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Part time prima della pensione: come funziona

Part time prima della pensione: per il governo è la soluzione migliore per garantire una graduale flessibilità in uscita senza intaccare i conti della previdenza e consentendo nel contempo la staffetta generazionale con l’assunzione di giovani under 35. Vediamo come funziona la misura nei Paesi che l’hanno già adottata e come e perché il governo sembra intenzionato ad adottarla in Italia.

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8' di lettura

Part time prima della pensione: potrebbe essere la novità per il 2024 introdotta dal governo nella prossima legge di Bilancio. Una nuova misura, che non consente una uscita anticipata, ma un graduale abbandono dell’attività lavorativa. Che avrebbe due vantaggi: rendere meno gravosi gli ultimi anni di lavoro e facilitare la staffetta generazionale. Vediamo nel dettaglio come funzionerà. (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Il cantiere delle pensioni

Da un anno il governo è al lavoro per tentare di superare in qualche modo la Legge Fornero e rimodulare il sistema previdenziale. Per un anno si è perso tempo inseguendo promesse elettorali che, conti alla mano, si sono rivelate irrealizzabili (soprattutto in questo periodo): Quota 41 e l’aumento delle minime a 1.000 euro.

Non ci sono risorse economiche neppure per garantire una maggiore flessibilità in uscita (difficile andare oltre Quota 103 e Ape Sociale) e si fa fatica a proporre una Opzione donna meno restrittiva di quella in vigore nel 2023.

E’ invece diventato importante (ed è anche giusto) adottare misure che consentano anche a chi è giovane adesso di avere una pensione almeno dignitosa nei prossimi decenni.

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Vantaggi del part-time pre-pensione

Optare per un prepensionamento con orario ridotto offre una doppia prospettiva positiva:

  1. Fornisce un pre-pensionamento graduale, che può essere considerato una forma di flessibilità parziale;
  2. Favorisce l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, creando una staffetta generazionale.

Un giovane assunto per ogni part time prima della pensione

Il principio alla base di questa proposta è semplice: per ogni lavoratore anziano che sceglie di lavorare part-time (e riceve metà stipendio più una parte della pensione), l’azienda dovrebbe assumere un giovane di età inferiore ai 35 anni. Questo metodo, oltre a favorire l’equilibrio tra lavoro e pensione, facilita anche il trasferimento di competenze e la formazione dei nuovi arrivati.

Modelli internazionali di riferimento

Questo tipo di approccio non è una novità a livello internazionale. Paesi come la Norvegia e la Svezia, ad esempio, hanno già implementato con successo sistemi di pensionamento flessibile basati sul part-time.

L’esperienza scandinava

In paesi come la Svezia, questa forma di transizione alla pensione con orario ridotto ha dimostrato di funzionare bene. I lavoratori riducono progressivamente le ore di lavoro nel corso di 2-3 anni, creando un equilibrio tra lavoro e pensione, facilitando il passaggio generazionale e garantendo la trasmissione delle competenze.

L’esempio svedese

I dipendenti pubblici svedesi possono accedere a una pensione parziale, continuando a lavorare per una percentuale del loro orario standard. Questo sistema non solo permette una flessibilità per il lavoratore, ma garantisce anche un flusso costante di stipendi e contributi.

Produttività e benessere

La decisione svedese di introdurre questa misura non è casuale. L’avanzamento dell’età può influire sulla capacità lavorativa e sulle performance. Introducendo il lavoro a tempo parziale prima della pensione, si garantisce una maggiore produttività e una migliore qualità della vita lavorativa per i dipendenti anziani.

Spieghiamo meglio. In Svezia, la scelta di implementare il part-time prima della pensione è legata, dunque, anche a ragioni economiche, in particolar modo alla produttività. È noto che con il passare degli anni la capacità lavorativa tende a subire variazioni: mentre può rimanere elevata anche superati i 60 anni, è possibile che si verifichino fasi di minore produttività durante la giornata, in particolar modo per chi è più avanti con l’età.

Di fronte a lavori che richiedono costanza e intensità, i lavoratori che si avvicinano all’età pensionabile potrebbero incontrare maggiori ostacoli. Questo spiega il motivo per cui molte persone, ove possibile, optano per un ritiro anticipato dal mondo del lavoro o esplorano altre fonti di sostegno economico.

La soluzione sembra essere stata individuata nell’adattamento delle condizioni lavorative, ossia permettendo una transizione verso il lavoro a tempo parziale. Diverse ricerche, che hanno contribuito a orientare la decisione in Svezia, indicano che variare l’orario lavorativo settimanale può rappresentare una strategia efficace per migliorare le condizioni lavorative degli anziani. E se a ciò si aggiunge l’opportunità offerta ai giovani che entrano nel mercato del lavoro, diventa chiara la logica sottostante a questa misura, almeno sulla carta.

La proposta del governo Meloni

Il governo Meloni sta valutando la possibilità di introdurre un sistema simile in Italia. L’idea sarebbe questa: permettere una transizione verso la pensione lavorando con orario ridotto. Con questo sistema, i lavoratori potrebbero beneficiare fino a 67 anni sia dello stipendio che della pensione, garantendo al contempo il versamento completo dei contributi.

Vantaggi della proposta

Questa forma di pre-pensionamento part-time ha il duplice vantaggio di alleviare la pressione sugli ultimi anni lavorativi e di promuovere una staffetta generazionale. I lavoratori non sarebbero soggetti ai ricalcoli e alle decurtazioni dell’assegno previste da Quota 103 e da Opzione donna, rendendo la misura particolarmente attraente.

Le difficoltà per le piccole imprese

Tuttavia, c’è un ostacolo. L’Italia, con il suo tessuto economico composto in gran parte da piccole imprese, potrebbe trovare delle difficoltà nell’implementare la misura. Queste imprese, infatti, potrebbero avere problemi a gestire la flessibilità nei turni di lavoro, rendendo la transizione al part-time pre-pensione meno fluida.

Quota 103, la riconferma

Nel frattempo continua la discussione anche su altre misure. Quota 103 rimane una soluzione provvisoria al momento, ma sembra scontata una conferma per il 2024.

Questo pensionamento anticipato avrebbe, però, un costo notevole per i bilanci della previdenza, con una maggiore incidenza della spesa sul Pil. Per questo non può rappresentare una soluzione a lungo termine.

Quota 41, l’addio

Quota 41 (in pensione a qualsiasi età con 41 anni di contribuzione) un’opzione molto popolare, ma i calcoli della Ragioneria dello stato hanno stimato che l’applicazione di questa misura comporterebbe costi insostenibili per il sistema pensionistico italiano.

Conclusione

L’applicazione del part-time prima della pensione sembra dunque un’opzione vantaggiosa per molti lavoratori italiani. Potrebbe però essere una sfida difficile per le piccole imprese. C’è la necessità di trovare un equilibrio tra lavoro e pensione, un’esigenza che diventa sempre più urgente e che deve coniugarsi con la sostenibilità dei costi. Anche per questo il provvedimento già adottato nei Paesi scandinavi ha molte possibilità di essere riproposto in Italia. Vedremo.

Part time prima della pensione: come funziona
Nella foto una lavoratrice esperta offre le sue conoscenza a una neo assunta.

FAQ (domande e risposte)

Cosa significa part time prima della pensione?

Il “part time prima della pensione” è una misura che consente ai lavoratori di ridurre progressivamente le loro ore di lavoro man mano che si avvicinano all’età pensionabile. Ciò significa che i lavoratori possono iniziare a ricevere una parte della loro pensione mentre continuano a lavorare a tempo parziale.

Come il part-time prima della pensione potrebbe aiutare lavoratori anziani e giovani?

Questa misura può rendere meno gravosi gli ultimi anni di lavoro per i lavoratori anziani e facilitare una “staffetta generazionale”, consentendo ai giovani di entrare nel mondo del lavoro.

Come il part time prima della pensione in Svezia?

In Svezia, i dipendenti pubblici possono ottenere una pensione parziale continuando a lavorare almeno il 50% delle ore previste dal loro contratto. Possono fare ciò dal mese in cui compiono 61 anni fino al mese prima di compiere 65 anni. Questo sistema prevede vari livelli di pensione parziale, che variano dal 10% al 50% dell’orario contrattuale.

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi del part-time prima della pensione in Svezia?

Vantaggi: Adattamento delle condizioni lavorative per gli anziani, miglioramento delle condizioni lavorative, e benefici per i giovani che vengono assunti. Svantaggi: Il testo non elenca specificamente gli svantaggi per la Svezia, ma menziona le difficoltà potenziali per i lavoratori anziani in lavori intensi e costanti.

Come funzionerà il part-time prima della pensione in Italia?

I lavoratori potrebbero ridurre il loro orario di lavoro (fino a un dimezzamento) quando si avvicinano all’età pensionabile. Riceverebbero metà dello stipendio e metà della pensione, mentre i contributi continuerebbero ad essere versati interamente. Ciò permetterebbe ai lavoratori di raggiungere l’età di 67 anni con una pensione piena.

Cosa dice la Ragioneria di Stato su Quota 103 e Quota 41?

La Ragioneria afferma che l’introduzione permanente di Quota 103 potrebbe aumentare la spesa in rapporto al PIL di 8,4 punti percentuali, costando 6 miliardi di euro fino al 2040. Per Quota 41, la stima è che costerebbe 5 miliardi di euro all’anno, con picchi che potrebbero raggiungere anche i 9 miliardi.

Perché le piccole imprese in Italia potrebbero avere difficoltà a gestire il part-time prima della pensione?

Il tessuto economico italiano è composto principalmente da piccole imprese, che potrebbero incontrare difficoltà nel gestire la flessibilità nei turni di lavoro.

Quali sono le implicazioni economiche dell’introduzione del part-time prima della pensione?

Sebbene le implicazioni economiche specifiche dell’introduzione del part-time prima della pensione in Italia non siano dettagliate nel testo, è suggerito che potrebbe evitare i ricalcoli e le decurtazioni dell’assegno previste da altre opzioni, come Quota 103 e Opzione donna.

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