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Maternità e lavoro: i diritti delle donne lavoratrici

Maternità e lavoro: cosa è previsto dalla normativa a tutela delle madri lavoratrici? Vediamolo insieme in questo articolo di approfondimento.

di The Wam

Marzo 2022

Maternità e lavoro: cosa è previsto dalla normativa a tutela della genitorialità e, in particolare, delle madri lavoratrici? Lo vediamo insieme in questo approfondimento (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unicoLeggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Maternità e lavoro: la normativa

Come si conciliano maternità e lavoro? A tutela dei genitori e in particolare delle madri lavoratrici esiste il “Testo Unico per la tutela e il sostegno della maternità e della paternità” che contiene alcune fondamentali misure per i congedi parentali.

Di seguito, vedremo in cosa consiste il congedo di maternità e quali sono i diritti delle madri lavoratrici.

Partiamo dalla definizione del congedo: si tratta della sospensione obbligatoria dell’attività lavorativa durante la gravidanza e nel periodo successivo al parto.

Durante il congedo di maternità la lavoratrice percepisce un’indennità economica che sostituisce la normale retribuzione, anche in caso di adozione o affidamento di minori.

Se per la madre non è possibile beneficiare del congedo di maternità, il diritto all’astensione dal lavoro e all’indennità passano al padre e in questi casi si parla di congedo di paternità.

Maternità e lavoro. Hanno diritto al congedo di maternità le seguenti categorie di lavoratrici:

Per quanto riguarda la durata del congedo, la sospensione dell’attività lavorativa riguarda i 2 mesi precedenti la data presunta del parto e i 3 mesi successivi, oltre che i giorni che vanno dalla data presunta e quella effettiva. 

Il Testo Unico prevede anche la possibilità di sospendere l’attività lavorativa a partire dal mese precedente alla data presunta del parto e nei 4 mesi successivi. Nel caso in cui la lavoratrice scelga la seconda opzione, è necessario che il medico specialista e il medico del lavoro diano il loro consenso.

In più, dal 2019, esiste anche la facoltà di assentarsi dal lavoro solo nei 5 mesi dopo il parto, a condizione che un medico attesti la possibilità di farlo. Nei casi di parto anticipato, ai 3 mesi di congedo dopo il parto, si aggiungono i giorni non goduti prima del parto.

Il congedo viene riconosciuto anche alle dipendenti o iscritte alla Gestione Separata INPS in caso di interruzione successiva al 180° giorno dall’inizio della gravidanza e in caso di decesso del bambino o della bambina (alla nascita o durante il congedo di maternità).

In questi casi, la lavoratrice può comunque rinunciare al congedo e riprendere in qualunque momento il lavoro.

Ti ricordiamo che la durata del congedo può essere estesa fino a 7 mesi dopo il parto se le condizioni di lavoro o ambientali siano ritenute pericolose o troppo faticose per la salute della lavoratrice e se quest’ultima non può essere destinata ad altre mansioni.

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Maternità e lavoro. Quanto spetta per il congedo di maternità

Dopo aver visto la normativa che regola maternità e lavoro, vediamo ora a quanto ammontano le indennità di congedo. L’importo naturalmente cambia a seconda della tipologia di lavoro svolto. 

Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, durante i periodi di congedo di maternità, la lavoratrice ha il diritto a un’indennità pari all’80% della retribuzione giornaliera, calcolata sulla base dell’ultimo periodo di paga prima dell’inizio del congedo.

Per le iscritte alla Gestione Separata INPS, il diritto all’indennità spetta se nei 12 mesi precedenti al mese di inizio del congedo risultano accreditati o dovuti alla gestione separata almeno tre contributi mensili. L’indennità giornaliera, in questo caso, è pari all’80% di 1/365 del reddito.

Maternità e lavoro. Per evitare la perdita del diritto è necessario che la lavoratrice o il lavoratore presentino all’INPS entro un anno dall’inizio del congedo un’istanza per ricevere il pagamento.

Speriamo di aver fatto un po’ di chiarezza, ma se hai ancora dubbi su maternità a lavoro non esitare a scriverci su Instagram.

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