In questo approfondimento parliamo di Legge 104 per professionisti e permessi (scopri le ultime notizie su Invalidità e Legge 104, categorie protette, diritto del lavoro, sussidi, offerte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Legge 104 per professionisti e permessi: è possibile
Al momento, la Legge 104 per professionisti e permessi non è possibile, perché i lavoratori autonomi sono esclusi dal beneficio, insieme ai collaboratori parasubordinati, lavoratori a domicilio, addetti ai lavori domestici e familiari e ai lavoratori agricoli a tempo determinato occupati a giornata.
A giugno del 2023, però, un’innovativa sentenza del Tribunale di Torino, ha esteso il diritto ai benefici per i disabili ai lavoratori parasubordinati, considerandolo retroattivo rispetto ai contratti. Vediamo nel dettaglio la sentenza.
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Legge 104 per professionisti e permessi: la sentenza che ne permette l’estensione
I giudici del lavoro, in una sentenza del 24 giugno 2023 emessa dal Tribunale di Torino (sentenza n. 637), hanno stabilito che i permessi previsti dalla Legge 104 devono essere estesi non solo ai dipendenti, ma anche ai professionisti, ai lavoratori parasubordinati e autonomi. Questa decisione si basa sulla normativa comunitaria e giurisprudenza vigente.
La sentenza sottolinea che il divieto di discriminazione, sia diretta che indiretta, si applica a qualsiasi forma di lavoro, indipendentemente dalla sua natura giuridica.
Ricordiamo che la Legge 104 del 1992 prevede permessi retribuiti, che possono essere utilizzati fino a un massimo di 3 giorni al mese e anche a ore.
Vediamo come si usano i permessi con la Legge 104 a ore, a giorni, insieme ad altri familiari e per assistere più familiari disabili.
Il caso
Tutto inizia quando un lavoratore di Torino, nel 2010, ha chiesto dei permessi 104 all’ASL, ma gli sono stati negati.
Il caso specifico riguardava uno psicologo che lavorava per il Sistema Sanitario Nazionale a tempo indeterminato.
Questo psicologo lavorava 22 ore a settimana presso l’ASL ed era una persona con disabilità grave dal 2009.
Solo nel 2020, gli erano stati concessi in misura limitata, per un totale di 13,12 ore al mese, e poi solo un giorno al mese a partire dal settembre 2021.
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Motivi per cui l’ASL aveva rifiutato i permessi
Quindi: l’ASL ha respinto la richiesta dei permessi Legge 104 per uno psicologo, sostenendo che tale legge non si applica ai lavoratori autonomi come lui.
Gli Accordi Collettivi nazionali tra il 2010 e il 2020 confermano questa posizione, affermando che i permessi sono destinati all’assistenza ai familiari disabili e non ai lavoratori con disabilità.
Per quanto riguarda la riduzione dei permessi Legge 104 a un giorno al mese, l’ASL ha stabilito che ciò dipende dall’orario di lavoro del lavoratore: con 38 ore settimanali, si possono avere 3 giorni al mese di permesso, mentre con incarichi inferiori alle 25 ore, si ha diritto a un giorno al mese.
Il professionista ha contestato queste decisioni, affermando di essere vittima di discriminazione. Tuttavia, l’ASL ha sostenuto che i permessi non erano dovuti in quanto non esisteva una normativa in tal senso prima del 2020. Vediamo ora quale sia stata la decisione dei giudici.
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La sentenza del Tribunale di Torino
Nel giugno del 2023, il Tribunale di Torino ha emesso una sentenza (n. 637) che ha stabilito che i permessi legge 104 devono essere riconosciuti ai lavoratori, indipendentemente dalla presenza di una specifica clausola contrattuale.
Questa decisione è basata sul principio di parità di trattamento dei lavoratori, come previsto dalla Direttiva 2000/78/CE.
Il giudice del lavoro ha sottolineato che i permessi legge 104 sono stati creati per sostenere le persone con disabilità, riconoscendo le sfide aggiuntive che affrontano nella loro vita lavorativa e extra-lavorativa.
Di conseguenza, essi necessitano di più tempo di riposo rispetto alle persone senza disabilità. Questo principio si applica non solo ai dipendenti, ma anche ai lavoratori autonomi, professionisti e parasubordinati. Inoltre, questa regola si estende retroattivamente, indipendentemente dalle clausole contrattuali precedentemente stabilite.
In sintesi, la sentenza sottolinea l’importanza di garantire i permessi legge 104 a tutti i lavoratori con disabilità, al fine di assicurare una parità di trattamento e un adeguato supporto.
FAQ sui permessi 104
Come si ottiene il riconoscimento della Legge 104?
Per ottenere il riconoscimento dei benefici previsti dalla Legge 104, è necessario seguire alcuni passi. Innanzitutto, bisogna presentare una richiesta al medico competente, che valuterà la situazione medica del familiare con disabilità.
Una volta ottenuto il parere medico, è possibile inoltrare la domanda all’INPS, l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. Dopo l’approvazione della domanda da parte dell’ente, sarà possibile beneficiare delle agevolazioni previste dalla Legge 104, tra cui i giorni di permesso retribuito e altri diritti specifici.
Qual è la differenza tra richiedere i permessi per intere giornate o ad ore?
Richiedere i permessi per intere giornate permette di ottenere un totale di 24 ore di permesso al mese, se si lavora 5 giorni alla settimana con un orario di 8 ore al giorno. Richiedere permessi ad ore, invece, consente di “spalmare” queste 24 ore per soddisfare esigenze specifiche. Un’opzione popolare è richiedere due ore di permesso al giorno. Anche se lavori 20 giorni al mese, avrai comunque 40 ore di permesso a disposizione, permettendoti di lavorare meno ore al mese e di sfruttare al meglio le agevolazioni previste dalla legge.
Quali permessi spettano ai genitori di figli disabili?
I genitori di figli con una grave disabilità hanno diritto a diversi tipi di permessi con Legge 104 per genitori di figli disabili.
La disabilità grave, confermata da una Commissione medico-legale dell’ASL, si verifica quando la disabilità, singola o multipla, limita in modo significativo l’indipendenza della persona e richiede assistenza costante e continua, in particolare per i bambini.
Ecco come funzionano i permessi in base all’età del figlio:
- per i figli fino a tre anni, i genitori possono scegliere tra:
- prolungare il congedo parentale, da utilizzare entro il dodicesimo anno di vita del bambino, sia in modo continuativo che frazionato. Questo prolungamento può iniziare dopo il congedo parentale ordinario e può durare fino a un massimo di 3 anni, compresi i periodi del congedo parentale normale. Può essere utilizzato al posto dei permessi orari per figli disabili gravi sotto i 3 anni. Durante il congedo, il lavoratore ha diritto a un pagamento giornaliero pari al 30% della retribuzione, a meno che il contratto collettivo non offra condizioni migliori. I periodi di congedo parentale prolungato contribuiscono al diritto e all’importo della pensione del lavoratore;
- ottenere due ore di permesso al giorno;
- ricevere tre giorni di permesso al mese, anche in modo consecutivo;
Per i figli dai tre ai dodici anni, il padre o la madre possono scegliere tra:
- prolungare il congedo parentale come descritto sopra;
- ricevere tre giorni di permesso al mese, anche in modo consecutivo.
Per i figli di dodici anni o più, i genitori hanno diritto a tre giorni di permesso al mese, anche in modo consecutivo.
I genitori di figli con disabilità hanno però diritto anche ad altri tipi di agevolazioni, ovvero:
- scelta della sede di lavoro;
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