Pensione anticipata. In Italia è possibile anticipare l’uscita dal mondo del lavoro, in anticipo rispetto ai 67 anni di età previsti per richiedere la pensione di vecchiaia (entra nella community di TheWam e ricevi tutte le news su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Esistono cinque possibilità per poter richiedere la pensione anticipata, che vi elencheremo in questo articolo.
Se siete interessati all’argomento e volete saperne di più, continuate a leggere l’articolo.
Pensione anticipata: Quota 100
La più nota delle pensioni anticipate, ma anche la prima che verrà abolita (dovrebbe essere in vigore fino al 31 dicembre 2021) è Quota 100.
Spetta ai lavoratori dipendenti e autonomi che hanno compiuto almeno 62 anni e maturato 38 anni di contributi, nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 31 dicembre 2021. Quota 100 rimarrà in vigore fino a fine anno, poi dovrebbe essere abolita con la riforma delle pensioni nel 2022.
Si può presentare domanda per Quota 100 sul sito dell’Inps, con Spid o con le altre credenziali digitali. Oppure si può telefonare al numero 803.164 (gratuito da rete fissa) o al 06 164 164 da rete mobile. Oppure affidandosi a patronati e intermediari.
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Pensione anticipata: Opzione Donna
Solo per le donne lavoratrici, è poi in vigore Opzione Donna: la possibilità di andare in pensione anticipatamente con 58 anni di età (dipendenti) o 59 anni di età (lavoratrici autonome) e con almeno 35 anni di contributi maturati entro il 31 dicembre 2021.
A differenza del lavoro dipendente, che va cessato al fine di ottenere la pensione anticipata, non è richiesta la cessazione dell’attività lavorativa svolta dalla lavoratrice autonoma.
Il primo assegno previdenziale arriva dopo 12 mesi (per le lavoratrici dipendenti) o 18 mesi (per le lavoratrici autonome). Per fare richiesta valgono le stesse regole di Quota 100.
Pensione anticipata per lavori usuranti
Un’altra importante opzione è la pensione anticipata per lavori usuranti, detta anche APE Sociale. In questo caso è possibile uscire dal mondo del lavoro con 63 anni di età e 36 di contributi maturati.
Il requisito fondamentale è l’aver svolto un lavoro gravoso per 6 anni negli ultimi 7 anni o per 7 anni negli ultimi 10 anni. Nelle ultime settimane la platea dei lavori ritenuti gravosi è aumentata notevolmente. Ecco l’elenco completo.
Può presentare richiesta per l’APE Sociale chi:
- risulta disoccupato a seguito di licenziamento (anche collettivo), dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale;
- non ha un contratto di lavoro, ma a patto che abbia avuto nei 36 mesi precedenti almeno 18 mesi di contratto e abbia maturato almeno 30 anni di contributi. Inoltre il richiedente deve aver smesso di percepire la disoccupazione da almeno 3 mesi.
- assiste da almeno 6 mesi, al momento della richiesta, il coniuge o un parente di primo grado convivente disabile, oppure un parente o un affine di secondo grado convivente, nel caso in cui i genitori o il coniuge della persona disabile grave abbiano già compiuto 70 anni. Oppure se è il lavoratore stesso ad essere affetto da disabilità, dopo aver maturato almeno 30 anni di contributi.
- ha subito una riduzione della capacità lavorativa con un’invalidità riconosciuta superiore o uguale al 74%. Occorrono almeno 30 anni di contributi versati.
- risulta lavoratore dipendente, con almeno 36 anni di contributi versati e impegnato in lavori gravosi in 7 degli ultimi 10 anni.
Pensione anticipata per invalidità
Esiste, poi, la pensione anticipata per invalidità, riconosciuta a chi ha almeno l’80% di invalidità.
Prevista dal decreto Amato, si può fare richiesta se si ha almeno 61 anni (uomini) o 56 anni (donne), oppure 56 anni (richiedenti uomini non vedenti) o 51 anni (richiedenti donne non vedenti) e almeno 20 anni di contributi maturati.
È possibile andare in pensione anticipata per disabilità anche con soli 15 anni di contributi versati. Questo spetta a:
- chi ha versato 15 anni di contributi prima del 1992;
- chi è stato autorizzato al versamento dei contributi volontari entro il 24 dicembre 1992;
- chi ha almeno 25 anni di contributi versati, 15 anni di contributi da lavoro dipendente e almeno 10 anni svolti in modo discontinuo, che non coprono le 52 settimane necessarie per un anno di contributi.

Pensione anticipata 2021
L’ultima opzione di pensione anticipata è la pensione anticipata 2021, detta anche “classica”. Possono farne richiesta i lavoratori autonomi e dipendenti che hanno maturato almeno 42 anni e 10 mesi di contributi (uomini) o 41 anni e 10 mesi di contributi (donne).
Può essere richiesta dai lavoratori iscritti all’AGO (Assicurazione Generale Obbligatoria), che comprende l’FPLD (Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti) e le gestioni sociali per i lavoratori autonomi. Oppure dagli iscritti alla Gestione Separata o alle forme sostitutive ed esclusive, gestite dall’Inps.
Questa opzione rimarrà in vigore fino al 31 dicembre 2026. Per presentare domanda bisogna interrompere l’attività lavorativa da dipendente, ma non è obbligatorio smettere di lavorare se il lavoratore è autonomo. Il primo assegno viene accreditato dopo 3 mesi.
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