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Indice
Legge 104 e silenzio assenso
La Legge 104 e silenzio assenso, oggi in molti casi non ha più motivo di sussistere, e ti spieghiamo perché.
Devi sapere che, fino al 31 dicembre 2009, i verbali delle Commissioni ASL dovevano essere inviati alla Commissione INPS per la verifica e l’approvazione.
La Commissione INPS aveva 60 giorni per convalidare il verbale, chiedere chiarimenti o convocare l’interessato. Se trascorrevano 60 giorni senza una risposta, vigeva il principio del silenzio assenso.
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“Silenzio assenso” vuol dire che, anche se non hai avuto alcun esito, puoi iniziare a utilizzare le agevolazioni 104, in quanto si dà per certo che la Commissione abbia riconosciuto la Legge 104.
Le Commissioni ASL ora includono un medico INPS, il che accelera il processo. Se il verbale viene approvato all’unanimità, viene inviato direttamente all’interessato dall’INPS.
Se il verbale dà diritto a prestazioni economiche, viene avviato il processo di concessione e inviato all’ente concessore.
Se il parere non è unanime, l’INPS sospende l’invio e esamina gli atti. Il Responsabile del Centro Medico Legale dell’INPS può approvare il verbale entro 10 giorni o programmare una nuova visita entro 20 giorni. Questa visita coinvolge un medico INPS diverso, un medico delle associazioni di categoria e, per valutazioni sull’handicap, un operatore sociale.
La Commissione medica può consultare un medico specialista. Le consulenze possono essere effettuate da specialisti INPS o medici convenzionati con l’Istituto.
Tuttavia, se i tempi dovessero dilungarsi oltre i 60 giorni (cosa che ormai avviene di rado), vige ancora il principio del silenzio assenso. Cosa diversa è per il riconoscimento dell’invalidità civile.
In sintesi: visto che i tempi si sono notevolmente ridotti e che raramente l’INPS invia un verbale Legge 104 oltre i 60 giorni, il principio del silenzio assenso si applica ormai di rado, semplicemente perché non ha motivo di essere applicato.
Nei casi in cui il verbale dovesse ritardare, inoltre, vige ancora il silenzio assenso, ed è possibile usufruire dei benefici della Legge 104 accedendo a una certificazione provvisoria 104, che consente di ottenere agevolazioni lavorative temporanee.
Questa regola vale anche per i verbali di invalidità civile? Ne parliamo nel prossimo paragrafo.
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Il silenzio assenso vale per il riconoscimento dell’invalidità civile?
Se ancora vige la Legge 104 e silenzio assenso, in caso di ritardo nell’invio dei verbali di handicap che superano i 60 giorni, lo stesso non si può dire per il riconoscimento dell’invalidità civile.
Come abbiamo detto, il “silenzio assenso” implica che, se non si riceve una risposta esplicita a una richiesta oltre i 60 giorni dalla visita della Commissione medica, questa viene considerata accettata.
È però importante essere cauti quando si tratta dell’applicazione di questo principio da parte dell’INPS nel riconoscimento dell’invalidità civile.
La circolare 131 del dicembre 2009 dell’INPS aveva chiarito le regole riguardanti il silenzio assenso e i tempi in cui questo principio poteva essere applicato. Questo valeva principalmente per le richieste di riconoscimento dell’invalidità civile.
Secondo questa circolare, una volta presentata la domanda per l’invalidità civile, il cittadino dovrebbe essere convocato per una visita di accertamento entro 30 giorni, o entro 15 giorni se si tratta di pazienti oncologici.
Inoltre, l’INPS dovrebbe convalidare la richiesta entro 30 giorni successivi e, se necessario, erogare l’eventuale prestazione economica entro 120 giorni.
Purtroppo, questi tempi spesso non vengono rispettati, e dopo oltre 13 anni dalla pubblicazione della circolare, la situazione non sembra essere cambiata.
Inoltre, se i tempi previsti dall’INPS vengono superati, non è automatico che il silenzio assenso entri in gioco.
Una sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che i ritardi nell’invio del verbale di accertamento da parte dell’ASL non possono essere imputati all’INPS.
Di conseguenza, se un cittadino non riceve una risposta entro i tempi previsti dalla circolare del 2009, non può considerare l’invalidità civile riconosciuta per silenzio assenso.
In breve, il silenzio assenso nell’invalidità civile non può essere applicato automaticamente se i tempi stabiliti dall’INPS non vengono rispettati, a causa anche dei possibili ritardi nell’invio di documenti da parte dell’ASL.
Quindi, se hai fatto contemporaneamente richiesta di invalidità civile e Legge 104, fai molta attenzione, perché se utilizzi il “silenzio assenso” potresti rischiare di utilizzare agevolazioni che potrebbero non spettarti e l’INPS potrebbe chiederti di rimborsare ciò di cui non avevi diritto.
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Attendi il verbale 104
Per non correre rischi, conviene quindi sempre attendere il verbale da parte dell’INPS, che sia il verbale di invalidità o di handicap.
L’INPS invia due tipi di verbali ai cittadini: uno con tutti i dati sensibili e uno solo con il giudizio finale per scopi amministrativi.
Se il giudizio finale implica un sostegno economico, si chiede al cittadino di inserire online alcune informazioni, come il reddito personale, eventuali ricoveri a carico dello Stato, la frequenza a scuole o centri di riabilitazione e i dettagli bancari.
Queste informazioni vengono poi conservate nella “banca dati” e aiutano a definire il profilo della persona in merito all’invalidità civile, all’handicap e alla disabilità.
Il processo si conclude con il pagamento di provvidenze economiche se i requisiti sanitari e legali sono soddisfatti. I verbali elettronici completati vengono archiviati nel Casellario Centrale di Invalidità gestito dall’INPS.
FAQ sul verbale 104 e silenzio assenso
Dopo quanto tempo arriva il verbale della Legge 104?
Il tempo previsto per il rilascio del verbale della Legge 104 è di 45 giorni dall’inoltro della domanda. In caso di patologie oncologiche, il tempo si riduce a 15 giorni.
Cosa succede se l’INPS non chiama a visita di controllo?
Se l’INPS non chiama a visita di controllo, la Legge 104 rimane valida fino a quando non viene rilasciato il nuovo verbale. Spetta all’INPS il compito di chiamare a revisione il cittadino.
Cosa succede se la Commissione medica rigetta la domanda di Legge 104?
Se la Commissione medica rigetta la domanda, l’interessato deve interrompere l’uso di tutti i benefici della Legge 104 e restituire all’INPS le somme relative ai permessi e ai congedi non dovuti se ha utilizzato la certificazione provvisoria e non aveva mai fruito in precedenza dei benefici sul lavoro.
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