Oggi, 23 febbraio 2023, è previsto il pagamento del bonus 150 euro. Facciamo il punto sulle prossime date di accredito già pubblicate dall’INPS per febbraio 2023 e marzo 2023.
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Indice
- Bonus 150 euro dal 23 febbraio 2023: ecco per chi
- Chi riceve il bonus 150 euro a febbraio 2023 in automatico
- Chi riceve il bonus 150 euro a febbraio 2023 dopo la domanda
- Chi ha ricevuto il bonus 150 euro a novembre 2022 in automatico
- Quante volte viene pagato il bonus 150 euro?
- Chi dovrà restituire il bonus 150 euro?
- Ricevi tutte le news sempre aggiornate su bonus e lavoro.
Bonus 150 euro dal 23 febbraio 2023: ecco per chi
Il pagamento del bonus 150 euro arriverà oggi, giovedì 23 febbraio 2023, per chi ha percepito la disoccupazione agricola 2021 o la disoccupazione (Naspi o Dis-Coll) a novembre 2022 e vede la data sul fascicolo previdenziale del cittadino, area riservata del sito INPS.
Per controllare i giorni di pagamento dei 150 euro, bisogna accedere al fascicolo previdenziale del cittadino con:
- Spid (Sistema Pubblico di Identità Digitale),
- Cie (Carta Nazionale dei Servizi),
- o Cns (Carta di Identità Elettronica).
Ecco le date di pagamento del bonus 150 euro già pubblicate dall’INPS:
- lunedì 27 febbraio 2023;
- mercoledì 1° marzo 2023;
- giovedì 2 marzo 2023;
- venerdì 3 marzo 2023.
Gli accrediti sono riservati a chi era in Naspi a novembre 2022 e a chi ha percepito la disoccupazione agricola con competenza 2021.

Chi riceve il bonus 150 euro a febbraio 2023 in automatico
La circolare INPS n.127 del 16 novembre 2022 chiarisce come il pagamento automatico del bonus 150 euro spetti a febbraio 2023 per queste categorie:
- chi a novembre 2022 riceveva Naspi e Dis-Coll, mobilità in deroga o trattamenti di importo pari alla mobilità,
- chi ha percepito la disoccupazione agricola riferita al 2021;
- chi ha ricevuto le indennità Covid-19, di cui all’articolo 10, commi da 1 a 9, del decreto-legge n. 41/2021 e di cui all’articolo 42 del decreto-legge n. 73/2021;
- lavoratori autonomi occasionali e incaricati alle vendite a domicilio che hanno percepito l’indennità prevista dall’articolo 32 del dl 50/2022 (Decreto Aiuti).
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Chi riceve il bonus 150 euro a febbraio 2023 dopo la domanda
Fra le categorie di cittadini che dovevano presentare domanda entro il 31 gennaio 2023, per percepire il bonus 150 euro, ci sono:
- titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa disciplinata dall’articolo 409 del codice di procedura civile,
- dottorandi e assegnisti di ricerca,
- Per accedere è richiesto un contratto attivo al 18 maggio 2022 (entrata in vigore del Decreto Aiuti) e l’iscrizione alla Gestione separata di cui all’articolo 2, comma 26, della legge n. 335/1995;
- il reddito complessivo del 2021 non deve superare i 20mila euro.
- lavoratori stagionali, a tempo determinato (inclusi quelli del settore agricolo), intermittenti menzionati negli articoli dal 13 al 18 del decreto legislativo n. 81/2015, che:
- nel 2021 hanno svolto almeno 50 giornate di lavoro effettivo,
- nel 2021 hanno percepito un reddito inferiore ai 20mila euro.
- lavoratori, sia autonomi che dipendenti, iscritti al Fondo pensioni lavoratori dello spettacolo che:
- nel 2021 hanno versato almeno 50 contributi giornalieri versati;
- nel 2021 hanno prodotto un reddito legato alla loro attività inferiore a 20mila euro.

Come si doveva richiedere il bonus 150 euro entro il 31 gennaio 2023?
La domanda per i 150 euro doveva essere inoltrata entro il 31 gennaio 2023, attraverso il servizio online Indennità una tantum 150 euro – Domanda, accessibile anche dal Punto d’accesso alle prestazioni non pensionistiche.
Il servizio è accessibile con le proprie credenziali (SPID, CNS o CIE), scegliendo la categoria di appartenenza per la quale fare domanda.
Il contributo economico può essere richiesto anche attraverso:
- i patronati;
- il Contact center, telefonando al:
- numero verde 803.164 da rete fissa (gratuitamente);
- al numero 06.164164 da rete mobile (a pagamento, il costo cambia in base alla tariffa applicata dai diversi gestori).
Chi ha ricevuto il bonus 150 euro a novembre 2022 in automatico
Il pagamento del bonus 150 euro era previsto in automatico a novembre per:
- lavoratori domestici come colf o badanti che avevano percepito il bonus 200 euro introdotto dal primo Decreto Aiuti;
- beneficiari del reddito di cittadinanza che avevano diritto al pagamento dei 150 euro direttamente sulla carta Rdc;
- lavoratori subordinati con uno stipendio lordo inferiore ai 1538 euro. Il pagamento doveva essere anticipato dal datore di lavoro ed erogato in busta paga;
- pensionati con un reddito inferiore ai 20mila nel 2021 e che non avevano ricevuto il pagamento sul cedolino di ottobre;
- titolari di pensione e assegno sociale, pensione e assegno di invalidità, ai ciechi e ai sordomuti e di trattamenti di accompagnamento alla pensione (come l’Ape sociale) che non avevano ricevuto l’accredito sul cedolino di ottobre 2022.
Non tutte queste categorie di cittadini hanno percepito il pagamento e ora aspettano che l’INPS pubblichi le date delle ricariche.
Quante volte viene pagato il bonus 150 euro?
Il contributo economico da 150 euro viene pagato una sola volta.
Sono, perciò, esclusi dal pagamento del bonus 150 euro a febbraio 2023, quei cittadini che lo hanno già ricevuto:
- con il reddito di cittadinanza,
- in busta paga;
- con la pensione;
- con i trattamenti di invalidità compatibili.
Chi dovrà restituire il bonus 150 euro?
I pensionati e i lavoratori dipendenti, che non avevano diritto al bonus 150 euro, dovranno restituire il contributo economico.
I pensionati che hanno ricevuto il bonus da 150 euro, dovevano restare sotto la soglia di reddito da 20mila euro riferita al 2021.
Adesso l’INPS effettuerà i controlli e recupererà i soldi non dovuti a chi non soddisfava i requisiti. L’istituto applicherà delle trattenute sulla pensione per riprendere le somme dovute.
I lavoratori dipendenti, invece, per percepito il bonus 200 euro e i 150 euro, dovevano auto-certificare di non aver ricevuto l’indennità una tantum e di non ricevere il reddito di cittadinanza.
Anche chi ha richiesto il bonus 200 euro più volte, per aver stipulato più rapporti di lavoro, dovrà restituire le somme non dovute.
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