Vediamo insieme come si calcola la pensione da avvocato con 35 anni di contributi, qual è l’attuale sistema previdenziale della Cassa Forense e cosa accadrà dal 2024 (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Quando va in pensione un avvocato?
La pensione di un avvocato, ma vale anche per gli altri iscritti agli Albi professionali, si calcola in modo diverso rispetto ai trattamenti INPS.
Questo, perché, gli avvocati non versano contributi nel fondo INPS ma nell’apposita Cassa Forense, che stabilisce regole ad hoc per il calcolo della pensione.
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Pensione di vecchiaia e anticipata per un avvocato
A partire dal 1° gennaio 2021, inseguito alla riforma della previdenza forense del 2009, sono entrati in vigore nuovi requisiti minimi per l’accesso alla pensione di vecchiaia per avvocati.
Mentre dipendenti pubblici e privati, lavoratori autonomi e iscritti alla gestione separata accedono alla pensione di vecchiaia con 67 anni di età e un’anzianità contributiva minima di 20 anni, gli avvocati possono andare in pensione solo al compimento dei 70 anni di età, con 35 anni di contributi versati.
Esistono anche due tipi di pensione anticipata. Alla prima si accede sempre con un minimo di 35 anni di contributi, in un’età compresa tra 65 e 70 anni. Ma in questo caso, si applica un coefficiente di riduzione dell’importo della pensione pari allo 0,41% per ogni mese di anticipo rispetto all’età anagrafica prevista per la pensione di vecchiaia (70 anni).
La seconda scatta al compimento del 62° anno di età, con 40 anni di contributi versati e senza penalizzazioni sull’importo dell’assegno. Gli stessi requisiti consentono di accedere alla pensione di anzianità (previa cancellazione da tutti gli Albi professionali).
Infine, per gli avvocati che hanno un’anzianità contributiva di almeno 5 anni, al compimento del 70° anno di età, è possibile l’accesso alla pensione di vecchiaia contributiva (per dipendenti e lavoratori autonomi il diritto scatta a 71 anni).
Pensione di invalidità e inabilità per avvocati
Per quanto riguarda le formule previdenziali per avvocati invalidi o inabili al lavoro, la Cassa Forense eroga:
- una pensione di invalidità (una sorta di Assegno ordinario di invalidità), che non richiede la cancellazione dall’Albo ed è corrisposta ai professionisti a cui è stata riconosciuta una condizione di infermità fisica o mentale (preesistente e aggravata dopo l’iscrizione all’Albo o sopravvenuta dopo l’iscrizione), che ha provocato la riduzione della capacità lavorativa a meno di un terzo. Occorrono almeno 40 anni di età e almeno 5 anni di iscrizione alla Cassa Forense;
- la pensione di inabilità, prevede una situazione di incapacità permanente e totale al lavoro e richiede la cancellazione dall’Albo. Occorrono almeno 40 anni di età e 5 anni di iscrizione alla Cassa Forense.
La pensione ai superstiti
Quando un avvocato iscritto alla Cassa Forense muore, la pensione spetta, in percentuali diverse, agli eredi: si parla di pensione indiretta (se non ha ancora maturato il diritto alla pensione) e di pensione di reversibilità (se, prima del decesso, l’avvocato era titolare di pensione).
Pensione da avvocato con 35 anni di contributi: cosa accadrà nel 2024?
Dal 2024 entrerà in vigore la riforma della previdenza forense, strutturata su tre diverse tipologie di pensione, in base al periodo in cui sono maturati i contributi:
- gli avvocati con una iscrizione superiore ai 18 anni al 31 dicembre 2023 rimangono soggetti al vecchio modello retributivo (con riduzione del coefficiente di rendimento dell’1,40% al 1,30%);
- gli avvocati con un’anzianità contributiva inferiore ai 18 anni al 31 dicembre 2023 saranno soggetti al calcolo della pensione con il sistema misto (retributivo sino al 31 dicembre 2023 e contributivo dal 2024);
- gli avvocati iscritti a partire dal 1° gennaio 2024 saranno soggetti al modello contributivo puro. Il montante contributivo sarà costituito anche dal 1% del contributo integrativo.
Cambiano i requisiti per la pensione di vecchiaia (70 anni di età e 20 anni di contributi). Chi vuole anticipare l’uscita dovrà aver maturato almeno 35 anni di contributi (e aver compiuto 65 anni di età).
La pensione minima degli avvocati iscritti alla Cassa Forense non può essere inferiore a 9.000 euro annui.
Come si calcola la pensione da avvocato con 35 anni di contributi?
La pensione di un avvocato si calcola tenendo conto di due quote:
- quota di base;
- quota modulare.
La quota base viene calcolata con il metodo retributivo. Si applica un coefficiente pari all’1,40% al reddito pensionabile individuale (dal 1° gennaio 2024 si scende all’1,30%), per ogni anno di contributi versati.
Alla quota di base si somma la quota modulare, calcolata con metodo contributivo. L’importo del montante individuale sarà dato dalla somma dei versamenti eseguiti entro il 31 dicembre a cui si applicherà un tasso annuo di capitalizzazione pari al 90%.
Quanto prende di pensione un avvocato con 35 anni di contributi?
Da una statistica Istat si evince che un avvocato matura una pensione di vecchiaia di circa 39.300 euro annui, mentre per le pensioni di anzianità l’importo supera di poco i 36.000 euro annui.
Per quanto riguarda la pensione minima, nel 2023 la media degli importi è di poco superiore a 12.200 euro annui.

Faq sulle pensioni per avvocati
Di quanto verrà ridotto il contributo minimo sulle pensioni da avvocato dal 2024?
Il contributo soggettivo minimo verrà ridotto da circa 3.000 euro a 2.200 euro, a partire dal 1° gennaio 2024. Per i nuovi iscritti, per i primi quattro anni non sarà dovuto il contributo minimo.
Di quanto aumenta l’aliquota massima per la contribuzione modulare volontaria?
A partire dal 1° gennaio 2024, l’aliquota massima per la contribuzione modulare volontaria verrà aumentata dal 10% al 15% per fare in modo di integrare il montante contributivo.
Quali sono le novità per i padri e per le madri avvocati?
Dal 2024 sono previste novità anche in tema di maternità, paternità e adozione. In sede di pensionamento, viene riconosciuto un coefficiente di trasformazione aumentato di un anno rispetto all’età anagrafica dell’avvocato, che comporterà un incremento delle pensioni (o quote di pensione) calcolate col sistema contributivo.
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