Negli ultimi tempi si è sentito molto parlare dell’introduzione della Mia e del confronto con il Reddito di cittadinanza. Meno numerose sono state, invece, le discussioni sul futuro della Pensione di cittadinanza. In questo approfondimento cerchiamo di capire cosa cambierebbe tra Pensione di cittadinanza e Mia e chi sarebbe danneggiato (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sul Reddito di Cittadinanza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Tra le domande più frequenti che i cittadini si stanno ponendo negli ultimi mesi c’è sicuramente questa: che ne sarà del Reddito di cittadinanza dopo la Mia?
Eppure, un fetta significativa degli italiani si chiede anche cosa succederà alla Pensione di cittadinanza, oltre al Rdc. Anche se il Governo ha più volte affermato di lavorare a una nuova misura per i destinatari della Pdc, al momento non sono ancora giunte notizie concrete, neanche sotto forma di proposta, per questo specifico gruppo di beneficiari.
Dalle ultime dichiarazioni, invece, si sta facendo sempre più probabile la possibilità che la Mia, la nuova Misura di inclusione attiva, sarà un sostituto sia della Pensione sia del Reddito di cittadinanza. Per questo motivo, nei prossimo paragrafi cerchiamo di analizzare meglio le differenze tra Pensione di cittadinanza e Mia, spiegando perché i destinatari della Pdc sarebbero danneggiati dalla Mia.
Indice
- Pensione di cittadinanza e Mia: chi riceve la Pdc oggi?
- Pensione di cittadinanza e Mia: come diminuisce l’importo?
- Pensione di cittadinanza e Mia: chi sono i cittadini danneggiati e come
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Pensione di cittadinanza e Mia: chi riceve la Pdc oggi?
Prima di iniziare un confronto tra Pensione di cittadinanza e Mia, soprattutto dal punto di vista degli importi, ricordiamo brevemente come funziona la Pdc e a chi spetta oggi.
Dunque, la Pensione di cittadinanza è stata introdotta insieme al Reddito di cittadinanza con il decreto legislativo 4/2019, allo scopo di fornire un sostegno economico ai cittadini in età pensionabile (over 67) che con i propri mezzi non riuscivano ad arrivare a fine mese.
In particolare, hanno diritto alla Pensione di cittadinanza le famiglie composte interamente da componenti dai 67 anni in su, a prescindere dal fatto che ricevano o meno la pensione di vecchiaia, ma spetta anche ai nuclei familiari in cui è presente una sola persona di almeno 67 anni, ma ci sono altri componenti con disabilità. Ciò vuol dire che tutti i percettori di Pensione di cittadinanza rientrano nella famosa categoria dei “non occupabili” introdotta dal Governo.
In base agli ultimi dati, al momento sono 124.691 le famiglie che percepiscono la Pdc, ricevendo ogni mese un importo medio di 308,56 euro. Come per i titolari di Rdc non occupabili, anche i beneficiari della Pensione di cittadinanza riceveranno l’assegno spettante fino al 31 dicembre 2023, dopodiché la misura economica sarà abolita ufficialmente dal 2024.
E cosa ne sarà a questo punto della Pensione di cittadinanza? In assenza di decisioni ufficiali, sembrerebbe che l’ipotesi più probabile sia la sostituzione sia della Pdc sia del Rdc con la Mia, ossia la Misura di inclusione attiva. Ciò vuol dire che non si farebbe più alcuna differenza tra i percettori del Reddito e quelli della Pensione di cittadinanza.
Questo dato potrebbe rappresentare un danno non indifferente per gli attuali beneficiari. Nel prossimo paragrafo vediamo quindi cosa cambierebbe tra Pensione di cittadinanza e Mia dal punto di vista degli importi e della fruizione della misura.
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Pensione di cittadinanza e Mia: come diminuisce l’importo?
Il funzionamento della Mia, con importi, requisiti e tempistiche, deve essere ancora definito. Al momento, infatti, è stata pubblicata solo una bozza del piano del Governo sulla nuova misura che sostituirebbe il Reddito di cittadinanza e, forse, la Pensione di cittadinanza.
In ogni caso, dalle informazioni disponibili al momento, è evidente che tra Pensione di cittadinanza e Mia c’è una differenza importante già a partire dagli importi. Con la nuova misura, gli attuali percettori della Pdc sarebbero inevitabilmente danneggiati. Vediamo perché.
Oggi, le famiglie destinatarie della Pensione di cittadinanza ricevono un importo che parte da 630 euro mensili (quindi 7.560 euro all’anno) che va moltiplicato per il valore della scala di equivalenza dei singoli nuclei familiari.
Per esempio, una famiglia composta da due persone potrebbe ricevere 756 euro al mese, che diventano 1.134 con tre componenti. Chiaramente, specifichiamo che non si tratta di un importo fisso, ma una somma che può variare in base agli altri redditi percepiti. Infatti, dalla somma che sarebbe riconosciuta a titolo di Pdc bisogna togliere il reddito complessivo del nucleo familiare.
Quindi, se un cittadino riceve ogni mese 300 euro di pensione ed è solo in famiglia, avrà diritto a 330 euro di Pensione di cittadinanza, più un rimborso fino a 150 euro laddove viva in affitto. Rispetto al Reddito di cittadinanza, la Pensione di cittadinanza è più favorevole, dal momento che il Rdc parte da un importo di 500 euro mensili.
Ma cosa succederebbe con il passaggio alla Mia? Nulla di buono, purtroppo.
Se la Mia sarà effettivamente approvata così come è stata presentata in bozza, lo Stato non farà distinzione tra i percettori di Reddito e quelli di Pensione di cittadinanza. L’importo spettante della Mia equivale in ogni caso a 500 euro mensili per tutti i nuclei familiari con almeno un componente over 60, disabile o minore, mentre la somma scende a 375 euro per i nuclei senza questi componenti (cioè i cosiddetti occupabili).
Di conseguenza, gli attuali beneficiari della Pensione di cittadinanza avrebbero diritto a 130 euro in meno al mese rispetto a oggi.
Ecco una guida degli importi della Mia e Reddito di cittadinanza con esempi.

Pensione di cittadinanza e Mia: chi sono i cittadini danneggiati e come
Nel paragrafo precedente abbiamo visto come diminuirebbero gli importi della Pensione di cittadinanza con il passaggio alla Mia, specificando che non ci sarebbero differenze tra gli attuali percettori di Pensione e Reddito di cittadinanza.
Tuttavia, l’aspetto economico non è l’unico preoccupante per chi oggi riceve la Pensione di cittadinanza. Infatti, un altro aspetto che ha fatto molto discutere riguarda la durata della nuova misura.
Mentre la Pensione di cittadinanza spetta ai beneficiari per 18 mesi ed è rinnovabile all’infinito, la Mia spetterebbe per 18 mesi solo dopo la prima domanda, per poi durare 12 mesi dalla seconda domanda in poi. Questo però vale solo per le famiglie con componenti con più di 60 anni, persone con disabilità o minorenni a carico.
Coloro che fanno parte degli “occupabili“, invece, avranno diritto alla Mia per 12 mesi dopo la prima domanda, per 6 mesi dopo la seconda e per richiedere il sostegno una terza volta dovranno attendere un anno e mezzo.
Infine, oltre alla riduzione della durata e degli importi, c’è un altro elemento fondamentale da considerare: la platea di beneficiari della Mia. Secondo la bozza attuale, la Misura di inclusione attiva sarà erogata ai nuclei familiari con un reddito ISEE non superiore a 7.200 euro, contro i 9.360 euro previsti sia per il Rdc sia per la Pdc.
Ciò vuol dire che se da un lato alcuni percettori della Pensione di cittadinanza riceveranno un importo minore della misura, dall’altro c’è anche chi rischia di non avere diritto ad alcun sostegno a causa del proprio reddito ISEE.
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