Mantenimento, se il padre non paga tocca ai nonni, lo ha stabilito in una ordinanza la Cassazione. (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
INDICE
- Mantenimento, tocca ai nonni: la storia
- Mantenimento, tocca ai nonni: l’appello
- Mantenimento, la Cassazione
- Appello bis
- Cassazione bis
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I giudici dell’Alta Corte hanno anche deciso che se la nonna paterna chiama la consuocera per convincerla a contribuire all’assegno di mantenimento, ebbene, non può farlo. O meglio, potrebbe, ma solo se è stato modificato il provvedimento iniziale.
Non si tratta di una novità, ma di una conferma: se il padre è inadempiente e non versa l’assegno di mantenimento ai figli, il compito passa ai nonni.
Su questo argomento puoi leggere un post che spiega come possa essere tolto il mantenimento se l’ex coniuge che riceve l’assegno rifiuta il lavoro; vediamo anche come si calcola l’importo e quali sono le regole per l’assegno di mantenimento nel 2023; e infine c’è un post che spiega come l’assegno di mantenimento debba essere ridotto se l’ex è invalido.
Mantenimento, tocca ai nonni: la storia
I giudici si sono espressi su una vicenda giudiziaria che si trascina da anni, dal 2010. All’epoca il tribunale di Velletri ha stabilito che i nonni paterni avrebbero avuto l’onere di versare l’assegno di mantenimento al bambino in sostituzione del padre, separato dalla mamma del piccolo, e inadempiente da tempo.
In quel periodo l’uomo viveva in casa con i genitori. Il giudice di primo grado ha sancito che sarebbero stati i nonni a versare 200 dei 350 euro che erano stati stabiliti per il mantenimento durante la fase della separazione.
Ovviamente la decisione dei magistrati è stata adottata dopo che il marito aveva smesso di versare l’assegno.
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Mantenimento, tocca ai nonni: l’appello
A quella sentenza di primo grado si sono opposti proprio i nonni paterni che hanno presentato ricorso.
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Ma il ricorso è stato bocciato in secondo grado. Hanno pesato le condizioni economiche della madre del bambino (che nel frattempo è diventato un ragazzo): sono infatti peggiorate. Senza contare che anche le spese per il mantenimento di un figlio adolescente sono ovviamente diverse e più alte rispetto a quelle necessarie per un bambino.
Nello stesso periodo invece, la situazione economica della nonna è migliorata in modo consistente, perché ha ereditato un importante patrimonio immobiliare. A quella eredità il padre del ragazzo ha preferito rinunciare.
Mantenimento, la Cassazione
Nonostante la sentenza d’Appello sfavorevole, la nonna non si è arresa, ha deciso quindi di ricorrere in Cassazione. Le è sembrato del tutto ingiusto assumere l’onere di versare il mantenimento del nipote al posto del figlio.
Ma, come accennato all’inizio del post, la mossa si è rivelata inutile. Anzi costituisce un precedente che potrebbe essere applicato in altre situazioni simili. Ovvero: se il padre è inadempiente con l’obbligo di mantenimento del figlio, l’obbligo passa ai nonni.
Nella sentenza i giudici hanno confermano che «l’obbligazione solidaristica, sussidiaria e subordinata grava proporzionalmente su tutti gli ascendenti di pari grado indipendentemente da chi sia il genitore che ha creato l’insorgenza dello stato di insufficienza dei mezzi economici».
In pratica, detta semplice: se i genitori non sono in grado o si sottraggono all’obbligo di mantenere i figli, l’onere passa ai nonni. Il motivo? Sono gli ascendenti più prossimi.
I giudici hanno anche citato l’articolo 316 bis del Codice civile. La norma stabilisce che tocca ai genitori assolvere i compiti che spettano ai figli «in proporzione alle rispettive sostanze e secondo la loro capacità di lavoro professionale o casalingo. Quando i genitori non hanno mezzi sufficienti, gli altri ascendenti, in ordine di prossimità, sono tenuti a fornire ai genitori stessi i mezzi necessari affinché possano adempiere i loro doveri nei confronti dei figli».
Mantenimento, appello bis
La vicenda giudiziaria non si è chiusa qui. I giudici della Cassazione hanno infatti disposto che venisse celebrato un nuovo appello, questa volta per definire i termini economici. Ossia, per stabilire l’ammontare del mantenimento che i nonni avrebbero dovuto assicurare al nipote.
In questa fase la nonna paterna ha giocato un’altra carta: tentare di coinvolgere nell’obbligo di mantenimento del nipote anche l’omologa materna.
Ma anche questo tentativo è andato a vuoto. I giudici dell’Appello hanno detto no. Il motivo? L’altra nonna avrebbe dovuto essere citata in giudizio, solo in quel caso i magistrati avrebbero potuto valutare le sue condizioni economiche e stabilire, quindi, se dovesse partecipare (fin dall’inizio) alle spese per il mantenimento del nipote.

Mantenimento, Cassazione bis
La nonna paterna non si è arresa. Evidentemente pur avendo accettato l’onere di sostituirsi al figlio nel mantenimento del nipote ha ritenuto ingiusto il mancato coinvolgimento della nonna materna. E così dopo la sentenza di appello bis è tornata in Cassazione.
Siamo così arrivati all’ultima ordinanza dell’Alta Corte. Ora i giudici hanno messo la parola fine a una controversia che dura da più di un decennio e sancito definitivamente anche un precedente.
La nonna paterna dovrà provvedere da sola al mantenimento del nipote. Ma solo perché la nonna materna è stata chiamata in causa troppo tardi. Questa volta la richiesta della nonna è stata respinta con una «decisione insindacabile».
I giudici dell’Alta Corte hanno ribadito che il loro compito è quello di pronunciarsi sulla legittimità dei procedimenti giudiziari, non possono quindi entrare nel merito.
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