Nulla la revoca del bancomat per i cattivi pagatori, in particolare se il provvedimento ha fatto seguito a una segnalazione alla centrale rischi senza aver mai avvisato il titolare della carta. (scopri le ultime notizie su bonus, Rdc e assegno unico, su Invalidità e Legge 104, sui mutui, sul fisco, sulle offerte di lavoro e i concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Revoca del bancomat: il contesto
La revoca del bancomat per i cattivi pagatori, soprattutto quando avviene senza aver mai avvisato il titolare della carta, è nulla. Questo significa che non ha nessun valore legale. Ma cosa accade se una banca revoca il tuo bancomat a causa di una segnalazione alla centrale rischi?
Scopri come puoi verificare se sei stato inserito nella lista dei cattivi pagatori.
La comunicazione e il risarcimento
Anche se una comunicazione di questo tipo è considerata illegittima, non comporta automaticamente un risarcimento per il danno all’immagine commerciale e personale del titolare.
Questo perché è necessaria la prova dell’effettivo pregiudizio subìto. Per esempio, anche se una persona è stata iscritta nella black list dei cattivi pagatori per due anni, ciò non basta per dimostrare un danno all’immagine.
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Nulla la revoca del bancomat per i cattivi pagatori: il caso esaminato
Per comprendere meglio come gli Ermellini abbiano emesso questa sentenza, è utile ripercorrere le tappe principali del caso in questione.
Vediamo chi può segnalare un cattivo pagatore e chi non può farlo
La vicenda è stata originata dalla segnalazione di revoca fatta da un istituto di credito alla Centrale di Allarme Interbancaria (CAI). Questa revoca ha riguardato una carta di debito/bancomat, ma è stata eseguita senza fornire una comunicazione preventiva al titolare della carta.
Il cliente dell’istituto bancario, ha contestato l’illegittimità del comportamento della banca. Ha quindi richiesto una correzione della segnalazione alla CAI e un risarcimento per i danni subiti a causa di questa decisione, in particolare per il danno all’immagine professionale e commerciale.
In primo grado, il Tribunale ha giudicato corretto il comportamento dell’istituto di credito. Ha, infatti, stabilito che sia la revoca della carta, sia la successiva segnalazione alla CAI erano in linea con la legge.
Come sapere se sono protestato.
I giudici di primo grado hanno anche evidenziato che il conto del cliente era sempre in rosso, senza movimenti, proprio a causa dell’accumulo di debiti legati ai costi della carta, agli interessi e ad altre spese.
Il cliente ha deciso di ricorrere in Cassazione, sottolineando l’importanza di una comunicazione preventiva prima della segnalazione di revoca alla CAI.
Comunicazione preventiva di revoca della carta
Gli Ermellini, nel loro esame, hanno ribaltato (in parte) la sentenza, sostenendo il punto di vista del cliente dell’istituto di credito.
Cattivi pagatori e protestati: cosa si rischia in Italia
I giudici, nelle motivazioni dell’ordinanza, hanno evidenziato come la revoca della carta di debito rappresenti una forma di recesso dal contratto tra la banca e il cliente.
Proprio per questo è stata evidenziata l’importanza di una corretta comunicazione.
Infatti, per una registrazione valida in CAI, la revoca deve avvenire rispettando le norme contrattuali. Ciò significa che qualsiasi recesso deve essere comunicato in anticipo alla controparte, come indicato dall’art. 1334 c.c.:
Gli atti unilaterali prendono effetto dal momento in cui sono noti alla parte interessata.
E come specificato dall‘art. 1335 c.c.:
“La proposta, l’accettazione, la loro revoca e ogni altra dichiarazione diretta a una determinata persona sono considerate note nel momento in cui arrivano all’indirizzo del destinatario, a meno che questi dimostri di non averne avuto notizia senza colpa sua.”
Prestiti e cattivi pagatori, quale banca non guarda il Crif?
Nel caso in questione, l’istituto di credito non ha fornito al cliente la dichiarazione di recesso dal contratto della carta di debito, rendendo di fatto nulla sia la revoca sia la segnalazione collegata.
Niente risarcimento
Il cliente ha chiesto anche un significativo risarcimento alla banca. Questo perché era stato inserito per ben due anni nella lista nera dei cattivi pagatori, subendo un pregiudizio sia alla sua reputazione professionale che personale.
Durante questo periodo, gli era stato negato l’accesso a prestiti e linee di credito. Era stato inoltre privato della possibilità di utilizzare altre due carte di pagamento legate a due conti correnti presso altre banche.
Per la Suprema Corte, tutto ciò non prova un danno effettivo all’immagine, soprattutto dopo la rimozione dell’iscrizione non autorizzata.
Chi è il cattivo pagatore
Il cattivo pagatore è una figura ben conosciuta dalle banche e dagli istituti finanziari. È chi ha difficoltà a rispettare i propri obblighi di pagamento. Se non paga o paga in ritardo, le banche possono inserirlo in una lista. Questa lista, spesso chiamata “black list”, contiene i nomi di coloro che hanno problemi di credibilità finanziaria.
In Italia, ci sono diversi sistemi che gestiscono queste liste. Uno di questi è la Banca d’Italia con la sua centrale dei rischi. Ci sono poi i Sistemi di Informazioni Creditizie come CRIF e EXPERIAN. Se una persona finisce in queste liste, avrà problemi ad ottenere prestiti, mutui, carte di credito e assegni.
Procedura di segnalazione di un cattivo pagatore
Ma come finisce una persona in queste liste? Tutto inizia quando qualcuno ritarda il pagamento di due rate consecutive. Prima di inserire il nome in queste liste, la banca deve avvisare il cliente. Questo avviso dà al cliente una ultima possibilità per mettersi in regola.
Vediamo quali sono i maggiori rischi di pignoramento per i cattivi pagatori.
Se il cliente continua a non pagare, il nome viene inserito nelle liste e ci resterà per un certo periodo. Il tempo dipende dalla gravità del ritardo nel pagamento e da altri fattori.
Quanto tempo rimane il cattivo pagatore nelle liste?
Ecco quanto dura la permanenza nelle liste:
- Richieste di credito: sei mesi (o un mese se rifiutate).
- Ritardi di due rate, ma poi pagate: dodici mesi.
- Ritardi superiori a due rate, ma poi pagate: ventiquattro mesi.
- Ritardi non mai pagati: trentasei mesi.
- Informazioni positive: trentasei mesi dalla fine del rapporto.
Al termine di questi periodi, i nomi vengono cancellati dalle liste.
I diritti dei cattivi pagatori
Se una persona pensa di essere stata inserita nelle liste ingiustamente, ha il diritto di controllare i suoi dati. Può anche chiedere la cancellazione se la procedura non è stata rispettata o se i pagamenti sono stati effettuati.
Verifica come funziona la cancellazione online dal Crif
Inoltre, anche se sei un cattivo pagatore, ci sono alcune soluzioni per ottenere un finanziamento. Per esempio, la cessione del quinto o la delega di pagamento sono opzioni per chi ha un lavoro a tempo indeterminato o è pensionato.

Faq (domande frequenti)
Perché è stata annullata la revoca del bancomat?
La revoca del bancomat è stata annullata perché è considerata un atto unilaterale che necessita di una comunicazione preventiva al titolare della carta. Se questa comunicazione non avviene, la revoca è nulla.
Quando si viene iscritti nel registro dei cattivi pagatori?
Si viene iscritti nel registro dei cattivi pagatori quando si hanno mancati pagamenti legati a prestiti, finanziamenti, mutui o carte di credito.
Quando decade il cattivo pagatore?
Il cattivo pagatore decade quando salda il debito che ha causato la sua iscrizione e richiede la cancellazione dal registro.
Come uscire dall’elenco dei cattivi pagatori?
Per uscire dall’elenco dei cattivi pagatori è necessario saldare il debito e richiedere la cancellazione.
Cosa fare in caso di segnalazione illegittima alla centrale rischi?
In caso di segnalazione illegittima, è possibile rivolgersi a un avvocato per tutelare i propri diritti e chiedere la cancellazione dalla lista.
Conclusione: Essere ben informati sui propri diritti è fondamentale. Se ti trovi in una situazione simile o conosci qualcuno che lo è, speriamo che queste informazioni ti siano state utili. Ricorda sempre di agire tempestivamente e di cercare il supporto legale se necessario.
Cosa fare se si è cattivi pagatori e si ha bisogno di un finanziamento?
Si può valutare la cessione del quinto o la delega di pagamento, specialmente se si ha un contratto a tempo indeterminato o si è pensionati.
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