In questo articolo vi parleremo di pensione con part time da 24 ore: come si calcola e quanto si prende? (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Il part time incide sulla pensione?
Bisogna subito chiarire un concetto: il part time non incide negativamente sul diritto alla pensione, quanto sul suo importo.
Questo perché la riduzione del numero di ore lavorate incide sul valore del montante contributivo, sicuramente più basso rispetto a quello maturato da un lavoratore a tempo pieno.
Minore sarà la retribuzione, più basso sarà l’importo dell’assegno pensionistico una volta usciti dal mondo del lavoro.
L’aspetto “positivo” è legato al numero di anni di contributi: rimane invariato, per chi sceglie di lavorare part time (a prescindere che sia orizzontale, verticale o ciclico), a condizione che il lavoratore o la lavoratrice rispetti il minimale INPS per il lavoro dipendente: nel 2023 è di 227,18 euro settimanali, per un minimale annuale di 11.813,36 euro.
Sotto questa soglia, un anno di lavoro non corrisponderebbe a un anno di pensione. E questo inciderebbe negativamente sul requisito contributivo minimo per l’accesso alla pensione, con il conseguente rischio di dover posticipare la data di uscita, per molti possibile soltanto al compimento dei 71 anni di età (solo con almeno 5 anni di contributi versati dal 1996 in poi).
Una possibilità per rimediare alla perdita di contribuzione, per i lavoratori e per le lavoratrici part time, è il riscatto degli anni di lavoro parziale effettuati a partire dal 1° gennaio 1996, ma solo se questi siano collocati all’interno del periodo temporale del rapporto lavorativo.
Altrimenti, l’interessato può richiedere di versare volontariamente anni di contributi per integrare la retribuzione persa: ma questo ha un costo, spesse volte fuori portata per le tasche del lavoratore o della lavoratrice.
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Quanti tipi di part time ci sono?
Ma come funziona la pensione con part time 24 ore? Prima di rispondere alla domanda è opportuno distinguere i tre tipi di contratto part time:
- verticale (lavoro a tempo pieno, ma solo in alcuni giorni della settimana, del mese o dell’anno);
- orizzontale (orario di lavoro fisso, tutti i giorni, ma con meno ore del full time);
- misto (prevede una combinazione delle due modalità precedentemente indicate (ad esempio: dal lunedì al mercoledì a tempo pieno e giovedì e venerdì col part time).
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Part time verticale: esempio
Il part time verticale prevede un’attività lavorativa svolta a tempo pieno, ma solo per pochi giorni.
Prendiamo come esempio un part time da 24 ore settimanali: il lavoratore o la lavoratrice sarà impiegato/a per 8 ore al giorno e per 3 giorni consecutivi, alternati o sfalsati a seconda del contratto sottoscritto. In questo caso maturerà 24 ore di lavoro settimanali.
Part time orizzontale: esempio
Il part time orizzontale, invece, prevede un orario di lavoro fisso, tutti i giorni, ma non full time.
Ad esempio, con 24 ore lavorative per contratto, il lavoratore o la lavoratrice potrebbe prestare servizio per 4 ore al giorno, dal lunedì al sabato (quindi 6 giorni lavorativi), dalle 9.30 alle 13.30.
In questo caso maturerebbe le 24 ore settimanali (4 ore x 6 giorni a settimana).
Contratto part time e montante contributivo: quanto incide?
Per usufruire del totale riconoscimento del periodo ai fini del diritto, la percentuale del part time non può essere inferiore al 50% dell’orario di servizio completo, poiché va rispettato il minimale contributivo, come anticipato in apertura di articolo.
I periodi di servizio part time influiscono in negativo sulla misura della pensione, sull’importo del TFS e de TFR.
Il lavoratore, percependo una retribuzione inferiore, verserà una minore contribuzione che penalizzerà il montante contributivo accumulato alla cessazione.
Se la retribuzione percepita da un lavoratore part-time è inferiore al minimale settimanale o annuo, il periodo lavorato non verrà riconosciuto per intero, ma sarà soggetto a una riduzione proporzionale dell’importo versato.
Ti consigliamo questo approfondimento sui diritti di un lavoratore disabile con contratto part time.
Esempio di pensione con part time da 24 ore
Prendiamo come esempio un lavoratore part time con 24 ore di servizio a settimana.
Per calcolare le settimane lavorate in un anno dobbiamo moltiplicare il numero di ore lavorate (24) per il numero di settimane in un anno (52). Il risultato 1.248 è il numero di ore lavorate e retribuite.
Dividendo questo valore per 40 (l’orario settimanale a tempo pieno) avremo il numero di settimane utili per il calcolo della pensione: 31.
Significa che per raggiungere i 20 anni di contributi per la pensione di vecchiaia, un lavoratore part time del settore privato dovrà lavorare circa 30 anni (ma avrà sempre 20 anni di contributi versati).
Quanto si prende di pensione con part time da 24 ore?
Chiaramente un lavoratore part time a 24 ore settimanali percepirà uno stipendio di poco superiore alla metà della retribuzione percepita da un lavoratore full time.
Ad esempio, 17-18.000 euro anziché 30.000 euro. Questo influirà sull’importo della pensione.
Se questo venisse calcolato col sistema contributivo (20 anni di contributi versati solo dopo il 1° gennaio 1996) avremo un montante contributivo (il 33% della retribuzione lorda annua) di 118.800 euro.
Su questo valore si applica il coefficiente di trasformazione che a 67 anni è del 5,72%. Il 5,72% di 118.800 euro è 6.800 euro circa, l’importo lordo di un anno di pensione, pari a 525 euro lordi al mese, intorno ai 370-380 euro netti al mese (ricordiamo che un contributivo puro non ha diritto all’integrazione al minimo).

Faq sul contratto part time
Cosa significa part time prima della pensione?
Il “part time prima della pensione” è una misura che consente ai lavoratori di ridurre progressivamente le loro ore di lavoro man mano che si avvicinano all’età pensionabile. Ciò significa che i lavoratori possono iniziare a ricevere una parte della loro pensione mentre continuano a lavorare a tempo parziale.
Come il part-time prima della pensione potrebbe aiutare lavoratori anziani e giovani?
Questa misura può rendere meno gravosi gli ultimi anni di lavoro per i lavoratori anziani e facilitare una “staffetta generazionale”, consentendo ai giovani di entrare nel mondo del lavoro.
Come funziona la tredicesima per chi ha un contratto part time
La tredicesima per chi ha un contratto part time viene calcolata in modo proporzionale alle ore impiegate sul posto di lavoro. Se quindi lavori a tempo parziale, il tuo bonus annuale sarà determinato in base alle ore effettivamente prestate.
Per esempio, se lavori la metà delle ore di un dipendente a tempo pieno, riceverai la metà dell’importo della tredicesima che riceverebbe un dipendente a tempo pieno con lo stesso stipendio.
Quali sono gli esempi di calcolo della pensione con 25 anni di contributi?
Se hai versato 10 anni di contributi fino al 1995 e 15 anni dal 1996, con una retribuzione lorda annua di 25.000 euro, la tua pensione sarà calcolata con il sistema misto. Se tutti i tuoi contributi sono stati versati dal 1996 in poi, con la stessa retribuzione, utilizzeremo il sistema contributivo. In entrambi i casi, l’importo della tua pensione varierà a seconda della retribuzione e dei contributi versati.
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