al datore di lavoro: sono previste anche in caso di atteggiamento discriminatorio. La nota è stata diffusa dall’Ispettorato del Lavoro, un documento importante per far rispettare i diritti dei dipendenti fragili e di quando si occupano dell’assistenza di un familiare con disabilità su permessi, congedi, smart working e part time.
Come richiederli
Abbiamo visto quindi a chi spettano i tre giorni con la Legge 104. Per usufruire dei permessi Legge 104, il lavoratore interessato e in possesso dei requisiti deve presentare domanda prima all’INPS e poi al datore di lavoro. In realtà, quella al datore di lavoro non è una vera e propria “domanda”, ma piuttosto, è necessario inoltrare la copia della richiesta fatta all’INPS all’azienda o Ente presso cui si è impiegati.
Ti mostriamo come compilare il modulo per i permessi con la Legge 104 da presentare all’INPS e come comunicare la richiesta dei permessi anche al datore di lavoro.
Di seguito trovi un tutorial su come richiedere i permessi 104:
Come fare domanda all’INPS
La presentazione delle domande dei permessi retribuiti deve essere effettuata online all’INPS. attraverso il servizio dedicato. Il vecchio modulo “SR08_Hand 2” che veniva usato per richiedere il permesso è stato sostituito dalla procedura automatica e digitalizzata che si fa entrando con SPID, CIE o CNS nel sito dell’Istituto. In alternativa, si può fare domanda tramite:
- Contact center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 da rete mobile;
- enti di patronato e intermediari dell’Istituto, attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi.
FAQ (domande e risposte)
Posso ottenere i permessi 104 se lavoro come badante?
Sì, anche come badante hai il diritto di richiedere i permessi 104 per assistere il tuo datore di lavoro o il tuo cliente che presenta una grave invalidità. La Legge 104 riconosce la necessità di prendersi cura delle persone con disabilità, anche se non si è parenti, ma solo se mancano o sono impossibilitati tutti gli aventi diritto in ordine di priorità.
Cosa posso fare durante l’utilizzo dei permessi 104?
Quando usufruisci dei permessi 104, hai il diritto di dedicarti all’assistenza della persona con disabilità. Puoi svolgere tutte le attività necessarie per garantire il suo benessere e supporto, come ad esempio le cure mediche, l’accompagnamento, e l’assistenza nelle attività quotidiane. Tuttavia, puoi anche provvedere ai tuoi bisogni, ma mai prima di aver provveduto a prestare assistenza alla persona disabile. Ecco cosa puoi fare durante i permessi e cosa invece non si può fare mentre si usano i permessi Legge 104.
Il datore di lavoro può controllarmi durante l’utilizzo dei permessi 104?
Sì, il datore ha il diritto di controllarti mentre stai utilizzando un permesso retribuito e può anche ingaggiare un investigatore privato. Se ti scopre mentre ne abusi, può anche licenziarti.
Posso essere licenziato se abuso dei permessi 104?
L’abuso dei permessi 104 può comportare delle conseguenze, anche il licenziamento. È fondamentale utilizzare i permessi 104 in modo corretto e responsabile.
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