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Tutte le novità del Decreto Trasparenza

Stipula di contratti, durata del periodo di prova, prevedibilità minima della prestazione per i lavori atipici. Sono le novità sul lavoro del nuovo Decreto Trasparenza

di Valerio Pisaniello

Settembre 2022

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Trasparenza sul lavoro, il provvedimento che recepisce la Direttiva (UE) 1152 del 2019 in materia di condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili. Vediamo tutte le novità. (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

INDICE

Decreto Trasparenza: i temi

In adeguamento agli standard europei il Decreto introduce nuove obblighi informativi in capo al datore di lavoro al momento della stipula di un contratto: dalle condizioni di lavoro alla durata del periodo di prova fino alla prevedibilità minima della prestazione professionale in caso di lavori “atipici”.

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Decreto Trasparenza: cosa prevede

L’obiettivo dello schema di Decreto in materia di trasparenza sul lavoro in recepimento della Direttiva (UE) 1152 del 2019 è migliorare le modalità di accesso dei lavoratori alle informazioni concernenti le condizioni di lavoro, in adeguamento ai parametri europei. In particolare, il provvedimento chiarisce ogni aspetto informativo e punta a non lasciare più margini di incertezza in capo al lavoratore, soprattutto con riguardo alle tipologie di lavoro non standard diversa dai rapporti subordinati.

Tutti questi elementi innovativi entreranno in vigore il 13 agosto 2022, come stabilito Decreto legislativo 27 giugno 2022, n. 104 pubblicato sulla GU Serie Generale n.176 del 29-07-2022.

Decreto Trasparenza: i destinatari

Il nuovo schema di Decreto trasparenza sul lavoro si applica a:





Decreto Trasparenza: gli esclusi

Risultano esplicitamente esclusi dall’applicazione dal Decreto i seguenti lavoratori:






Ma vediamo nel dettaglio le nuove disposizioni del Decreto Trasparenza.

Decreto Trasparenza: nuovi obblighi informativi

La norma modifica sostanzialmente il Decreto Legislativo 152 del 1997 che già prevedeva l’obbligo per il datore di lavoro di dare al dipendente tutte le informazioni concernenti il proprio rapporto di lavoro. Tale testo però consentiva anche il rinvio alla documentazione contrattuale. Ora vi è l’obbligo di fornire ulteriori informazioni relative a:

Di seguito le news del prossimo autunno.

Decreto Trasparenza: le tempistiche

Attualmente, il datore di lavoro, pubblico e privato, deve fornire al lavoratore, entro 30 giorni dall’assunzione, le relative informazioni sul rapporto di lavoro. In base a quanto previsto dal Decreto, il datore di lavoro deve adempiere ai nuovi obblighi informativi consegnando al lavoratore, all’atto dell’instaurazione del rapporto di lavoro e prima dell’inizio dell’attività lavorativa alternativamente:

Laddove i suddetti documenti non contengano tutte le informazioni richieste, il Decreto trasparenza sul lavoro stabilisce di integrare l’obbligo informativo con un successivo atto scritto. In tal caso va consegnato al lavoratore entro 7 giorni dall’instaurazione del rapporto di lavoro. In caso di mancato, ritardato, o incompleto assolvimento dei suddetti obblighi informativi, il lavoratore potrà darne comunicazione all’Ispettorato del lavoro che irrogherà una sanzione da 250 a 1.500 euro per ogni lavoratore interessato. La multa è quella prevista dall’articolo 1, 1-bis, 2 e 3 del Decreto Legislativo n. 152 del 1997.

Decreto Trasparenza: le novità sul lavoro
Decreto Trasparenza: le novità sul lavoro

Decreto Trasparenza: il periodo di prova

Il Capo III del Decreto trasparenza sul lavoro prevede che il periodo di prova, ove previsto, non potrà durare oltre 6 mesi, a meno che non sia diversamente sancito nei contratti collettivi. Nei rapporti a tempo determinato la durata del periodo di prova deve essere proporzionata alla durata del contratto stesso ed al tipo di mansioni. In caso di rinnovo, il periodo di prova è escluso. Nel caso di eventi imprevisti come infortunio o malattia, esso è prolungato proporzionalmente al periodo di assenza del lavoratore. Per le pubbliche amministrazioni continua ad applicarsi l’articolo 17 del DPR n. 487 del 1994. Secondo questa norma, la durata del periodo di prova è differenziata in ragione della complessità delle prestazioni professionali richieste.

Decreto Trasparenza: il doppio lavoro

Nel testo del Decreto trasparenza sul lavoro è contemplata la possibilità per il lavoratore, di svolgere parallelamente un altro lavoro, al di fuori dell’orario sancito dal suo contratto. Il datore non potrà vietarlo, a meno che, questa doppia attività lavorativa non:




Tali disposizioni non si applicano ai lavoratori marittimi e a quelli del settore della pesca.

Decreto Trasparenza: il lavoro intermittente

Il Decreto apporta modifiche all’articolo 15 del D.Lgs. n. 81/2015 e stabilisce che, oltre alle informazioni di cui all’articolo 1, comma 1 del decreto citato, il contratto di lavoro intermittente debba contenere altri elementi, tra cui la natura variabile della programmazione del lavoro, la durata e le ipotesi, oggettive o soggettive, che consentono la stipulazione del contratto. L’ulteriore novità che emerge dal confronto tra il testo originario dell’articolo 15, comma 1, del D.Lgs. n. 81/2015 e il Decreto Trasparenza è che il legislatore ha eliminato la previsione che obbligava il datore a un preavviso di chiamata minimo. In buona sostanza, le parti ora possono concordare un preavviso di chiamata anche di una sola ora.

Di seguito l’approfondimento.

Decreto Trasparenza: minima prevedibilità

Nuove tutele anche per i rapporti di lavoro subordinato o di collaborazione coordinata e continuativa in cui il lavoro si svolge secondo modalità organizzative in tutto o in gran parte imprevedibili per orario di lavoro, collocazione temporale e in cui il programma di lavoro è determinato principalmente dal datore di lavoro.

È il caso, per esempio, delle attività in cui è il datore di lavoro ad affidare incarichi al lavoratore o in cui è necessario rispondere alle richieste del cliente. In tali ipotesi, qualora il lavoratore non venga informato con un congruo preavviso sull’incarico o la prestazione da eseguire, questi ha diritto di rifiutare l’esecuzione della prestazione, senza subire alcuna conseguenza negativa. Non rischia, dunque, sanzioni o la mancata assegnazione di successivi incarichi.

In caso di revoca di un incarico o di una prestazione programmata, se non comunicato al lavoratore con un ragionevole periodo di preavviso, a quest’ultimo spetterà:

Decreto Trasparenza: sicurezza sul lavoro

Previste anche limitazioni per le forme di lavoro meno sicure. Il Decreto riconosce al lavoratore il diritto di richiedere un impiego più stabile al proprio datore di lavoro. La richiesta può essere fatta dopo un periodo di 6 mesi di servizio, anche non continuativo.

Dal suo canto, il datore di lavoro deve fornire la risposta motivata al lavoratore entro un mese, ma non è obbligato a concedere la transizione ad altra forma di lavoro. In caso di risposta negativa del datore, la disposizione prevede che il lavoratore possa presentare una nuova richiesta dopo che siano trascorsi almeno 6 mesi dalla precedente. Tale disposizione non si applica ai dipendenti pubblici, ai marittimi e del settore della pesca e ai lavoratori domestici.

Sul sito TheWam.net tutti gli aggiornamenti.

Decreto Trasparenza: disciplina sulla formazione

Il testo del Decreto trasparenza sul lavoro prevede che, qualora i datori di lavoro siano tenuti a erogare ai lavoratori la formazione necessaria per lo svolgimento dei loro compiti, venga garantita gratuitamente. Tale formazione va considerata come orario di lavoro e, ove possibile, va svolta in concomitanza.

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