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Più soldi per chi va in pensione nel 2023: le cifre per età

Pensioni 2023 e coefficienti di trasformazione: nuovi valori in vigore dal 1° gennaio 2023. Ecco di quanto aumentano le pensioni rispetto al 2022.

Carmine Roca è un giornalista esperto in pensioni e fisco.
Conoscilo meglio

11' di lettura

Pensione 2023 e coefficienti di trasformazione: pensioni più alte nei prossimi due anni, vi spieghiamo perché (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Indice

Pensione 2023 e coefficienti di trasformazione: i nuovi valori

Pensione 2023 e coefficienti di trasformazione: dal 1° gennaio 2023 sono entrati in vigore i nuovi coefficienti INPS.

Ringraziano i futuri pensionati, che andranno in pensione con un assegno più alto rispetto a quelli maturati fino al 2022, con le stesse condizioni (anni di età e contributi versati).

In questa tabella vediamo di quanto aumentano i coefficienti rispetto al 2021 e 2022. I nuovi valori rimarranno attivi fino al 31 dicembre 2024:

ETA’ DI USCITA         VALORI 2021-2022                  VALORI 2023-2024

57                                       4,186%                              4,270% (+0,024%)

58                                       4,289%                              4,378% (+0,089%)

59                                       4,399%                              4,493% (+0,094%)

60                                       4,515%                              4,615% (+0,100%)

61                                       4,639%                              4,744% (+0,105%)

62                                       4,770%                              4,882% (+0,112%)

63                                       4,910%                              5,028% (+0,118%)

64                                       5,060%                              5,184% (+0,124%)

65                                       5,220%                              5,352% (+0,132%)

66                                       5,391%                              5,531% (+0,140%)

67                                       5,575%                              5,723% (+0,148%)

68                                       5,772%                              5,931% (+0,159%)

69                                       5,985%                              6,154% (+0,169%)

70                                       6,215%                              6,395% (+0,180%)

71                                       6,466%                              6,655% (+0,189%)

Quello appena entrato in vigore è il sesto aggiornamento dei coefficienti di trasformazione dal 1995 ad oggi, da quando, con la Riforma Dini è stato introdotto il sistema contributivo per il calcolo della pensione.

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Prima di andare a vedere come cambiano la pensione 2023 e coefficienti di trasformazione, è necessario chiarire cosa si intende per coefficiente di trasformazione.

Con questo termine indichiamo l’indice che trasforma in pensione il montante contributivo accumulato dal lavoratore durante la sua carriera lavorativa.

Il montante contributivo altro non è che l’insieme delle quote accantonate per ogni anno di lavoro svolto: un lavoratore dipendente mette da parte il 33% della sua retribuzione lorda annua.

Ad esempio, se guadagna 30.000 euro lordi l’anno, metterà da parte il 33% di questo importo, ovvero 9.900 euro. Questo valore è moltiplicato per gli anni di contributi versati dal 1° gennaio 1996 in poi.

Ad esempio, con 25 anni di contributi, il montante contributivo verrà fuori moltiplicando 9.900 euro per 25 anni: circa 248.000 euro. Su questo valore incide il coefficiente di trasformazione.

Ad esempio: se il lavoratore va in pensione a 67 anni, avrà un coefficiente del 5,723%. Il 5,723% di 248.000 euro è circa 14.200 euro, il valore della quota di pensione calcolata con il sistema contributivo (per il sistema misto) oppure l’importo di un anno di pensione lorda (per il sistema contributivo puro).

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Pensione 2023 e coefficienti di trasformazione: su quali pensioni si applicano?

Pensione 2023 e coefficienti di trasformazione. Abbiamo visto come cambiano i coefficienti INPS per il calcolo della pensione.

Questi incideranno sulle pensioni dei lavoratori che:

  • hanno tutti i contributi versati dal 1° gennaio 1996 (sistema contributivo);
  • hanno contributi versati prima e dopo il 1996 (sistema misto);
  • andranno in pensione con Opzione Donna, per la quale è previsto il ricalcolo dell’assegno previdenziale col sistema contributivo.

Prima di continuare la lettura dell’articolo sulla pensione 2023 e coefficienti di trasformazione, ti consigliamo questi approfondimenti:

Pensioni 2023 e coefficienti di trasformazione
Pensione 2023 e coefficienti di trasformazione: nella foto una coppia di pensionati seduti su una panchina.

Pensione 2023 e coefficienti di trasformazione: esempi

Ma di quanto aumenta la pensione di chi uscirà dal mondo del lavoro nel 2023 e nel 2024 rispetto a chi è andato in pensione nel 2022?

Prendiamo come esempio un lavoratore di 67 anni, con 40 anni di contributi, andato in pensione nel 2022 con una retribuzione lorda annua di circa 35.000 euro.

Applicando il sistema misto, individueremo due quote: una calcolata con il sistema retributivo e l’altra con il sistema contributivo.

Per la prima quota prenderemo l’aliquota del 2%, la moltiplicheremo per gli anni di contributi versati fino al 1995 (ad esempio 15 anni) e avremo la percentuale (30%) che inciderà sull’importo delle ultime retribuzioni percepite, solitamente più alte di inizio carriera. Il valore della prima quota sarà di circa 11.500 euro.

Per la seconda quota dovremo individuare il montante contributivo che, come visto in precedenza, è dato dalle quote accantonate per ogni anno di lavoro svolto dal 1996. Il 33% di 35.000 euro è 11.500, moltiplicato per 25 anni di contributi ci dà come risultato 288.750 euro, l’importo del montante contributivo.

Su questo valore applichiamo il coefficiente di trasformazione attivo fino al 2022: il 5,575 a 67 anni di età. Il 5,575% di 288,750 è 16.100 euro, il valore della seconda quota.

Sommando le due quote (11.500 e 16.100) avremo l’importo lordo di un anno di pensione calcolato nel 2022: 27.600 euro, circa 2.100 euro lordi al mese, pari a 1.600 euro netti al mese.

Se, a parità di condizioni (67 anni di età, 40 anni di contributi e 35.000 euro di retribuzione lorda annua), applicassimo i coefficienti di trasformazione in vigore nel 2023 e nel 2024 (a 67 anni è del 5,723%), avremo una pensione lorda annua di oltre 28.000 euro (circa 500 euro in più), per un importo netto mensile di circa 1.700 euro (circa 100 euro in più).

Facciamo un altro esempio, applicato a Quota 103: se il cambio di coefficienti e la nuova misura previdenziale fossero entrati in vigore nel 2022, un lavoratore di 62 anni, con 41 anni di contributi e una retribuzione lorda annua di 30.000 euro, avrebbe preso una pensione di circa 21.900 euro lordi l’anno, pari a 1.350 euro netti al mese.

Nel 2023, invece, con gli stessi parametri, ma con un coefficiente di trasformazione più alto (4,882% anziché 4,770%), maturerà una pensione lorda annua di circa 22.200 euro (circa 300 euro in più), pari a circa 1.400-1.450 euro netti al mese.

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