Malattie non riconosciute dalla legge: quali sono le tutele

Malattie non riconosciute dalla legge: quali sono le forma di tutela garantite dallo Stato nei confronti di chi soffre di patologie rare non inserite nelle tabelle. Come ottenere l'accesso ai benefici che sono connessi all'invalidità civile.

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5' di lettura

Sono molte le malattie non riconosciute dalla legge, molte di queste, non tutte, sono rare, e colpiscono un numero consistente di pazienti che rischiano spesso di non avere tutele. (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

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Le malattie vengono definite rare quando non colpiscono più di 5 persone ogni 10mila. Il punto è che le malattie rare sono diverse migliaia, con pazienti che oltre ad affrontare enormi difficoltà per avere una diagnosi attendibile si scontrano poi con “l’ignoranza” dello Stato.

In pratica, se un patologia non ha ricevuto un “riconoscimento” è di fatto esclusa da qualsiasi tipo di tutela. Può rientrare però dalla porta laterale, se le conseguenze per il paziente sono così gravi da rendere quella malattia rara “assimilabile negli effetti” a qualche altro disturbo inserito nelle famose tabelle ministeriali.

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Malattie non riconosciute dalla legge: diritti negati

Per questi pazienti, potremmo dire, non vale l’Articolo 32 della Costituzione, quello che «tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo».

Tra le patologie non riconosciute ce ne sono alcune che hanno una certa diffusione, come la sindrome della fatica cronica (encefalomielite mialgica) e la fibromialgia. Per queste patologie si è mosso qualcosa, c’è infatti un disegno di legge (in attesa però da anni) per l’inserimento nel registro delle malattie croniche e invalidanti.

Ma per tante altre non c’è neppure uno straccio di provvedimento di legge all’ordine del giorno.

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Malattie non riconosciute dalla legge: perché?

Per quale motivo lo Stato è così restìo a introdurre queste malattie all’interno dell’elenco che consente di avere tutele e benefici?

I motivi sono diversi, anche se quelli che vengono proposti con maggiore insistenza sono due:

  • non esiste un marcatore diagnostico certo e preciso, significa che in molti caso la patologie non viene accertata con l’uso di esami specifici;
  • non esiste – e per molte malattie rare è quasi una costante – una terapia che sia stata testata su un numero significativo di pazienti.

Malattie non riconosciute dalla legge: cosa fare

Queste due condizioni hanno una conseguenza chiara: se uno specialista non riesce a diagnosticare in modo certo la presenza di una patologia, non ci sarà neppure la possibilità per un altro medico con le stese competenze di verificare la diagnosi.

Si resta nel limbo. Resta solo la sofferenza per chi soffre.

Quando si soffre di malattie rare è già un’impresa ardua trovare lo specialista in grado di individuarla. Ma non solo, per tante di queste patologie diventa ancora più complessa trovare un centro qualificato.

E quindi, cosa fare?

Malattie non riconosciute dalla legge: invalidità

Ribadiamo il concetto iniziale: se una patologia non è riconosciuta dallo legge, lo Stato non riconosce alcuna tutela. O almeno: nessuna tutela legata a quella particolare malattia.

Ma questo non preclude del tutto la possibilità di presentare una domanda per ottenere l’invalidità civile.

Ma come?

L’invalidità viene riconosciuta dalle commissioni mediche per due motivi:

per la malattia, quando è inserita nelle tabelle ministeriali. In questo caso il discorso è semplice: ogni patologia ha il suo grado di invalidità, che dipende dalla gravità del disturbo (la percentuale può essere fissa o variabile, con un minimo e un massimo);

per le conseguenze che la malattia provoca: che è in pratica la riduzione della capacità di lavoro causata al paziente che ne soffre.

Malattie non riconosciute dalla legge: contano i sintomi

Per intenderci, se una persona soffre di fibromialgia non potrà avere l’invalidità per la patologia (non è riconosciuta). Ma se a causa di questa malattia il paziente soffrisse di cefalea, difficoltà nella concentrazione, lombalgia o depressione (sintomi della fibromialgia), tutte conseguenze che riducono la capacità lavorativa, ebbene in questi casi sarà possibile presentare la richiesta.

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Ma è comunque una strada non proprio agevole. O meglio, non semplice come quella che deve percorrere chi soffre di una malattia riconosciuta.

Malattie non riconosciute dalla legge: conclusione

Quindi, in definitiva, chi soffre di malattie non riconosciute si aprono queste possibilità:

  • se chi soffre di una patologia non riconosciuta ha una sintomatologia poco evidente, non avrà alcuna possibilità di ottenere l’invalidità o qualsiasi altra forma di tutela;
  • se chi soffre di una patologia non riconosciuta è in condizioni di salute instabile ma gli esami di laboratorio non consentono di emettere una diagnosi, difficilmente potrà accedere a tutele.
  • se chi soffre di una patologia non riconosciuta ha dei sintomi che sono sovrapponibili a quelli causati da altre malattie (riconosciute), potrà sperare di avere diritto alle stesse agevolazioni concesse per i disturbi che risultano inseriti nelle tabelle (il cosiddetto metodo analogico).

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