Opzione donna: 58, 59 o 60 anni, tutti i casi

Età per Opzione Donna: qual è il requisito anagrafico richiesto e chi può andare in pensione? Ne parliamo in questo approfondimento.

Carmine Roca è un giornalista esperto in pensioni e fisco.
Conoscilo meglio

5' di lettura

Quale età per Opzione Donna? Qual è il requisito anagrafico per accedere alla prestazione previdenziale? Ne parliamo in questo approfondimento (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Indice

Età per Opzione Donna: cosa è cambiato nel 2023?

Fino al 31 dicembre 2022, si poteva accedere a Opzione Donna a 58 anni, se lavoratrici dipendenti, o a 59 anni, se lavoratrici autonome, con almeno 35 anni di contributi.

Dal 1° gennaio 2023, in seguito all’approvazione della legge di bilancio, il requisito anagrafico (ma non solo) è stato modificato.

Quale età per Opzione Donna 2023? La misura è accessibile al compimento dei 60 anni di età (sempre con 35 anni di contributi all’attivo), se caregiver o lavoratrici invalide con una percentuale pari o superiore al 74%.

È prevista, però, una riduzione di uno o due anni per ogni figlio, mentre per la categoria delle lavoratrici licenziate o dipendenti di aziende in crisi, la riduzione di 2 anni si applica anche in assenza di figli.

Riepiloghiamo come funziona l’età per Opzione Donna:

  • 60 anni di età (con 35 anni di contributi), per le lavoratrici caregiver e per le lavoratrici invalide, senza figli;
  • 59 anni di età (con 35 anni di contributi), per le lavoratrici caregiver e per le lavoratrici invalide, con un figlio;
  • 58 anni di età (con 35 anni di contributi), per le lavoratrici caregiver e per le lavoratrici invalide, con due figli e per le lavoratrici licenziate (a prescindere dai figli).

Scopri la pagina dedicata all’opportunità di Opzione Donna per andare in pensione anticipata.

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Età per Opzione Donna: chi può andare in pensione?

Abbiamo visto che l’età per Opzione Donna è cambiata dopo l’ultima legge di bilancio. Ma sono cambiate anche le beneficiarie di questa misura.

Se fino al 2022 si distinguevano soltanto le lavoratrici dipendenti dalle lavoratrici autonome, dal 2023 per poter accedere a Opzione Donna bisogna essere:

  • assistenti (caregiver) da almeno 6 mesi prima della presentazione della domanda del coniuge o della parte dell’unione civile o di un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della Legge 104; oppure di un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori, il coniuge o l’unito civilmente della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i settanta anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti oppure siano deceduti o mancanti;
  • riconosciuti invalidi, tramite visita di accertamento tenuta dalle competenti commissioni mediche, con una percentuale uguale o superiore al 74%;
  • lavoratrici dipendenti o licenziate da imprese in crisi, per le quali è attivo un tavolo di confronto (di cui all’art.1, comma 852, legge 27.12.2006 n. 296).
Età per Opzione Donna
Età per Opzione Donna: in foto una donna aggiusta dei fiori in un vaso.

Età per Opzione Donna: come si presenta domanda?

Come si presenta domanda per Opzione Donna? Se si è in possesso dei requisiti e delle condizioni richieste, è possibile inoltrare domanda all’INPS, accedendo tramite credenziali (SPID, CIE, CNS) sul sito dell’INPS oppure tramite patronato.

Alla domanda di pensione va allegata la relativa documentazione. Ad esempio la lavoratrice caregiver dovrà compilare un’autodichiarazione in cui spiega di assistere e convivere da almeno 6 mesi con una persona disabile grave. Nel documento dovrà indicare gli estremi del verbale di riconoscimento dell’invalidità e i dati anagrafici della persona che assiste.

Se la disabilità grave è stata riconosciuta tramite decreto di omologa o sentenza, la richiedente dovrà segnalarlo nella sezione “Note”, allegando il dispositivo del decreto o la sentenza che ha accertato la condizione di handicap.

Se la persona disabile è un parente o un affine di secondo grado, all’atto della presentazione della domanda, la lavoratrice dovrà segnalare l’impossibilità di genitori, coniuge o unito civilmente a prestare assistenza, poiché mancanti, deceduti, ultrasessantenni o affetti da patologie invalidanti.

Per ciò che riguarda le lavoratrici dipendenti o licenziate da imprese in crisi, è necessario, ai fini dell’ottenimento della prestazione, che risulti attivato in data successiva al 1° gennaio 2023, un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale, presso la struttura per la crisi d’impresa del MIMIT.

Per le lavoratrici dipendenti è obbligatorio che il tavolo di confronto risulti attivo al momento in cui è stata presentata domanda per Opzione Donna, mentre per le lavoratrici licenziate è necessario che il licenziamento sia stato intimato tra la data di apertura e di chiusura del tavolo. È altrettanto obbligatorio che le lavoratrici licenziate non abbiano ripreso a lavorare in altra struttura, da dipendenti a tempo indeterminato.

Età per Opzione Donna: decorrenza per la pensione

La decorrenza della pensione con Opzione Donna scatta dopo:

  • 12 mesi dalla maturazione dei requisiti (lavoratrici dipendenti);
  • 18 mesi dalla maturazione dei requisiti (lavoratrici autonome);
  • dal 1° settembre 2023 al 1° novembre 2023 (lavoratrici del Comparto Scuola e AFAM).

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