Dal 28 marzo sono iniziati gli accrediti dell’Assegno Unico per chi riceve il Reddito di cittadinanza, eppure molti si ritrovano con il pagamento fermo da mesi. In questo approfondimento vediamo a cosa è dovuto il mancato pagamento dell’Assegno Unico su Rdc (scopri le ultime notizie e poi Leggi su Telegram tutte le news sull’Assegno Unico. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
I pagamenti dell’Assegno Unico di marzo si possono dire quasi del tutto conclusi, sia per chi ha fatto domanda sia per chi lo riceve in automatico sulla carta Rdc. Tuttavia, proprio tra i percettori di Reddito di cittadinanza c’è chi lamenta il mancato pagamento dell’Assegno Unico su Rdc da un po’ di tempo.
Per questo motivo, nei prossimi paragrafi analizziamo i possibili motivi di mancato accredito e vediamo cosa fare in questi casi.
Indice
- Mancato pagamento dell’Assegno Unico su Rdc: possibili cause
- Mancato pagamento dell’Assegno Unico su Rdc: chi deve compilare il modello Rdc Com Au
- Mancato pagamento dell’Assegno Unico su Rdc: cosa fare
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Mancato pagamento dell’Assegno Unico su Rdc: possibili cause
Il mancato pagamento dell’Assegno Unico su Rdc da diversi mesi ha dato origine a un’atmosfera di preoccupazione generale tra le famiglie con figli a carico che ne hanno diritto.
Queste, infatti, si chiedono perché non abbiano ricevuto l’importo spettante e cosa possono fare per sbloccare i pagamenti dell’INPS.
In effetti, alla base di un pagamento mancato ci potrebbero essere diversi motivi, ma i più comuni sono i seguenti:
- non è stato rinnovato il modulo Rdc Com Au dal 1° marzo 2023. Ricordiamo, infatti, che il documento vale solo per un’annualità, dal 1° marzo al 28 febbraio dell’anno successivo;
- un figlio o figlia ha raggiunto la maggiore età (18 anni) e il nucleo familiare non ha comunicato questa variazione all’INPS. In questo caso, se si verificano le condizioni necessarie, il diciottenne può continuare a ricevere l’Assegno a un importo ridotto rispetto ai figli minorenni;
- l’altro genitore ha presentato una domanda dell’Assegno Unico per ricevere il contributo sul proprio IBAN e INPS ha bloccato il pagamento a entrambi;
- non è stato integrato il permesso di soggiorno nella domanda.
Se rientri in una di queste condizioni e hai il pagamento dell’Assegno Unico su Rdc bloccato, allora ti basta integrare o comunicare le informazioni dovute all’INPS, sia autonomamente sia rivolgendoti alla sede territoriale.
Se invece non ti riconosci in nessuna di queste situazioni, potrebbe essere utile prenotare un appuntamento all’INPS e chiedere maggiori spiegazioni.
Scopri la pagina dedicata all’Assegno unico per conoscere altri diritti e agevolazioni.
Prima di andare avanti, ecco le ultime novità sul Reddito di cittadinanza.
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Mancato pagamento dell’Assegno Unico su Rdc: chi deve compilare il modello Rdc Com Au
Nel paragrafo precedente abbiamo visto che una delle possibili cause del mancato pagamento dell’Assegno Unico su Rdc è legata al modulo Rdc Com Au. In particolare, l’INPS potrebbe sospendere l’accredito se il documento non è stato rinnovato a inizio marzo oppure se mancano alcune integrazioni sulla composizione del nucleo familiare (per esempio in merito a figli maggiorenni).
A questo proposito, ricordiamo che il modulo Rdc Com Au deve essere compilato in uno di questi casi:
- presenza di un figlio maggiorenne (leggi qui le regole per i figli maggiorenni), fino al compimento dei 21 anni di età, che frequenti un corso di formazione scolastica, professionale o di laurea;
- presenza di un figlio maggiorenne a carico, fino al compimento dei 21 anni di età, che svolga un tirocinio o un’attività lavorativa e che possieda un reddito complessivo inferiore a 8.000 euro annui;
- presenza di un figlio maggiorenne a carico, fino al compimento dei 21 anni di età, che sia registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro al Centro per l’impiego;
- presenza di un figlio maggiorenne a carico, fino al compimento dei 21 anni di età, che svolga il servizio civile universale;
- presenza di un figlio maggiorenne a carico non valorizzato correttamente nella DSU utile ai fini del riconoscimento del Rdc (minorenni indicati con la lettera “P” e non con la lettera “F” nel quadro A della DSU);
- presenza di madre di età inferiore a 21 anni non valorizzata nella DSU utile ai fini del riconoscimento del Rdc in qualità di dichiarante o coniuge del dichiarante;
- indicazione degli esercenti la responsabilità genitoriale in caso di separazione, divorzio o in caso di genitori naturali non conviventi (ecco una guida per genitori non conviventi);
- esistenza di un valido provvedimento di affidamento di uno o più figli minori presenti nel nucleo in capo al dichiarante diverso dal genitore (nonno, zio, fratello, ecc.).
Ecco una guida utile per compilare il modulo Rdc Com Au.

Mancato pagamento dell’Assegno Unico su Rdc: cosa fare
Le famiglie che hanno riscontrato un mancato pagamento dell’Assegno Unico su Rdc negli ultimi tempi sono invitate a verificare se sussiste una delle cause indicate all’inizio del nostro approfondimento.
Se invece non rientrano in nessuna di quelle condizioni, l’ideale sarebbe cercare dei chiarimenti direttamente dall’INPS. In particolare, è possibile contattare l’Istituto in uno di questi modi:
- contattare il numero verde dell’INPS e cioè il numero 803 164 da rete fissa oppure 06 164 164 da rete mobile;
- chiamare il Contact Center dell’Inps dall’estero, digitando i numeri di riferimento in base alla Nazione in cui ti trovi;
- chiamare l’INPS da internet attraverso il servizio VoIP Parla con noi. In questo caso, parlerai con un operatore INPS direttamente dal PC;
- utilizzare il servizio INPS Risponde dalla tua area personale del sito INPS;
- scrivere una e-mail alla PEC Inps. Qui trovi tutti gli indirizzi in base alla sede interessata;
- contattare l’Istituto sulle pagine social, come la pagina Facebook Inps per la famiglia;
- in ultima analisi, andare in sede territoriale dell’INPS. Puoi decidere di recarti direttamente in sede oppure prenotare un appuntamento chiamando i numeri del Contact Center.
In alternativa, se queste modalità non hanno avuto il successo sperato, la famiglia in questione potrebbe valutare di procedere per vie legali, quindi contattando un avvocato esperto del settore e chiedendo consiglio su un eventuale ricorso amministrativo.
In questo caso, ci si può rivolgere a un avvocato di fiducia o farsi assistere da un patronato, e informarsi sui costi di un ricorso o di una causa legale.
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