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Assegno di inclusione per più beneficiari? Chi può rientrare

Ecco le ultime novità sui requisiti per l’Assegno di inclusione. Scopri chi potrebbe rientrare.

Chiara Del Monaco è una linguista e copywriter specializzata in welfare.
Conoscila meglio

9' di lettura

Negli ultimi giorni Senato e Governo stanno discutendo di tre emendamenti inseriti nel decreto lavoro e in attesa di essere avviati. Uno di questi riguarda le novità sui requisiti per l’Assegno di inclusione. In questo approfondimento vediamo tutti i dettagli (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sul Reddito di Cittadinanza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Senato e Governo sono alla ricerca di nuovi fondi per applicare alcuni emendamenti inseriti nel Decreto lavoro. Si tratta di circa 100 milioni di euro, di cui una parte destinati al lavoro agile fino al 31 agosto e un’altra (la maggior parte) da utilizzare per estendere l’Assegno di inclusione a più cittadini, senza però ridurre le risorse per i disabili.

Nei prossimi paragrafo vediamo tutte le novità sui requisiti per l’Assegno di inclusione.

Novità sui requisiti per l’Assegno di inclusione: i tre emendamenti del Decreto lavoro

Prima di addentrarci subito sull’Assegno di inclusione, che sicuramente rappresenta l’oggetto più caldo della discussione tra Senato e Governo, vediamo quali sono questi tre emendamenti di cui si sta parlando negli ultimi giorni.

La prima questione spinosa su cui stanno lavorando i tecnici del Governo e i parlamentari della maggioranza in questi giorni riguarda l’estensione dell’Assegno di inclusione anche ad alcuni componenti svantaggiati del nucleo familiare, che però non rientrano nei requisiti previsti oggi dalla prestazione economica che partirà il 1° gennaio 2024.

La seconda questione, invece, riguarda l’estensione, oltre il 30 giugno 2023, della normativa che prevede il lavoro agile, quindi lo smart working, nelle Pubbliche Amministrazioni. In particolare, dopo la proroga fino a fine anno approvata per i lavoratori fragili e chi ha figli fino a 14 anni nel settore privato, si sta cercando di spingere anche per i lavoratori fragili del settore pubblico. Per esempio, è stata proposta anche una mini proroga fino al 30 agosto 2023.

Infine, il terzo nodo da sciogliere tra Senato e Governo riguarda l’emendamento che stabilisce una decontribuzione triennale per chi assume o stabilizza badanti che assistono anziani non autosufficienti. La norma riguarda gli anni 2023, 2024 e 2025 e e prevede un esonero del 100%, entro un limite massimo di 3mila euro, per 36 mesi.

L’idea della commissione è di sciogliere tutti i nodi il prossimi venerdì, 16 giugno 2023.

Scopri la pagina dedicata al Reddito di cittadinanza: pagamenti, diritti e bonus compatibili.

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Novità sui requisiti per l’Assegno di inclusione: cosa cambierebbe

Come anticipato nel paragrafo precedente, il Governo sta pensando a una soluzione per approvare l’emendamento del Decreto lavoro legato all’Assegno di inclusione. Ricordiamo che l’Assegno di inclusione è la misura di sostegno che a partire da gennaio 2024 sostituirà ufficialmente il Reddito di cittadinanza. Quest’ultimo, infatti, sarà abolito proprio il 31 dicembre 2023.

Ecco chi perde il Reddito di cittadinanza come Assegno di inclusione.

Cosa cambierebbe con l’approvazione dell’emendamento?

L’idea è quella di estendere il nuovo contributo economico anche ai componenti del nucleo familiare svantaggiati, inseriti in programmi di cura e assistenza (certificati dalla Pa), e di conseguenza rimodulare la scala di equivalenza. Infatti, senza cambiare la scala di equivalenza, si rischia di danneggiare i componenti con disabilità, tagliandone le risorse a disposizione.

Per mettere in pratica questa estensione sono necessari dai 50 ai 60 milioni di euro. In particolare, i nuovi potenziali beneficiari dell’Assegno di inclusione sarebbero i componenti in condizione di grande disagio biopsicosociale, tra cui ci sono per esempio i clochard, ossia coloro che decidono di vivere per strada.

Allo stato attuale, sul tavolo è stata presentata una nuova rimodulazione della scala di equivalenza per far quadrare tutte le risorse da coprire, senza intaccare quelle già stabilite per le persone disabili. Tuttavia bisogna attendere ancora qualche giorno per avere ulteriori informazioni sulla soluzione finale.

A tale proposito, in particolare, si è espressa la relatrice al Dl 48, Paola Mancini (FdI), la quale ha affermato: “Troveremo una soluzione“. Speriamo che sia così e che arrivi in fretta.

Leggi gli esempi di calcolo dell’Assegno di inclusione.

Novità sui requisiti dell’Assegno di inclusione: in foto, diverse persone riunite a un tavolo.

Novità sui requisiti per l’Assegno di inclusione: cos’è il modello biopsicosociale

Nel paragrafo precedente abbiamo detto che l’estensione dell’Assegno di inclusione sarebbe rivolta a coloro che si trovano in condizioni di disagio biopsicosociale. Ma cosa si intende per questa parola?

Il modello biopsicosociale è, per definizione, “una strategia di approccio alla persona, che attribuisce il risultato della malattia, così come della salute, all’interazione intricata e variabile di fattori biologici (genetici, biochimici, ecc.), fattori psicologici (umore, personalità, comportamento ecc.) e fattori sociali (culturali, familiari, socioeconomici , ecc.)“. Questo si contrappone al cosiddetto “modello biomedico” che invece attribuisce la malattia soprattutto a fattori biologici, per esempio virus, geni o anomalie somatiche.

Il modello biopsicosociale fu proposto la prima volta da George Libman Engel e Jon Romano della Rochester University nel 1977 e oggi viene applicato in molti usi in medicina.

In pratica, secondo il modello biopsicosociale la malattia di una persona non è legata solo a fattori biologici, ma anche a fattori psicologici e sociali. Per esempio, un paziente può essere predisposto geneticamente alla depressione, ma non è solo questo elemento genetico che fa sviluppare la malattia, quanto anche fattori sociali, come lo stress sul lavoro, e fattori psicologici individuali, come tendenze perfezionistiche.

Quindi, a scatenare una condizione non è per forza la predisposizione genetica da sola, ma contribuiscono anche altri elementi determinanti.

In medicina, l’applicazione del modello biopsicosociale è molto utile perché aiuta i medici ad avere un quadro più completo dei propri pazienti, considerando sia gli aspetti fisiologici e medici, sia il benessere psicologico e sociologico.

Leggi anche da quanto parte l’Assegno di inclusione e scopri l’allarme CGIL per Assegno di inclusione e disabilità.

Novità sui requisiti per l’Assegno di inclusione: i requisiti oggi

Ora che abbiamo spiegato cos’è il modello biopsicosociale menzionato nell’emendamento per estendere l’Assegno di inclusione, facciamo un riepilogo generale dei requisiti per ottenere l’Assegno di inclusione.

Dunque, innanzitutto ricordiamo che l’Assegno di inclusione spetta solo ai nuclei familiari cosiddetti non occupabili, ossia coloro che abbiano al loro interno almeno un componente con più di 60 anni, minorenne o con disabilità.

In merito alla scala di equivalenza dell’Assegno di inclusione, a differenza del Reddito di cittadinanza, i membri maggiorenni tra i 18 e i 59 anni non disabili e senza carichi di cura sono esclusi dal calcolo dell’importo. Di conseguenza la cifra spettante è più bassa rispetto a quella riconosciuta oggi con il Rdc.

Al di là di questi dettagli, prima di fare domanda per l’Assegno di inclusione o Adi, bisogna assicurarsi di possedere questi requisiti:

  • cittadino dell’Unione o suo familiare che sia titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, ovvero cittadino di paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, ovvero titolare dello status di protezione internazionale, di cui al Decreto Legislativo 19 novembre 2007, n. 251;
  • residente in Italia per almeno 5 anni, di cui gli ultimi 2 anni in modo continuativo, al momento della presentazione della domanda;
  • avere un reddito ISEE, in corso di validità, non superiore a 9.360 euro;
  • avere un reddito familiare inferiore a 6.000 euro annui, moltiplicati per la scala di equivalenza. Tale soglia è aumentata a 7.560 euro per nuclei familiari con tutti componenti over 67 o con un componente di più di 67 anni e altri con disabilità grave;
  • avere un valore del patrimonio immobiliare non superiore a 30 mila euro, come definito ai fini ISEE, diverso dalla casa di abitazione di valore ai fini IMU non superiore a 150.000 euro;
  • avere un valore del patrimonio mobiliare, come definito ai fini ISEE, non superiore a una soglia di 6.000 euro. I massimali sono incrementati in base al numero di componenti del nucleo familiare, alla loro età e alla condizione di disabilità;
  • non essere intestatario o possedere autoveicoli di cilindrata superiore a 1600 cc. o motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc., immatricolati la prima volta nei 36 mesi antecedenti la richiesta, esclusi gli autoveicoli e i motoveicoli per cui è prevista un’agevolazione fiscale in favore delle persone con disabilità ai sensi della disciplina vigente;
  • non possedere navi e imbarcazioni da diporto, nonché di aeromobili di ogni genere;
  • non essere sottoposto a misura cautelare personale, a misura di prevenzione, nonché essere sottoposto a condanne definitive, intervenute nei 10 anni precedenti la richiesta.

Scopri anche se l’Assegno di inclusione spetta ai disoccupati.

FAQ sulle novità sui requisiti per l’Assegno di inclusione

Quali sono le novità sui requisiti per l’Assegno di inclusione?

Il Governo e il Senato stanno discutendo su alcuni emendamenti al Decreto Lavoro. Questi emendamenti riguardano l’Assegno di Inclusione e potrebbero estendere il beneficio a più cittadini, senza ridurre le risorse per i disabili. In particolare, si sta pensando di estendere l’assegno a certi componenti svantaggiati del nucleo familiare che non rientrano nei requisiti attuali.

Quali sono le tre questioni all’attenzione del Senato e del Governo?

Le tre questioni principali sono:

  1. L’estensione dell’Assegno di inclusione a componenti svantaggiati del nucleo familiare che attualmente non rientrano nei requisiti.
  2. L’estensione del lavoro agile (o smart working) nelle Pubbliche Amministrazioni oltre il 30 giugno 2023, soprattutto per i lavoratori fragili del settore pubblico.
  3. Un emendamento che prevede una decontribuzione triennale per chi assume o stabilizza badanti che assistono anziani non autosufficienti.

Cosa cambia con l’approvazione dell’emendamento all’Assegno di Inclusione?

L’emendamento mira a estendere l’Assegno di Inclusione a componenti svantaggiati del nucleo familiare, inseriti in programmi di cura e assistenza. Questo implica la necessità di rimodulare la scala di equivalenza per non danneggiare i componenti con disabilità. I potenziali beneficiari includerebbero persone in condizioni di grande disagio biopsicosociale, come i clochard.

Cos’è il modello biopsicosociale?

Il modello biopsicosociale è un approccio alla persona che attribuisce il risultato della malattia, così come della salute, all’interazione di fattori biologici, psicologici e sociali. Secondo questo modello, la malattia non è legata solo a fattori biologici, ma anche a fattori psicologici e sociali.

Quali sono i requisiti attuali per ottenere l’Assegno di inclusione?

L’Assegno di inclusione spetta solo ai nuclei familiari non occupabili, come quelli con un componente con più di 60 anni, minorenne o con disabilità. Altri requisiti includono la residenza in Italia per almeno 5 anni, un reddito ISEE non superiore a 9.360 euro, e un valore del patrimonio immobiliare e mobiliare sotto certi limiti.

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