Legge 104 e ricoveri ospedalieri: vediamo come funziona con permessi legge 104 se il familiare con disabilità grave è ospite in una struttura sanitaria pubblica o privata accreditata. (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice
- Legge 104 e ricoveri ospedalieri: la normativa
- Legge 104 e ricoveri ospedalieri: la modifica
- Legge 104 e ricoveri ospedalieri: le eccezioni
- Legge 104 e ricoveri ospedalieri: la Cassazione
- Legge 104 e ricoveri ospedalieri: prestazioni sanitarie
- Legge 104 e ricoveri ospedalieri: conclusione
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Ricoveri ovviamente a tempo pieno. Sul punto sia la Legge 104, sia numerosi contratti di lavoro (anche pubblici), hanno disposizioni molto restrittive: in questi casi, infatti, l’orientamento è quello di non concedere i permessi retribuiti al lavoratore caregiver.
Alcuni contratti fanno una piccola eccezione, ma solo se la persona da assistere è un minore. Ci sono però anche altre eccezioni che potrebbero comunque garantire la fruizione dei permessi retribuiti se il familiare con disabilità è ricoverato a tempo pieno in una struttura sanitaria.
Vediamo insieme.
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Legge 104 e ricoveri ospedalieri: la normativa
Partiamo dalla base, ovvero dall’articolo 33 comma 3 della legge 104, che è proprio quello che regola i permessi retribuiti.
Così scrivono i legislatori:
«A condizione che la persona handicappata non sia ricoverata a tempo pieno, il lavoratore dipendente, pubblico o privato, che assiste persona con handicap in situazione di gravita‘, coniuge, parente o affine entro il secondo grado, ovvero entro il terzo grado qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravita’ abbiano compiuto i sessantacinque anni di eta’ oppure siano anche essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti, ha diritto a fruire di tre giorni di permesso mensile retribuito coperto da contribuzione figurativa, anche in maniera continuativa».
In questa prima stesura della Legge 104 non è previsto nessuno spiraglio, nessuna apertura possibile per il lavoratore dipendente di continuare a usufruire dei permessi retribuiti Legge 104 quando il familiare da assistere è ricoverato in una struttura sanitaria.
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Legge 104 e ricoveri ospedalieri: la modifica
Qualche anno dopo, con il decreto legislativo numero 151 del 26 marzo 2001, quella disposizione diventa un po’ più elastica.
E infatti si legge:
«Per ogni minore con handicap in situazione di gravità accertata ai sensi dell’articolo 4, comma 1, della legge 5 febbraio 1992, numero 104, la lavoratrice madre o, in alternativa, il lavoratore padre, hanno diritto, entro il compimento del dodicesimo anno di vita del bambino, al prolungamento del congedo parentale, fruibile in misura continuativa o frazionata, per un periodo massimo, comprensivo dei periodi di cui all’articolo 32, non superiore a tre anni, a condizione che il bambino non sia ricoverato a tempo pieno presso istituti specializzati, salvo che, in tal caso, sia richiesta dai sanitari la presenza del genitore».
L’apertura è proprio nell’ultima frase (salvo che sia richiesta dai sanitari la presenza del genitore). Bisogna anche ricordare però che quell’assistenza richiesta dai medici della struttura ospedaliera deve essere documentata.
Ribadiamo che per il ricovero a tempo pieno si intende quello che assicura al paziente una assistenza sanitaria continua 24 ore su 24.
Legge 104 e ricoveri ospedalieri: le eccezioni
Le ipotesi che fanno eccezione sono queste:
- se il ricovero a tempo pieno viene interrotto per necessità della persona con disabilità grave che deve recarsi fuori della struttura che lo ospita per sottoporsi avisite e terapie che devono essere adeguatamente certificate;
- se il ricovero a tempo pieno riguarda ina persona con disabilità grave in stato vegetativo persistente e/o con prognosi infausta a breve termine;
- se durante il ricovero a tempo pieno di una persona con disabilità grave si documenta che i sanitari della struttura richiedono il bisogno di assistenza da parte di un genitore o di un familiare (questa eccezione, come abbiamo visto era in precedenza prevista per i soli minori (circolare Inps numero 155 del 2010 al punto 3).
Legge 104 e ricoveri ospedalieri: la Cassazione
Sulla scorta di queste rimodulazioni delle Legge 104, rispetto alla fruizione dei permessi durante un ricovero ospedaliero del familiare con disabilità a cui prestare assistenza, ci sono state poi delle sentenze della Cassazione (come la numero 21416 del 14 agosto 2019) che hanno contribuito a definire il quadro.
Ovvero: l’intervento dei familiari nell’assistenza di una persona con disabilità grave non è indispensabile se la struttura sanitaria che lo ospita può farsi carico integralmente, sul piano terapeutico e assistenziale, delle esigenze del paziente.
Quando questo si verifica, il lavoratore dipendente non ha diritto ai 3 giorni di permesso retribuito.
Legge 104 e ricoveri ospedalieri: prestazioni sanitarie
Se al contrario, una struttura ospedaliera (così come una clinica o una casa di cura), non è in grado di assicurare le adeguate prestazioni sanitarie (che possono essere invece garantite solo all’esterno della stessa struttura), ebbene in quel caso viene meno il concetto di ricovero a tempo pieno.
E quindi anche la garanzia dell’assistenza globale e continuativa, per cui il lavoratore dipendente che assiste il familiare con disabilità grave può utilizzare i permessi retribuiti, anche se il parente è ricoverato in una struttura sanitaria.
C’è da dire che questa situazione è più probabile quando il ricovero è in una struttura residenziale di tipo sociale o in una casa di riposo, almeno laddove non è presente una coste copertura dell’assistenza sanitaria.
Bisogna anche precisare che il riferimento alla parola ricovero, nella sentenza della Cassazione, è riferito solo a quello che si verifica in una struttura sanitaria.

Legge 104 e ricoveri ospedalieri: conclusione
Il quadro è dunque molto articolato. In questi casi è sempre necessario per il fruitore dei permessi Legge 104 muoversi con estrema cautela per evitare di commettere errori e incorrere in sanzioni che possono anche avere delle conseguenze gravi.
E dunque, nei casi “al limite”, dove si ritiene che il ricovero del familiare con disabilità grave in una struttura ospedaliera non presupponga una assistenza globale e continua, è preferibile farsi attestare dai medici l’esigenza della presenza accanto al paziente del caregiver familiare e in questo modo poter continuare a beneficiare dei permessi legge 104.
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