Pensioni e metodo contributivo, come funziona: esempi

Come funziona il metodo contributivo? Ecco cosa si considera per calcolare la pensione con il sistema introdotto nel 1996 dalla Riforma Dini.

Carmine Roca è un giornalista esperto in pensioni e fisco.
Conoscilo meglio

11' di lettura

Come funziona il metodo contributivo tanto temuto dai lavoratori? Ne parliamo in questo approfondimento (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Indice

Come funziona il metodo contributivo?

Come funziona il metodo contributivo? Il metodo contributivo (o sistema contributivo) venne introdotto con la legge 355/1995 conosciuta come Riforma Dini ed è entrato in vigore dal 1° gennaio 1996.

Con il metodo contributivo si calcolano i contributi versati dal 1996 in poi, quando l’anzianità contributiva è maturata solo ed esclusivamente in questo periodo (contributivi puri), ma anche la quota di pensione per il sistema misto, che entra in gioco quando si maturano contributi prima e dopo il 1996.

A differenza del sistema retributivo, precedentemente in vigore, il metodo contributivo tiene conto dei contributi versati durante la vita lavorativa e non più delle retribuzioni percepite negli ultimi anni, come avveniva col retributivo.

Da qui, una netta penalizzazione sul piano economico per chi va in pensione con il metodo contributivo, rispetto a chi, invece, con la stessa età e gli stessi anni di contributi versati accedeva alla pensione calcolando l’assegno col sistema retributivo.

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Con il metodo contributivo, il lavoratore o la lavoratrice matura un montante contributivo, una sorta di conto corrente o di paniere virtuale dentro il quale finiscono le quote annuali della retribuzione lorda percepita.

Un lavoratore dipendente accantona il 33% della sua retribuzione lorda annua; un lavoratore autonomo il 24%, mentre gli iscritti alla Gestione Separata dell’INPS mette da parte, ogni anno, il 24, il 25 o il 33%, a seconda che siano iscritti ad altre gestioni, titolari di Partita Iva o collaboratori.

Ogni anno, i contributi versati vengono rivalutati in base alla media quinquennale del PIL (il prodotto interno lordo).

Una volta cessata l’attività lavorativa, il futuro pensionato o la futura pensionata vedrà convertire il montante contributivo in pensione, tramite l’applicazione sul valore del montante accumulato di un coefficiente, chiamato coefficiente di trasformazione.

Quanto più è alta l’età del pensionato, tanto più alto sarà il coefficiente di trasformazione e, di conseguenza, maggiore sarà l’importo della pensione.

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Come funziona il metodo contributivo: coefficienti di trasformazione

Abbiamo visto come funziona il metodo contributivo per il calcolo della pensione.

Vi abbiamo parlato di montante contributivo e di coefficienti di trasformazione. Nel 2023 e nel 2024 avremo coefficienti diversi rispetto al 2022, eccoli:

ETA’ DI USCITA         VALORI 2021-2022                  VALORI 2023-2024

57                                       4,186%                              4,270% (+0,024%)

58                                       4,289%                              4,378% (+0,089%)

59                                       4,399%                              4,493% (+0,094%)

60                                       4,515%                              4,615% (+0,100%)

61                                       4,639%                              4,744% (+0,105%)

62                                       4,770%                              4,882% (+0,112%)

63                                       4,910%                              5,028% (+0,118%)

64                                       5,060%                              5,184% (+0,124%)

65                                       5,220%                              5,352% (+0,132%)

66                                       5,391%                              5,531% (+0,140%)

67                                       5,575%                              5,723% (+0,148%)

68                                       5,772%                              5,931% (+0,159%)

69                                       5,985%                              6,154% (+0,169%)

70                                       6,215%                              6,395% (+0,180%)

71                                       6,466%                              6,655% (+0,189%)

Come detto, il coefficiente di trasformazione incide sul montante contributivo accumulato dal lavoratore o dalla lavoratrice.

Facciamo qualche esempio. Prendiamo un lavoratore che, a 67 anni, con 26 anni di contributi versati tutti a partire dal 1996, è pronto ad andare in pensione. Durante la sua carriera lavorativa ha percepito 26.000 euro lordi di retribuzione annua.

Per calcolare la sua pensione dobbiamo individuare il montante contributivo. Come detto, un lavoratore dipendente accantona il 33% della sua retribuzione lorda annua in un conto corrente virtuale.

Il 33% di 26.000 euro è 8.580, moltiplicato per 26 anni di contributi ci dà come risultato: 223.080 euro, il valore del montante contributivo.

Su questo importo incide il coefficiente di trasformazione, che a 67 anni è del 5,723%. Il 5,723% di 223.080 euro è 12.767 euro, l’importo lordo di un anno di pensione, pari a circa 982 euro lordi al mese, intorno ai 700 euro netti al mese.

Prendiamo, ora, un lavoratore di 64 anni, con la stessa anzianità contributiva (26 anni) e la stessa retribuzione percepita (26.000 euro lordi l’anno).

Questo lavoratore maturerà ugualmente un montante contributivo di 223.080 euro, ma siccome il coefficiente di trasformazione a 64 anni è più basso che a 67 anni (5,184%), l’importo lordo di un anno di pensione sarà di 11.565 euro, circa 1.100 euro in meno, pari a 890 euro lordi al mese, circa 650 euro netti al mese.

Se, invece, ad andare in pensione è un lavoratore autonomo, che ogni anno versa il 24% della sua retribuzione lorda annua, il montante contributivo accumulato sarà di 162.240 euro.

A 67 anni, la pensione maturata sarà di 9.285 euro lordi l’anno (circa 550 euro netti al mese); a 64 anni, invece, sarà di 8.410 euro lordi l’anno (intorno ai 450-500 euro netti al mese).

Prima di continuare a vedere come funziona il metodo contributivo, ti consigliamo la lettura di questi approfondimenti:

Come funziona il metodo contributivo
Come funziona il metodo contributivo? Nella foto una calcolatrice.

Come funziona il metodo contributivo nel sistema misto?

Come anticipato in apertura, il metodo contributivo entra in gioco anche con il sistema misto, che si applica quando il lavoratore o la lavoratrice versa contributi prima e dopo il 1996.

Come funziona il metodo contributivo nel sistema misto? In questo caso individueremo due quote: la prima calcolata con il sistema retributivo, per i contributi versati fino al 1995; la seconda calcolata con il sistema contributivo, per i contributi versati dal 1996.

Prendiamo come esempio un lavoratore di 67 anni con 40 anni di contributi versati, di cui 16 fino al 1995 e 24 dal 1996, con una retribuzione lorda annua di 28.000 euro.

La prima quota tiene conto di un’aliquota del 2% moltiplicata per gli anni di contributi versati (16), per una percentuale del 32% che incide sull’importo delle ultime retribuzioni percepite, generalmente le più alte. Quindi, grosso modo, la prima quota sarà di circa 9.600 euro.

La seconda quota la calcoliamo col metodo contributivo come fatto in precedenza e verrà fuori un montante contributivo di 221.760, sul quale applicheremo un coefficiente di trasformazione del 5,723%. Il 5,723% di 221.760 euro è 12.692 euro, l’importo della seconda quota.

Sommiamo le due quote (9.600 e 12.692 euro) per avere l’importo lordo di un anno di pensione: 22.292 euro, circa 1.715 euro lordi al mese, pari a 1.400 euro netti al mese.

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