Riforma pensioni per il 2024: ipotesi e soluzioni, da Quota 41 universale al mini-anticipo a 62-63 anni. Ecco cosa dobbiamo attenderci per l’anno prossimo (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice
- Riforma pensioni per il 2024: ipotesi al vaglio
- Riforma pensioni per il 2024: Quota 41 universale
- Riforma pensioni per il 2024: mini-anticipo a 62 anni
- Riforma pensioni per il 2024: le proposte di Tridico
- Riforma pensioni per il 2024: giovani e Opzione Donna
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Riforma pensioni per il 2024: ipotesi al vaglio
Governo e sindacati hanno iniziato a gettare le basi per la riforma pensioni per il 2024. Già due gli incontri effettuati a gennaio e a febbraio, il terzo avrà luogo a marzo.
L’obiettivo di Ministero del Lavoro, Ministero dell’Economia e delle Finanze e sindacati è definire la legge strutturale sulle pensioni da far entrare in vigore nel 2024.
Per mandare definitivamente in soffitta la legge Fornero, sono due le ipotesi al vaglio:
- Quota 41 universale;
- il mini-anticipo a 62 anni.
Nei prossimi paragrafi entreremo nel dettaglio delle due possibili nuove soluzioni previdenziali, elencandovi punti deboli e punti forti.
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Riforma pensioni per il 2024: Quota 41 universale
La riforma pensioni per il 2024 entrerà nel vivo nei prossimi mesi. Il primo incontro si è tenuto il 19 gennaio, il secondo l’8 febbraio, mentre si attende la convocazione del terzo incontro tra governo e sindacati.
Il governo spinge per Quota 41 universale: lo ha confermato pure il Ministro Calderone, precisando, però, che si procederà gradualmente verso l’introduzione della nuova misura previdenziale.
L’ipotesi al vaglio è l’approvazione di una legge che possa collegare Quota 103 e Quota 41 universale senza grossi scossoni e con un dispendio economico mirato.
Con Quota 41 universale (o per tutti) sarà possibile accedere alla pensione con 41 anni di contributi, a prescindere dall’età anagrafica.
Una sorta di fusione tra Quota 41 per lavoratori precoci, senza il vincolo dei 19 anni ed eliminando il paletto delle categorie deboli, e Quota 103, senza il requisito anagrafico obbligatorio.
Secondo alcune stime effettuate nel 2022, Quota 41 universale, proposta dalla Lega nella sua campagna elettorale, costerebbe circa 5 miliardi il primo anno e oltre 9 miliardi nel decimo anno di entrata in vigore, con una spesa complessiva di 75 miliardi di euro.
Troppo per le casse dello Stato. Da qui la possibilità di procedere gradualmente verso Quota 41 universale, con l’introduzione di una legge intermedia da far entrare in vigore nel 2024.
Riforma pensioni per il 2024: mini-anticipo a 62 anni
La seconda soluzione per la riforma delle pensioni per il 2024 è il mini-anticipo pensionistico a 62 anni. Di cosa si tratta?
L’ipotesi avanzata oltre un anno fa dal presidente dell’INPS, Pasquale Tridico è ancora al vaglio di governo e sindacati e vedrebbe l’accesso alla pensione in due fasi: dai 62 anni ai 67 anni di età il pensionato riceverebbe un assegno ridotto, mentre al compimento dei 67 anni gli verrebbe garantita una pensione “piena”.
Quindi la riforma Tridico vedrebbe l’erogazione di un assegno di importo pari alla quota contributiva maturata alla data della richiesta, fino al compimento dei 67 anni, quando il valore della pensione sarà quella effettiva, calcolata sui contributi e sull’età del pensionato.
Per accedere all’anticipo pensionistico occorrerà avere almeno 62-63 anni di età (forse 64 anni, dipende dalle risorse economiche a disposizione), 20 anni di contributi versati e aver maturato una quota contributiva di pensione di importo pari o superiore a 1,2 volte l’Assegno Sociale.
Tridico, infatti, ha ribadito che andrebbe rivisto il minimo di importo previsto dalla legge, attualmente fissato a 1,5 volte l’Assegno Sociale, per i contributivi puri che vogliono accedere alla pensione di vecchiaia.
Una limitazione troppo gravosa per chi ha iniziato a lavorare a 40 o 50 anni di età, guadagnando stipendi sicuramente poco elevati.

Riforma pensioni per il 2024: le proposte di Tridico
Sempre secondo Tridico, l’idea di una pensione flessibile deve essere legata non tanto sull’età o sui contributi versati dal lavoratore, quanto sul lavoro effettivamente svolto.
Chi svolge un lavoro usurante dovrebbe essere privilegiato rispetto a chi potrebbe continuare a lavorare in età avanzata.
Inoltre va tenuto conto delle carriere lavorative, distinguendo quelle stabili e continuative da quelle precarie e discontinue.
La proposta di Tridico ha ottenuto pareri positivi, ma anche critiche. C’è chi afferma che l’anticipo pensionistico spingerebbe i lavoratori a ritirarsi prima di maturare i requisiti per la pensione di vecchiaia.
Altri, invece, affermano che la proposta di Tridico sia rigida e che debba tenere conto delle situazioni professionali e personali di ogni lavoratore.
Riforma delle pensioni per il 2024: giovani e Opzione Donna
Oltre al dualismo tra Quota 41 universale e il mini-anticipo di Tridico, i sindacati hanno avanzato alcune proposte per consentire una maggiore flessibilità di uscita per le donne lavoratrici e per i giovani.
In primo luogo è stata avanzata la proposta di riportare Opzione Donna ai requisiti del 2022. Ricordiamo che dal 1° gennaio 2023 possono accedere a questa forma di pensione anticipata soltanto le donne caregiver, invalide (con almeno il 74% di invalidità riconosciuta), licenziate o dipendenti di aziende in crisi.
Inoltre, è stato modificato il requisito anagrafico: non più 58 o 59 anni di età, a seconda della tipologia di lavoro (dipendente o autonomo), ma 60 anni di età, con sconti di 1 o 2 anni in base ai figli avuti dalla lavoratrice.