Se sono un dipendente ATA ho diritto anche io alla Legge 104 a scuola? Cosa è previsto in merito a Legge 104 nella scuola e personale ATA? (scopri le ultime notizie su Invalidità e Legge 104, categorie protette, diritto del lavoro, sussidi, offerte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Legge 104 nella scuola e personale ATA
Al pari di tutte le altre categorie di lavoratori dipendenti pubblici, è garantita anche la Legge 104 nella scuola e personale ATA.
Ciò vuol dire che il personale ATA, titolare di Legge 104, ha diritto a fruire dei tre giorni di permesso di cui all’articolo 3, comma 3, della Legge 104/1992.
A differenza del personale docente, inoltre, il personale ATA può beneficiare del frazionamento in ore (massimo 18 ore mensili) dei permessi retribuiti (articolo 32 del CCNL 2016/18).
Andiamo a vedere cosa garantisce la Legge 104 e chi può richiederla.
Il sito lavoroepensioni.it ha dedicato un ampio approfondimento alle categorie protette e il personale ATA.
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A chi spetta la Legge 104
Hanno diritto a presentare la domanda per la Legge 104 i seguenti lavoratori dipendenti:
- lavoratori assunti con un contratto individuale;
- genitori di figli disabili gravi assunti;
- coniugi del disabile;
- parenti o affini entro il II grado conviventi della persona disabile;
- parenti o affini entro il III grado che abbiano superato i 65 anni di età;
- parenti o affini entro il III grado deceduti o affetti da patologie invalidanti.
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Cosa si valuta
Per ottenere i benefici della Legge 104, la Commissione medica valuta lo svantaggio sociale derivante dall’invalidità precedentemente riconosciuta e alla quale è stata attribuita una percentuale.
Viene, in sostanza, accertato quello che è comunemente chiamato “handicap”. In base al grado dell’handicap, si ha diritto ad agevolazioni differenti, di cui beneficiano sia la persona disabile che il familiare che se ne prende cura.
Quindi, se sei stato riconosciuto portatore di handicap Legge 104, hai diritto alle agevolazioni fiscali e lavorative in quanto dipendente ATA, ma può beneficiarne anche il familiare che ti assiste, se anche lui fa parte del personale ATA.
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Il grado di handicap
Abbiamo detto che le agevolazioni diventano sempre più importanti e numerose in base al grado di handicap riconosciuto.
Nel dettaglio, la Commissione ASL può accertare tre gradi di handicap, che vengono riportati sui verbali con le seguenti diciture:
- Persona con handicap (articolo 3 comma 1, Legge 104/1992)”: indica la presenza di uno stato di handicap senza connotazione di gravità, che dà diritto comunque ad alcune prestazioni e benefici, mentre non è sufficiente per altri, primo fra tutti l’accesso ai permessi e ai congedi lavorativi.
- Persona con handicap con connotazione di gravità (articolo 3, comma 3, Legge 104/1992): riconosce che la minorazione, singola o plurima, ha ridotto l’autonomia personale, correlata all’età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione, perciò la situazione assume connotazione di gravità. Solo questo riconoscimento consente l’accesso ai permessi e ai congedi lavorativi per la persona disabile o per il familiare che la assiste.
- Persona handicappata con un grado di invalidità superiore ai due terzi (articolo 21, Legge 104/1992): dà diritto di scelta prioritaria tra le sedi disponibili per le persone assunte presso gli Enti pubblici come vincitrici di concorso o ad altro titolo. Non consente invece di accedere a permessi e congedi lavorativi.
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A cosa dà diritto
Le agevolazioni lavorative più importanti per il personale ATA titolare di Legge 104, si ottengono con il riconoscimento dell’articolo 3, comma 3 della Legge 104/1992 (handicap grave).
Con questo grado di handicap si ha diritto a:
Agevolazione Legge 104 articolo 3 comma 3 | Caratteristiche |
Permessi retribuiti | Diritto a 3 giorni di permesso al mese, frazionabili anche a ore. Al lavoratore disabile servono per riposarsi e per recuperare le forze. Spettano anche al lavoratore che assiste un familiare disabile grave titolare di Legge 104. |
Congedo biennale retribuito | Spetta al lavoratore che ha bisogno di assistere il familiare disabile grave. Ha diritto a due anni di congedo retribuito dall’INPS, che può essere frazionato in giorni, settimane o mesi (mai in ore). |
Scelta della sede di lavoro più vicina | Diritto a scegliere la sede più vicina al luogo di lavoro. |
Rifiuto del trasferimento a un’altra sede | Diritto a rifiutare il trasferimento ad altra sede lontana dal proprio domicilio. |
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I permessi retribuiti
Anche il personale ATA, titolare di Legge 104, ha diritto ai permessi retribuiti. Si tratta della possibilità di richiedere 3 giorni al mese, frazionabili anche a ore (2 ore al giorno se sei full time e 1 ora se invece sei part time), per riposarti e recuperare le forze o per assistere un familiare con disabilità grave.
I permessi 104:
- sono coperti da contribuzione previdenziale;
- non sono soggetti a recupero.
I permessi sono quindi utili al fine delle ferie e della tredicesima mensilità e possono essere utilizzati ad ore nel limite massimo di 18 ore mensili. Inoltre, sono computati ai fini dell’anzianità di servizio.
L’articolo 33 della Legge 104/1992 prevede che i permessi lavorativi non possono essere concessi nel caso in cui il disabile sia ricoverato a tempo pieno presso istituti specializzati. Non vengono menzionati i ricoveri ospedalieri di altro tipo.
Eccezionalmente, è possibile richiedere, nello stesso mese, i permessi 104 a giorni e a ore. Vediamo in quali casi e come funzionano i permessi con la Legge 104 e fruizione mista.
Come gestirli al meglio
La gestione dei permessi 104 dipende sempre dalle esigenze del lavoratore e della persona da assistere.
In generale, se si lavora 5 giorni alla settimana con un orario di 8 ore al giorno, richiedere i permessi in giorni significa usufruire di un totale di 24 ore di permesso al mese, mentre richiederli frazionati ad ore permette di “spalmare” queste 24 ore in modo da soddisfare esigenze specifiche.
Richiedere due ore di permesso al giorno, invece, è spesso la scelta migliore per le persone con disabilità che lavorano, poiché anche se si lavora 20 giorni al mese, si avranno ancora 40 ore di permesso al mese a disposizione. Questa opzione consente di lavorare meno ore al mese e di sfruttare al meglio le agevolazioni previste dalla legge.
Infine, è importante sapere che la scelta se siano meglio 3 giorni o 2 ore al giorno con i permessi per la Legge 104 non è vincolante e può essere modificata da un mese all’altro, anche all’interno dello stesso mese. Tuttavia, se si vuole cambiare le ore di permesso già richieste durante il mese, occorre convertirle in giorni e calcolare la parte residua a disposizione.
Il congedo biennale
Il congedo biennale Legge 53/2000 viene concesso ai soli dipendenti ATA che assistono un familiare con disabilità grave e non ai dipendenti ATA con disabilità e Legge 104.
È prevista la possibilità di beneficiare fino a due anni nell’intera vita lavorativa per prendersi cura del parente disabile. Il congedo biennale prevede la convivenza con la persona disabile da assistere.
Cerchiamo di capire quali sono le differenze del congedo con Legge 104 per dipendenti pubblici e privati.

Come richiederli
Non è necessario presentare un’apposita domanda di autorizzazione per fruire dei permessi in oggetto all’Istituto scolastico: è sufficiente inoltrare una copia del modello SR08_ Hand 2 inviato all’INPS per la richiesta dei permessi 104.
Salvo particolari esigenze, la fruizione dei permessi deve essere programmata a livello mensili.
In ogni caso, il dirigente scolastico non ha discrezionalità nel concedere o meno i predetti permessi, essendo la loro fruizione un diritto soggettivo sancito da norma di legge.
FAQ (domande e risposta)
Chi paga i giorni di permesso con la Legge 104?
I giorni di permessi previsti dalla Legge 104 sono a carico dell’INPS. Questo significa che il datore di lavoro non ha l’obbligo di pagare direttamente tali giorni, ma sarà l’INPS a erogare l’indennità al lavoratore o al familiare che presta assistenza.
Chi paga il congedo Legge 104?
Anche congedo previsto dalla Legge 104 è a carico dell’INPS. Durante il periodo di congedo, il lavoratore o il familiare che presta assistenza riceverà l’indennità di dall’INPS, che sostituirà la retribuzione del datore di lavoro per il periodo di assenza.
Se chiedo il congedo Legge 104 ho diritto anche alle ferie?
Sì, hai diritto alle ferie anche se usufruisci del congedo previsto dalla Legge 104. Durante il periodo di congedo, il lavoratore mantiene i suoi diritti, compreso quello di fruire delle ferie maturate. Queste ferie possono essere usufruite in un momento successivo al termine del congedo, previa intesa con il datore di lavoro.
Ho diritto alla Legge 104 anche se sono un dipendente ATA part time?
Sì, anche i dipendenti ATA part time hanno diritto a usufruire delle agevolazioni della Legge 104, purché siano in possesso dei requisiti previsti dalla legge. I giorni di permesso e il congedo saranno proporzionali alle ore lavorate, ma comunque garantiti.
Ho diritto alla Legge 104 anche se sono un dipendente ATA con contratto a tempo determinato?
Sì, i dipendenti ATA con contratto a tempo determinato hanno diritto alla Legge 104, a patto che possiedano i requisiti previsti dalla normativa. Anche in questo caso, i giorni di permesso e il congedo saranno proporzionali alla durata del contratto e alle ore lavorate. La tutela prevista dalla Legge 104, è estesa quindi anche ai lavoratori con contratti a tempo determinato.
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