Il Reddito di cittadinanza subirà senz’altro delle modifiche dal prossimo anno. In attesa di avere informazioni dettagliate con la nuova legge di bilancio, cerchiamo di capire come cambia il Reddito di cittadinanza nel 2023 (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sul Reddito di Cittadinanza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Il mese di dicembre si avvicina e questo vuol dire che a breve sarà pubblicata la manovra del 2023 con tutti gli interventi attivi nel nostro Paese nel corso del prossimo anno. Tra questi, molto probabilmente ci saranno le modifiche relative al Rdc, misura tanto discussa fin dalla sua introduzione nell’aprile 2019.
Anche se la riforma del Reddito di cittadinanza non è ancora stata definita nel dettaglio, quello che possiamo affermare con certezza è che la prestazione non verrà abolita. Anche se molte coalizioni hanno più volte mostrato disappunto in merito, non si può negare che questo contributo abbia aiutato milioni di famiglie in difficoltà economica in questi anni.
Ecco perché il governo avrebbe intenzione di intervenire soprattutto sui requisiti per accedere all’indennità e sulla sua durata. Mentre attendiamo ulteriori dettagli, nei prossimi paragrafi vediamo insieme come cambia il Reddito di cittadinanza nel 2023 sulla base di alcune ipotesi.
Indice
- Come cambia il Reddito di cittadinanza nel 2023: chi perderà l’assegno
- Come cambia il Reddito di cittadinanza nel 2023: tagli e sospensioni
- Come cambia il Reddito di cittadinanza nel 2023: l’INPS difende il sussidio
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Come cambia il Reddito di cittadinanza nel 2023: chi perderà l’assegno
Quasi sicuramente, con la nuova legge di bilancio sapremo già come cambia il Reddito di cittadinanza nel 2023 e quali modifiche saranno applicate per il prossimo anno. In assenza di notizie certe, che si avranno solo quando il governo metterà tutto nero su bianco per la manovra del 2023 (quindi entro dicembre 2022), abbiamo ipotizzato quelli che potrebbero essere i cambiamenti del governo sul Rdc.
Alcuni di questi sono stati anticipati da Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il quale si è espresso in particolar modo sui requisiti che daranno accesso alla prestazione economica e quindi chi risulterà escluso dal Reddito di cittadinanza. A tal proposito, Fazzolari ha spiegato che le persone tra i 18 e i 59 anni di età senza figli a carico e in condizioni di lavorare perderanno l’assegno perché considerate occupabili. In teoria questo non succederà fin da subito, ma non si sa ancora quali saranno le tempistiche.
Partendo da questo presupposto, l’idea del governo si basa sul programma elettorale di Fratelli d’Italia, anche se con qualche modifica. L’obiettivo primario è permettere alle persone occupabili di lavorare e mantenere l’assegno del Rdc per coloro che invece sono in difficoltà. Tra questi, per esempio, emergono le persone con disabilità, le famiglie indigenti con figli minori a carico e gli over 60 per cui è molto difficile rientrare nel mercato lavorativo. In effetti, proprio la soglia dei 60 anni risulterà determinante per togliere o meno il Reddito di cittadinanza.
Sulla base di queste ipotesi, quindi, il contributo economico continuerà a essere erogato alle categorie considerate fragili, mentre sarà tolto alle persone in grado di lavorare, con i dovuti aiuti.
Oltre Fazzolari, anche Claudio Durigon si è espresso in precedenza in merito a come cambia il Reddito di cittadinanza nel 2023. Nel prossimo paragrafo analizziamo le sue dichiarazioni nel dettaglio.
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Come cambia il Reddito di cittadinanza nel 2023: tagli e sospensioni
Nel paragrafo precedente abbiamo visto che l’assegno del Reddito di cittadinanza potrebbe essere tolto a una fetta di destinatari compresa tra i 18 e i 59 anni di età, senza figli minori a carico e in condizioni di salute adeguate per lavorare.
A queste modifiche, annunciate dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Fazzolari, si aggiungono poi gli interventi spiegati da Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali.
In più di un’occasione Durigon ha spiegato la sua proposta di interventi al Rdc, la quale si può riassumere in questi punti:
- ridurre la durata del Reddito di cittadinanza;
- allungare il periodo di sospensione del Rdc prima del rinnovo;
- tagliare l’importo in modo progressivo;
- stabilire nuove regole sul rifiuto delle offerte congrue;
- spostare la gestione dei controlli nelle mani dei Comuni.
In merito alla durata del sussidio, Durigon ha affermato che è impensabile erogare questa prestazione per tutta la vita, dal momento che l’indennità di disoccupazione Naspi dura un massimo di due anni. Al momento, infatti, la legge prevede che il contributo può essere erogato per 18 mesi consecutivi e dopo un mese di sospensione, può essere rinnovato per altri 18 mesi, e così via per sempre in presenza dei requisiti.
L’idea di Durigon, in linea con lo schema proposto dal vicepremier Matteo Salvini, è di cambiare la durata del Rdc in questo modo: dopo i primi 18 mesi di erogazione del contributo, il cittadino interessato sarebbe sospeso dal sussidio per sei mesi, durante i quali verrebbe inserito in un percorso di politiche attive del lavoro, per esempio attraverso attività di formazione e indirizzamento al lavoro da parte dei centro per l’impiego e delle agenzie private del lavoro.
Durante questi mesi la persona interessata riceverebbe comunque un compenso per la partecipazione ai corsi di formazione. Poi, se dopo sei mesi non ha ancora trovato lavoro, allora potrà fare di nuovo domanda del Reddito di cittadinanza.
La possibilità di rinnovo, però sarà limitata. Infatti, dopo i sei mesi senza aver trovato lavoro, il sussidio potrà essere erogato con un importo tagliato del 25% e per una durata ridotta a 12 mesi, durante i quali si continuerebbe con i percorsi di formazione. Passati i 12 mesi, in mancanza di uno sbocco lavorativo il Rdc sarebbe nuovamente sospeso per sei mesi, per poi essere erogato ancora una volta, con un’ulteriore decurtazione del 25% e una durata ridotta a 6 mesi. In questo modo, la durata del Reddito di cittadinanza risulterebbe molto inferiore a quella attuale.
Infine, tra le proposte per capire come cambia il Reddito di cittadinanza nel 2023, c’è anche un intervento sulla gestione dei controlli, la quale sarebbe spostata dall’INPS ai Comuni di riferimento. Lo stesso Durigon ha spiegato che è necessario rendere più centrali i ruoli dei Comuni, affidando a loro l’attività di controllo sui destinatari del Rdc, per evitare ogni rischio di truffa.

Come cambia il Reddito di cittadinanza nel 2023: l’INPS difende il sussidio
Finora abbiamo visto come cambia il Reddito di cittadinanza nel 2023 sulla base di alcune dichiarazioni diffuse in questo periodo. Eppure, nello scenario generale non manca chi è contrario in primis all’abolizione, ma anche alle modifiche da apportare.
A tal proposito si è pronunciato Pasquale Tridico, presidente dell’Inps, il quale al contrario delle coalizione capo del governo è deciso a difendere la prestazione economica, sottolineando il suo ruolo “straordinario e positivo nella riduzione della povertà”.
Il presidente dell’INPS ha specificato che tra i beneficiari c’è un continuo ricambio del 45% e che “Il 65% dei percettori sono anziani, disabili e minori e persone che non hanno mai lavorato; il 10%, 350mila persone, ha trovato lavoro; un altro 5% ha il reddito e non lavora e potrebbe essere inserito nel mercato con politiche mirate”.
In attesa di ulteriori aggiornamenti, tutte le novità su come cambia il Reddito di cittadinanza nel 2023 saranno condivise sulle nostre pagine social e tramite i video di YouTube al canale Redazione The Wam.
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