Oggi vi parleremo di pensione anticipata e modello SS3: ecco a cosa serve questo documento (scopri le ultime notizie su Invalidità e Legge 104, categorie protette, diritto del lavoro, sussidi, offerte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Pensione anticipata e modello SS3: cos’è?
Il riconoscimento dell’invalidità pensionabile e dei relativi benefici economici e strettamente collegato al rilascio di un documento importante: il certificato medico introduttivo (modello SS3).
Questo documento, oltre a contenere i dati anagrafici del lavoratore e una serie di informazioni di carattere sanitario, attesta le patologie invalidanti dell’interessato.
Modello SS3: chi lo rilascia e invia all’INPS?
Viene trasmesso in via telematica dal medico curante, secondo le modalità definite dall’INPS con la circolare numero 91 del 2 luglio 2012, a cui ha fatto seguito il messaggio numero 487 del 10 gennaio 2014, con il quale si comunica l’obbligatorietà della compilazione del modello SS3 e dell’invio dello stesso per via telematica.
Sarà il medico “certificatore” a rilasciare e compilare online il modello SS3, per poi trasmetterlo all’INPS tramite l’apposita piattaforma telematica, accedendo al sito dell’INPS e al servizio “Prestazioni e Servizi – Certificato SS3 Istanza di invalidità”, se si è in possesso di SPID, CIE o CNS.
In alternativa è possibile collegarsi al sito dell’INPS, selezionare la voce “Prestazioni e Servizi” e poi seguire questa procedura: “Naviga per utente – Medici e ASL – Medici curanti e certificatori”.
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Modello SS3: cosa fare dopo l’invio?
Una volta inviato il certificato, il medico curante rilascerà all’interessato una ricevuta completa del numero univoco della procedura attivata e il certificato medico in originale.
A questo punto, l’interessato avrà 90 giorni di tempo per presentare domanda di invalidità previdenziale, riportando nella domanda “il numero del certificato medico telematico indicato sulla ricevuta di trasmissione consegnata dal medico certificatore”.
Invalidità previdenziale: di cosa parliamo?
Quando parliamo di invalidità previdenziale ci riferiamo a tre particolari misure:
- l’Assegno ordinario di invalidità;
- la pensione di inabilità lavorativa;
- la pensione di vecchiaia anticipata per invalidità.
Cos’è l’Assegno ordinario di invalidità?
L’Assegno ordinario di invalidità è una prestazione economica che l’INPS eroga a coloro che si sono visti riconoscere una riduzione della capacità lavorativa a meno di un terzo, a causa di un’infermità fisica o mentale.
Possono presentare domanda i lavoratori:
- dipendenti (del settore privato);
- autonomi (artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni e mezzadri);
- iscritti ad alcuni fondi pensioni sostitutivi ed integrativi dell’assicurazione generale obbligatoria.
È necessario aver maturato almeno 5 anni di contribuzione (260 contributi settimanali) di cui 156 (3 anni) negli ultimi 5 anni prima della presentazione della domanda.
Chi percepisce l’Assegno ordinario di invalidità può regolarmente continuare a lavorare e riceve un assegno, con decorrenza dal 1° giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda, pari all’importo della pensione maturata al momento della domanda.
Ha validità triennale e può essere confermata, entro la data di scadenza, per tre volte consecutive. Dopo tre riconoscimenti consecutivi, l’Assegno di invalidità è confermato automaticamente, ferme restando le facoltà di revisione. Al compimento dell’età pensionabile, si trasforma in pensione di vecchiaia.
Cos’è la pensione di inabilità lavorativa?
La pensione di inabilità lavorativa viene riconosciuta dall’INPS a coloro che sono impossibilitati, in modo assoluto e permanente, a svolgere qualsiasi attività lavorativa, a causa di malattie o menomazioni fisiche o psichiche.
Ne hanno diritto gli stessi beneficiari dell’Assegno ordinario di invalidità, con gli stessi requisiti contributivi, ma a differenza dell’AOI, con la pensione di inabilità lavorativa non sarà possibile svolgere alcuna attività lavorativa.
E’, inoltre, richiesta:
- la cancellazione dagli elenchi di categoria dei lavoratori;
- la cancellazione dagli albi professionali;
- la rinuncia ai trattamenti a carico dell’assicurazione obbligatoria contro la disoccupazione ed a ogni altro trattamento sostitutivo o integrativo della retribuzione.
Cos’è la pensione anticipata di vecchiaia per invalidità?
La pensione anticipata di vecchiaia, invece, consente alle persone con un’invalidità pari o superiore all’80% di andare in pensione con 56 anni di età (le donne) o 61 anni di età (uomini), in possesso di almeno 20 anni di contributi (15 se questi sono stati versati prima del 31 dicembre 1992).
Possono usufruire di questa prestazione soltanto i dipendenti del settore privato. La misura non è accessibile per tutte le altre categorie di lavoratori.
La domanda per la pensione anticipata di vecchiaia può essere presentata all’INPS allegando l’idonea certificazione a partire dal 1° settembre dell’anno in corso, con un certificato su modello SS3, compilato e inviato telematicamente da un medico dotato di credenziali di accesso al sito dell’INPS. La domanda vera e propria per la pensione dovrà essere presentata per via telematica tramite un patronato.
Chi percepisce la pensione di vecchiaia anticipata per invalidità non può svolgere alcuna attività lavorativa. La prestazione à compatibile con l’assegno mensile di assistenza per invalidi civili e viene calcolata in base alla contribuzione maturata dall’interessato.

Faq su Assegno ordinario e pensione di inabilità
Come funziona la maggiorazione contributiva sulla pensione di inabilità?
L’articolo 1, comma 15 della legge numero 335 del 1995 prevede una maggiorazione dell’anzianità contributiva dell’interessato, non superiore a 40 anni. Al montante contributivo accumulato al momento della decorrenza della pensione, viene aggiunta una quota di contribuzione riferita al periodo che manca per il raggiungimento del 60° anno di età. All’interessato viene riconosciuta una maggiorazione contributiva che copre la distanza che manca al compimento dei 60 anni di età, entro un massimo di 40 anni di contributi. Se il lavoratore avesse già compiuto 60 anni o avesse già maturato 40 anni di contributi non avrebbe diritto ad alcun beneficio contributivo.
Vengono considerati i contributi figurativi per il passaggio dalla pensione di inabilità alla pensione di vecchiaia?
No, se durante la percezione della pensione di inabilità non hai svolto un’attività lavorativa e non hai versato contributi all’INPS, gli anni in cui hai percepito la pensione di inabilità non ti vengono riconosciuti come contributi figurativi.
Quando spettano i contributi figurativi con l’Assegno ordinario di invalidità?
Quando il diritto all’Assegno viene a cessare, i periodi di godimento durante i quali non è stata prestata attività lavorativa vengono considerati utili al conseguimento di un’altra prestazione (ad esempio la pensione di vecchiaia) o di un altro Assegno ordinario di invalidità. Questi periodi sono coperti da contribuzione figurativa, utile solo ai fini del diritto alla pensione, ma non per il calcolo dell’importo.
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