Pensione con 20 anni di contributi: quali possibilità nel 2023? Ne parliamo in questo approfondimento (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice
- In pensione con 20 anni di contributi: quattro possibilità
- In pensione con 20 anni di contributi: pensione di vecchiaia
- In pensione con 20 anni di contributi: totalizzazione dei contributi
- In pensione con 20 anni di contributi: pensione anticipata contributiva
- In pensione con 20 anni di contributi: pensione anticipata per invalidità
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In pensione con 20 anni di contributi: quattro possibilità
Tra le tante soluzioni previdenziali in vigore nel 2023, quattro di queste permettono al lavoratore o alla lavoratrice, in presenza di determinati requisiti, di poter accedere alla pensione con 20 anni di contributi.
Parliamo di:
- pensione di vecchiaia;
- pensione di vecchiaia in regime di totalizzazione;
- pensione anticipata contributiva;
- pensione anticipata per invalidità.
Sono quattro soluzioni molto diverse tra loro. La “classica” pensione di vecchiaia permette l’uscita dal mondo del lavoro con 20 anni di contributi versati, al compimento dei 67 anni di età. Tali requisiti rimarranno in vigore almeno fino al 31 dicembre 2024.
La pensione anticipata contributiva è dedicata ai contributivi puri, ovvero a coloro che hanno versato contributi esclusivamente a partire dal 1° gennaio 1996 in poi. Si può andare in pensione con 20 anni di contributi al compimento dei 64 anni di età.
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La pensione di vecchiaia in regime di totalizzazione è una formula che permette di avere diritto a un’unica pensione di vecchiaia ai lavoratori che hanno versato contributi in diverse casse, gestioni o fondi previdenziali.
Anche in questo caso si può andare in pensione con 20 anni di contributi unitamente a 66 anni di età.
Infine, c’è la pensione anticipata per invalidi: anche in questo caso occorrono 20 anni di contributi versati, 61 anni di età per gli uomini e 56 anni di età per le donne e una percentuale di invalidità civile riconosciuta pari o superiore all’80%.
Nei prossimi paragrafi entreremo nel dettaglio delle quattro soluzioni previdenziali che permettono di andare in pensione con 20 anni di contributi.
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In pensione con 20 anni di contributi: pensione di vecchiaia
Andare in pensione con 20 anni di contributi è possibile rispettando i requisiti delle quattro soluzioni che consentono l’uscita dal mondo del lavoro in possesso di quest’anzianità contributiva.
La prima è la pensione di vecchiaia, la formula classica per terminare la propria carriera lavorativa e avviare quella da pensionato/a.
Per accedere alla pensione di vecchiaia è necessario aver compiuto 67 anni e aver maturato almeno 20 anni di contributi.
Per quanto riguarda i contributivi puri, quindi per chi ha versato contributi soltanto a partire dal 1° gennaio 1996, per andare in pensione a 67 anni e con 20 anni di contributi è necessario soddisfare un terzo requisito.
L’importo dell’assegno maturato deve essere almeno 1,5 volte il valore dell’Assegno Sociale.
Considerato che, con gli aumenti previsti per la rivalutazione del 7,3%, nel 2023 l’importo dell’Assegno Sociale è di 503,27 euro, per andare in pensione a 67 anni di età, con 20 anni di contributi versati tutti dal 1996, è obbligatorio aver maturato una pensione di almeno 754,90 euro.
In caso contrario, non si avrà diritto alla pensione di vecchiaia e sarà necessario arrivare fino ai 71 anni di età per accedere alla pensione di vecchiaia contributiva (con almeno 5 anni di contributi effettivi versati).
In pensione con 20 anni di contributi: totalizzazione dei contributi
La seconda possibilità è sempre legata alla pensione di vecchiaia, ma con la formula della totalizzazione dei contributi.
Questa possibilità è concessa a chi ha versato contributi in almeno due diverse casse, gestioni o fondi previdenziali. Attraverso la totalizzazione dei contributi, uno strumento completamente gratuito, il lavoratore o la lavoratrice può riunire i contributi in un’unica cassa o gestione, ottenendo una sola pensione.
La pensione di vecchiaia in regime di totalizzazione viene riconosciuta al compimento dei 66 anni di età, con 20 anni di contributi versati, ma soltanto dopo una finestra mobile di 18 mesi: significa che il primo assegno verrà corrisposto soltanto un anno e mezzo dopo la maturazione dei requisiti anagrafici e contributivi.
L’importo della pensione di vecchiaia con il regime di totalizzazione viene determinato con il sistema “pro-quota” da ciascuna delle gestioni pensionistiche a cui sono stati versati i contributi.
Solitamente le quote di pensione liquidate dagli enti previdenziali pubblici sono calcolate con il metodo contributivo. Nel caso in cui il lavoratore o la lavoratrice è iscritto/a prima del 1996 e ha già raggiunto, in una delle gestioni, i requisiti minimi per la pensione, l’importo dell’assegno verrà calcolato con il sistema retributivo o misto.
Sulla pensione di vecchiaia liquidata in regime di totalizzazione:
- è prevista la normale tassazione IRPEF come per tutti gli altri trattamenti pensionistici derivanti da contributi;
- si applicano gli aumenti a titolo di rivalutazione automatica delle pensioni con riferimento al trattamento unico complessivamente considerato, sulla base delle disposizioni di legge vigenti e con onere a carico delle gestioni interessate;
- è prevista la concessione dei trattamenti di famiglia;
- si applicano eventuali trattenute sindacali;
- non si operano le trattenute per redditi da lavoro dipendente o autonomo;
- non si riconosce l’integrazione al trattamento minimo;
- sono concesse le maggiorazioni sociali purché tra le quote che compongono la pensione ve ne sia almeno una a carico delle gestioni per le quali è previsto tale beneficio, in presenza delle condizioni reddituali.
Sarà l’INPS a pagare al pensionato l’importo totale del trattamento pensionistico che deriva dalla totalizzazione dei contributi, anche per conto degli altri enti e nel caso in cui non vi siano quote a proprio carico.

In pensione con 20 anni di contributi: pensione anticipata contributiva
La terza possibilità a disposizione per poter andare in pensione con 20 anni di contributi è la pensione anticipata contributiva.
Parliamo di un’altra soluzione dedicata esclusivamente ai contributivi puri. Chi ha versato 20 anni di contributi soltanto a partire dal 1996, al compimento dei 64 anni di età, avrà diritto ad accedere alla pensione anticipata ordinaria.
Attenzione, però: la possibilità è concessa soltanto se l’importo della pensione maturata sia almeno 2,8 volte il valore dell’Assegno Sociale. Nel 2023 il limite minimo è fissato a 1.409,16 euro lordi. Sotto questa soglia non si avrà diritto alla pensione anticipata ordinaria.
In pensione con 20 anni di contributi: pensione anticipata per invalidità
L’ultima soluzione è legata all’invalidità civile, condizione necessaria per poter accedere alla pensione anticipata per invalidità, con 20 anni di contributi versati.
La misura è consentita soltanto ai lavoratori del settore privato (sono esclusi i dipendenti pubblici e gli autonomi), che hanno compiuto 61 anni di età (uomini) o 56 anni di età (donne) in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 20 anni e di una percentuale di riduzione della capacità lavorativa, accertata tramite visita medica, pari o superiore all’80%.
Per i lavoratori non vedenti, i requisiti anagrafici scendono a 56 anni per gli uomini e a 51 anni per le donne.
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