Pagamenti con il Pos: il governo ha deciso di aumentare la soglia che obbliga i commercianti ad accettare pagamenti digitali: potranno dire no fino a un tetto massimo di 60 euro. (scopri le ultime notizie su mutui e prestiti. Leggi su Telegram tutte le news sulla finanza personale. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
INDICE
- Pagamenti con il Pos, niente sanzioni
- Pagamenti con il Pos, altri sei mesi
- Pagamenti con il Pos, il governo e il contante
- Pagamenti con il Pos, il governo e il contante: perché
- Pagamenti con il Pos, sigarette e valori bollati
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Nella prima stesura della manovra di Bilancio il limite dei contanti era stato fissato a 30 euro. Ovvero: il commerciante avrebbe potuto rifiutare un pagamento digitale per qualsiasi cifra inferiore a quella soglia.
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Dopo la nuova stesura, e inevitabili discussioni, quel limite per i pagamenti con il Pos è stato dunque raddoppiato e portato a 60 euro (in fondo in linea con il tetto massimo per il contante che salirà a 5.000 euro).
Su questo argomento potrebbe interessarti sapere cosa si rischia quando si prelevano soldi in contanti dal conto corrente; ma non solo bisogna stare attenti anche con i versamenti sul conto di denaro contante: scattano i controlli.
Pagamenti con il Pos, niente sanzioni
La linea che ha prevalso dunque è stata quella di escludere sanzioni per i commercianti che rifiutano transazioni un pagamento con il Pos fino a 60 euro. Non si tratta di una decisione senza effetti, anche immediati. E soprattutto indica un cambiamento di rotta, non solo rispetto al governo Draghi ma anche per gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza che puntava a una drastica riduzione dell’uso del contante per abbassare anche il livello di evasione fiscale.
Il che pone anche un problema: questa misura potrebbe scontrarsi con le modalità che sono state imposte a livello europeo da Bruxelles.
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Pagamenti con il Pos, altri sei mesi
Le sanzioni per il mancato utilizzo del Pos sono sempre state molto rare. Ora spariranno del tutto. Nel frattempo entro 180 giorni, quindi giugno, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy dovrà garantire una proporzionalità delle sanzioni e assicurare l’economicità delle transazioni digitali per i commercianti.
Le sanzioni erano a quota quasi zero prima perché potevano essere attivate solo dopo una denuncia da parte di un cliente. Cosa che ovviamente è accaduta solo in qualche occasione.
Più spesso, ovviamente per cifre non importanti, sono stati tanti i commercianti (non tutti, chiaro, solo una parte) che sono ricorsi a scuse di ogni tipo pur di non accettare i pagamenti in contanti. Ora non avranno bisogno di scuse.
Pagamenti con il Pos, il governo e il contante
Insomma, dopo anni di continue restrizioni per l’uso del denaro contante si fa marcia indietro. Si ritorna alle banconote. In aperta controtendenza con quanto accade nel resto dei Paesi occidentali.
L’Italia era già una delle nazioni dove l’uso dei pagamenti digitali era più basso. Continuerà a esserlo, evidentemente. Con maggiore convinzione.
Per capirci l’Italia è terzultima come numero di transazioni digitali pro capite in Europa. Questa è la classifica:
- Danimarca: 379;
- Lussemburgo: 359;
- Finlandia: 348;
- Svezia: 328;
- Irlanda: 274;
- Paesi Bassi: 273;
- Estonia: 269;
- Belgio: 213;
- Francia: 205;
- Lettonia: 192;
- Lituania 186;
- Portogallo; 159;
- Polonia: 159;
- Repubblica Ceca: 137;
- Spagna: 127;
- Austria: 124;
- Slovenia: 111;
- Ungheria: 109;
- Grecia: 104;
- Slovacchia; 104;
- Croazia: 101;
- Cipro: 97;
- Germania: 90;
- Malta: 90;
- Italia: 62;
- Romania: 53;
- Bulgaria: 31.
Questa è la classifica anche se negli ultimi anni in Italia è cresciuta la propensione a pagare con strumenti digitali. Quei piccoli passi avanti saranno evidentemente azzerati. Molte attività commerciali potranno dire no senza correre alcun rischio di sanzioni per transazioni che sono al di sotto dei 60 euro. Significa anche che chi si era abituato ad andare in giro solo con qualche (o nessuna banconota) ora dovrà adeguarsi.
Pagamenti con il Pos, il governo e il contante: perché
Il governo Meloni ha deciso di disinnescare in pratica la questione Pos (escludendo le sanzioni) e di aumentare il tetto del contante (sarà portato a 5.000 euro) sulla base di due motivazioni:
- accontentare una parte dei loro elettori;
- sostenere i consumi.
Il rischio, sollevato anche da Bankitalia, è però anche quello di rimettere in circolo del denaro che era stato bloccato dagli effetti del divieto. Denaro che spesso alimenta l’economia sommersa.
C’è da dire, comunque, che sul tetto del contante c’è una maggiore diversità sul piano europeo.
Infatti in molte nazioni non è previsto alcun limite: Austria, Germania, Cipro, Estonia, Finlandia, Ungheria, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi.
C’è anche da aggiungere che con l’esclusione della Germania in quasi tutti gli altri Paesi del “nessun limite” al contante i pagamenti con denaro digitale sono molto diffusi. Ovvero, non esiste una correlazione.
Con lo stesso limite italiano (5.000 euro) ci sono la Bulgaria e la Slovenia. A Malta il tetto è fissato a 10.000. La nazione Ue con la soglia più bassa è la Grecia, con 500 euro.
In Italia il limite dal primo gennaio avrebbe dovuto ridursi a 1.000 euro (con il vecchio governo), come già accade in Francia, Spagna e Svezia.

Pagamenti con il Pos, sigarette e valori bollati
L’obbligo di accettare i pagamenti digitali era già stato escluso per la vendita di sigarette e valori bollati. La norma era stata introdotta, lo ricordiamo, con il decreto Pnrr numero 36, quello che ha fatto scattare l’obbligo per professionisti e commercianti di accettare i pagamenti elettronici. Obbligo che era partito il 30 giugno del 2022.
A proposito di sigarette, per incrementare le entrate è certo l’aumento delle sigarette (20 centesimi) e di altri prodotti che sono legati al fumo.
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