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Pensione anticipata per aziende in crisi

Pensione anticipata per aziende in crisi: una misura consente di uscire prima e vale per le aziende che hanno almeno 15 dipendenti.

di The Wam

Giugno 2022

Pensione anticipata per aziende in crisi: una possibilità di uscita che è stata finanziata fino al 2024. (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

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La misura consente di erogare ai dipendenti che lasciano prima un assegno ponte che li accompagnerà fino alla pensione di vecchiaia. Potenzialmente questo trattamento anticipato può riguardare 20mila lavoratori.

Sono coinvolte anche le aziende medie e piccole.

Scopri la pagina dedicata a tutti i modi per andare in pensione in anticipo.

Prima di vedere come funziona, vediamo quanto è stato stanziato per questa prestazione previdenziale:

Pensione anticipata: le regole nei prossimi giorni

Con l’inflazione galoppante, i costi dell’energia e un mercato globale in grave sofferenza per la guerra in corso, le aziende in crisi sono in costante aumento.

Le regole di questo strumento saranno chiarite nei dettagli in un decreto dello Sviluppo economico, che dovrà essere presentato nei prossimi giorni.

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Le aziende coinvolte dovranno rispondere a determinati requisiti:

Pensione anticipata: 90% dell’importo

Quanto si prende. Il calcolo è piuttosto semplice: l’indennità di accompagnamento alla pensione è pari al 90% della pensione lorda che è stata maturata fino alla data di uscita dal lavoro (che può anche essere comprensiva della Naspi).

La domanda deve essere presentata dall’azienda all’Inps e non meno di 90 giorni prima che il dipendente sia in uscita.

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Per quanto riguarda i requisiti dei dipendenti, funziona così:

Pensione anticipata: contratto d’espansione

C’è poi il contratto di espansione, che è una misura simile e accompagna alla pensione i lavoratori più anziani. Può essere fondamentale per aiutare le aziende che hanno la necessità di attivare le riconversioni e le ristrutturazioni aziendali. In questo modo si elimina anche il problema dei lavoratori esodati.

Pensione anticipata: 5 anni

Lo strumento ha avuto una sua utilità negli anni scorsi e per questo è stata rifinanziata dal governo anche per i prossimi due anni (articolo 63 della legge di Bilancio del 2022).

Con il contratto di espansione i lavoratori potranno uscire dal lavoro fino a 5 anni prima dell’età per la pensione di vecchiaia, quindi a 62 anni.

Questa misura era stata immaginata in via sperimentale per il 2019 – 2020 prima di essere prorogata fino al 2023.

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Con la proroga sono state incluse anche le aziende medio piccole che hanno almeno 50 dipendenti (nel 2019 la misura riguardava solo le imprese con almeno 1000 dipendenti, poi scesi a 250 e a 100).

Pensione anticipata: 13 mensilità

Il lavoratore che aderisce a questa opzione avrà diritto alla pensione maturata giorno dell’uscita. L’assegno mensile (13 mensilità), per tutta la durata dell’anticipo sarà a carico dell’azienda, al netto del valore della Naspi che viene concessa a chi va in prepensionamento.

Questa anticipazione pensionistica consente di cumulare il reddito con altre attività lavorative.

Il trattamento non è reversibile ai superstiti, che riceveranno invece la pensione indiretta (come se il dipendente stesse ancora al lavoro).

Continua intanto il dibattito sulla riforma delle pensioni. Si cerca di accelerare, perché al 31 dicembre scade Quota 102 e si dovrà tornare alle rigide uscite imposte dalla legge Fornero (67 anni).

Pensione anticipata: a 63, 64 anni

Sta tornando d’attualità la proposta formulata dal presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, quella che prevede un’uscita a 63, 64 anni, con la pensione calcolata tutta con il contributivo. Poi raggiunti i 67 anni viene aggiunta anche la quota calcolata con il retributivo.

Comunque sia il governo dovrà trovare delle formule che consentano ai lavoratori una uscita anticipata, perché uno degli obiettivi riguarda proprio la flessibilità. Poi sarà prioritaria la sostenibilità economica e la difesa dei diritti e delle tutele per donne, giovani e lavoratori fragili.

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