La maggiorazione sociale consente alle persone economicamente più fragili di avere un aumento degli importo per le prestazioni previdenziali. Uno dei requisiti è l’età: bisogna avere più di 60 anni.
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La maggiorazione sociale viene applicata all’importo della pensione e non ha una collegamento con l’integrazione al trattamento minimo.
L’aumento dell’importo può spettare a tutti i pensionati titolari di prestazioni:
- che sono carico di Ago (Assicurazione generale obbligatoria);
- alle forme esclusive o sostitutive;
- agli autonomi iscritti alle gestioni speciali che non superano i requisiti di reddito previsti dalla legge.
Maggiorazione sociale: anche trattamenti assistenziali
La maggiorazione sociale non viene erogate solo per le pensioni, ma anche per i trattamenti assistenziali, e in particolare:
- l’assegno sociale;
- i trattamenti erogati agli invalidi civili;
- i trattamenti erogati ai ciechi e ai sordomuti.
Le maggiorazioni sociale sono regolate dall’articolo 1 della legge 544/1988, poi integrato da una serie di norme fino ad arrivare all’articolo 38 della legge 448 del 2001. In quella legge è stato previsto un incremento delle maggiorazioni sociali a vantaggio degli ultra 70enni.
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Maggiorazione sociale: a chi spetta
Le maggiorazioni sociali spettano:
- ai pensionati a carico dell’assicurazione generale dello Stato;
- agli invalidi civili;
- ai superstiti dei lavoratori dipendenti;
- ai pensionati della gestione speciale per i lavoratori delle miniere, di cave e torbiere;
- ai pensionati della gestione coltivatori diretti, mezzadri, coloni;
- ai pensionati della gestione per gli artigiani e dei commercianti;
- ai pensionati delle forme esclusive e sostitutive dell’assicurazione generale obbligatoria.
La maggiorazione sociale spetta dunque ai lavoratori dipendenti (pubblici e privati), ai lavoratori autonomi.
Maggiorazione sociale: la domanda
La richiesta di maggiorazione deve essere presentata insieme alla domanda di pensione, o successivamente. È necessario allegare alla domanda anche una certificazione che attesta i redditi percepiti nell’anno, anche se sono solo presunti.
Maggiorazione sociale: niente inflazione
Mentre le pensioni aumentano ogni anno per effetto della perequazione (l’equo aumento rispetto all’inflazione e al costo della vita), l’importo della maggiorazione sociale resta fisso ed è esente da Irpef.
L’importo base della maggiorazione sociale è questo:
- 25,83 euro al mese per i pensionati tra 60 e 64 anni;
- 82,64 euro al mese per i pensionati tra 65 e 69 anni;
- 136,44 euro al mese per i pensionati con almeno 70 anni non titolari della quattordicesima
- 124,44 euro al mese per i pensionato con almeno 70 anni titolari della quattordicesima.
Maggiorazione sociale: limiti di età e contributi
Il limite anagrafico può essere ridotto fino a 65 anni.
Come? Si sottrae un anno di età per ogni 5 di contribuzione. E questo è possibile anche se il periodo di contribuzione non è inferiore a 2 anni e mezzo.
Proviamo a essere più chiari:
- se il pensionato ha almeno 2 anni e 6 mesi di contribuzione la maggiorazione può essere concessa a 69 anni;
- se il pensionato ha almeno 7 anni e 6 mesi di contribuzione la maggiorazione può essere concessa a 68 anni;
- se il pensionato ha almeno 12 anni e sei mesi di contribuzione la maggiorazione può essere concessa a 67 anni;
- se il pensionato ha almeno 17 anni e sei mesi di contribuzione la maggiorazione può essere concessa a 66 anni;
- se il pensionato ha almeno 22 anni e 6 mesi di contribuzione la maggiorazione può essere concessa a 65 anni.
Per chi riceve la pensione di inabilità l’età che viene richiesta per la maggiorazione sociale scende a 60 anni.

Maggiorazione sociale: il doppio limite
Il pensionato che vuole ottenere la maggiorazione sociale deve comunque anche rispettare dei limiti di reddito. O meglio, un doppio limite:
- reddito personale;
- reddito coniugale (che non deve superare il valore del trattamento minimo incrementato del valore minimo dell’assegno sociale annuo).
Maggiorazione sociale: pensionati al minimo
Per dirla semplice: la maggiorazione sociale spetta solo a chi ha pensioni inferiori o uguali al minimo (515,58 euro nel 2021) e non ha altri redditi.
Le maggiorazioni sociali concesse non comportano il superamento di quel limite di reddito.
E quindi la maggiorazione è la differenza tra il limite di reddito e il reddito effettivo di chi fa richiesta diviso per 13 mensilità.
Per calcolare i redditi (sia personali, sia coniugali) necessari alla concessione delle maggiorazioni sociali, è necessario inserire nel calcolo i redditi di qualsiasi natura. Vengono esclusi quelli della casa dove si abita e gli importi delle pensioni di guerra.
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