Opzione donna 2023, le soluzioni per la pensione anticipata

Opzione donna 2023, le soluzioni per la pensione anticipata diventano due: così cambiano i requisiti. Potrebbe essere elevato il limite di età e gli anni di contribuzione, ma non si esclude di far accedere alla misura solo determinate categorie di lavoratrici.

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5' di lettura

Opzione donna 2023, il governo è vicino alla decisione finale sulle modalità di questa pensione anticipata. (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

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La discussione sul futuro di Opzione donna non è stata semplice e di fatto non si è ancora chiusa. Restano infatti due le possibili soluzioni, dipendono entrambe dai costi. Come sapete il governo ha scelto per la previdenza una sorta di autofinanziamento (o quasi): eventuali nuovi investimenti possono venire solo da tagli nello stesso settore (come è accaduto con Quota 102, sostituita dalla quasi inaccessibile Quota 103).

I due terzi della manovra sono infatti dedicati esclusivamente al caro energia. Quello che è rimasto è decisamente troppo poco per finanziare provvedimenti significativi.

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Insomma, chi si aspettava misure importanti sulle pensioni e sulle invalidità dovrà aspettare (e sperare).

Su questo argomento potrebbe interessarti un articolo che spiega perché il futuro di Opzione donna 2023 è incerto; su questa misura il governo ha cambiato ripetutamente idea, per capire cosa sta accadendo puoi leggere questi due post: Opzione donna 2023: ora si vuole allargare la platea o resta come prima: uscita a 58 anni.

Le due strade per Opzione donna 2023

Il governo è dunque vicino a una soluzione per questa pensione anticipata dedicata alle lavoratrici. Sul tavolo ci sono due possibilità, vediamo quali:

Opzione donna 2023 per tutte con:

  • 60 anni di età;
  • 35 o 37 anni di contribuzione.

Oppure:

Opzione donna riservata solo:

  • a fragili, caregiver e disoccupate;
  • con 58, 59 anni di età;
  • 35 anni di contribuzione.

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Opzione donna 2023, scelte diverse

Si tratta per Opzione donna 2023 di due strade completamente diverse. Nella prima, la prestazione resta più o meno con la versione attuale, ma vengono aumentati i requisiti, sale infatti l’età per accedere alla pensione anticipata (da 58 a 60 anni) e potrebbe essere rivista anche la soglia della contribuzione (da 35 a 37 anni).

La seconda cambia radicalmente la misura di uscita anticipata, rendendola molto simile all’Ape sociale, rispetto alla quale (dedicata alle stesse categorie: fragili, caregiver e disoccupate), l’età di accesso è più bassa (50, 59 anni invece di 63), ma il requisito contributivo è più alto (35 anni invece di 30).

Opzione donna 2023, diminuisce la platea

In entrambi i casi si riduce la platea delle lavoratrici che potenzialmente potrebbero accedere a questa misura. 

Nel primo caso (uscita a 60 anni con 35, 37 di contribuzione), potrebbero uscire dal mondo del lavoro le lavoratrici che sono nate fino al 1963 e che quindi raggiungeranno il limite anagrafico nel corso del 2023. Ma solo se hanno iniziato a versare contributi a 25 o 23 anni senza interruzioni di carriera.

Ovviamente il calcolo dell’importo pensionistico sarà determinato interamente con il sistema contributivo e questo presuppone un taglio tra il 20 e il 30% della pensione.

Nel secondo caso i limiti per l’accesso a Opzione donna 2023 dovrebbero essere questi:

  • invalidità pari o superiore al 74%;
  • assistere da almeno sei mesi un familiare con disabilità grave (articolo 3, comma 3 della legge 104);
  • essere disoccupate (se la misura ricalca quella dell’Ape sociale è richiesto anche che sia terminato il periodi di erogazione della Naspi o della cassa integrazione).

Perché questo taglio per Opzione donna 2023?

La necessità di modificare questa misura è solo economica. Assorbe infatti da sola una buona fetta dei soldi che sono stati stanziati per la previdenza. 

L’uscita anticipata in entrambe le versioni restringe il numero di donne che avrebbero potuto accedere.

Nella prima versione, e soprattutto se venisse confermato il requisito dei 37 anni di contributi (con 60 anni di età), Opzione donna 2023 inizia a diventare anche poco conveniente. Perché subire un taglio così consistente se con 41 anni di contribuzione si può avere accesso a uscite molto più vantaggiose?

Anche perché le lavoratrici con 37 anni di contributi hanno 10 anni versati con il sistema retributivo, molto più vantaggioso, e di conseguenza perderebbero un bel po’ con il solo contributivo.

Cosa succede per la pensione minima nel 2023?

Sul tavolo c’è anche l’aumento delle pensioni minime a 600 euro. Il provvedimento ci sarà, ma molto limitato. Ovvero l’incremento dell’importo sarà applicato solo alle pensioni di contribuenti che hanno più di 75 anni e un Isee molto basso. Un taglio notevole rispetto alle previsioni iniziali, 600 euro per tutti.

Raggiunto l’accordo per il limite Pos

Ieri è arrivato l’ok alla manovra dalla Commissione europea.  È stato raggiunto l’accordo sulla soglia oltre la quale è obbligatorio accettare i pagamenti digitali: il governo aveva proposto 60 euro, la mediazione ha portato quella cifra a 40 euro (si ipotizzava 30).

Via libera all’allargamento dei voucher

Il ritorno all’uso più esteso dei voucher è praticamente cosa fatta. Potranno essere usati anche per assumere lavoratori nelle discoteche, nei night club e nelle sale da ballo.

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Niente condono, cancellate le cartelle fino a 1.000 euro

Chi sperava in un condono esteso per le vecchie cartelle esattoriali rimarrà deluso. Saranno cancellate solo quelle fino a 1.000 euro e che risalgono a non oltre il 2015. Tutte le altre dovranno essere pagate: con uno sconto sulle sanzioni e la possibilità di rateizzazione, ma nessun azzeramento. Lo ha dichiarato ieri la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

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