Offerte di lavoro: obbligatorio dichiarare lo stipendio, lo ha stabilito il Parlamento Europeo, è stato eliminato il segreto contributivo negli annunci di lavoro. (scopri tutti gli annunci e le offerte di lavoro sempre aggiornati. Ricevi su WhatsApp e sul canale Telegram la rassegna stampa con le ultime novità sui concorsi e sul mondo del lavoro. Prova il nostro tool online per la ricerca di lavoro in ogni parte d’Italia. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
INDICE
- Offerte di lavoro: disuguaglianza
- Offerte di lavoro: colloqui
- Offerte di lavoro: risarcimenti e sanzioni
- Offerte di lavoro: voto trasversale
- Offerte di lavoro: conclusione
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Lo stipendio dovrà essere dunque comunicato. Il contrario di come spesso avviene ora. Basta dare uno sguardo su Linkedin, dove le offerte di lavoro non sono quasi mai seguite anche dalla contribuzione che viene proposta agli eventuali candidati.
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Non sarà più così: lo stipendio dovrà essere dichiarato già nell’annuncio o comunque durante il primo colloquio di lavoro. O meglio, l’articolo 5 della direttiva impone di indicare sia il livello retributivo iniziale sia la Ral, la retribuzione annuale lorda. In pratica: non deve essere il candidato a richiedere l’informazione.
La norma è stata inserita nella direttiva che dispone la parità salariale e la trasparenza. È stata approvata dal Parlamento dell’Unione Europa, ora i Paesi membri avranno tre anni di tempo per introdurre questa norma nel diritto nazionale.
Su questo argomento puoi leggere un post che spiega gli obblighi e di diritti per chi lavora da casa; c’è un post che spiega come trovare lavoro tramite agenzie: quali sono e cosa fanno; e infine c’è un post lavoro occasione per pensionati: regole, divieti, esempi.
Offerte di lavoro: disuguaglianza
Gli interventi sulla trasparenza retributiva sono stati decisi dall’Unione Europea anche sulla base di uno studio Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), per ridurre in modo consistente il divario salariale.
Il provvedimento rende un po’ più semplice l’obiettivo perché sono subite rese chiare ai dipendenti sia la presenza, sia l’entità di un eventuale divario di genere.
Bisogna ricordare che la parità salariale è sancita dai trattati europei, eppure la sua applicazione è a dir poco molto limitata. Basta un dato: le cittadine europee guadagnano in media il 13 per cento in meno all’ora rispetto ai colleghi maschi (a parità di mansione).
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Offerte di lavoro: colloqui
Con questa nuova normativa ogni azienda che ha più di 100 dipendenti dovrà correggere delle disparità salariali, se ci sono, ogni volta che si supera il 5 per cento e non c’è una adeguata e credibile giustificazione.
Ma non solo. Sarà consentito a lavoratori e lavoratrici la possibilità di accedere
ai dati aggregati per genere sulle retribuzioni. In questo modo si potranno anche conoscere i criteri che hanno imposto eventuali aumenti di stipendi: dovranno sempre essere neutrali rispetto al genere.
Il segreto contributivo, come accennato, smetterà di esistere: le aziende avranno l’obbligo di segnalare la retribuzione prevista per la specifica posizione lavorativa. E comunque l’informazione dovrà essere fornita al candidato almeno nel primo colloquio.
Non è tutto. Sia l’addetto alle risorse, sia il datore di lavoro, non potranno chiedere notizie sulle precedenti retribuzioni dei candidati. Questo divieto consentirà di evitare che la storia salariale di un lavoratore possa influire sull’offerta.
Per l’Unione Europea questa legislazione rappresenta il primo passo per colmare il divario retributivo di genere.
Offerte di lavoro: risarcimenti e sanzioni
Gli Stati membri dell’Unione Europea dovranno anche prevedere delle sanzioni che siano efficaci, proporzionate e dissuasive nei confronti di chi non rispetta la normativa Ue. Saranno dunque applicate delle multe per i datori di lavoro che violano la legge.
I lavoratori e le lavoratrici avranno anche il diritto di ricevere un risarcimento dalle aziende che si rifiutano di rispettare le misure sulla trasparenza e la parità salariale.
Verranno considerati un aggravante:
- la discriminazione intersettoriale;
- e il mancato rispetto dei diritti per le persone non binarie.
Offerte di lavoro: voto trasversale
La normativa è stata votata in modo trasversale dai parlamentari europei. Ovvero hanno votato a favore gli eurodeputati progressisti di sinistra (Socialisti e Democratici) e i componenti della destra liberale e moderata (Partito Popolare Europeo). In tutto sono stati in 427 a dare sostegno alla direttiva (gli astenuti sono stati 76 e i contrari 79).
Hanno votato contro la proposta o si sono astenuti molti parlamentari europei di destra o estrema destra. Tra loro anche sei deputati italiani, due di Forza Italia e quattro di Fratelli d’Italia.
A questo punto, manca solo il via libera del Consiglio: dovrà accogliere in modo formale il testo che è stato approvato dalla mini plenaria di Bruxelles.
Dopo che il testo sarà entrato nella Gazzetta Ufficiale i Paesi membri avranno non più di 3 anni di tempo per recepirlo (in teoria basterebbe molto meno, anche qualche mese).

Offerte di lavoro: conclusione
Dunque, la nuova direttiva introduce novità che possono essere sintetizzate in questi quattro punti:
- indicazione obbligatoria del livello retributivo iniziale inserito negli annunci di lavoro;
- divieto di chiedere ai candidati notizie sulla retribuzione percepita nel precedente rapporto di lavoro;
- accesso garantito ai dati aggregati per genere sulle retribuzioni e conoscenza dei criteri usati per definire stipendi e aumenti, che dovranno essere neutrali rispetto al genere;
- sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive per i datori di lavoro che violano le norme.
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