Pensione di cittadinanza 2024: cosa resta senza Pdc?

Pensione di cittadinanza 2024: cosa rimarrà del sussidio dopo la sua abolizione? Ecco da cosa potrebbe essere sostituito.

Carmine Roca è un giornalista esperto in pensioni e fisco.
Conoscilo meglio

7' di lettura

Pensione di cittadinanza 2024: cosa rimarrà dopo la sua cancellazione? Ne parliamo in questo approfondimento (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sul Reddito di Cittadinanza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Indice

Pensione di cittadinanza 2024: cosa rimarrà?

La legge di bilancio ha ufficializzato l’abolizione del Reddito di cittadinanza, inclusa la Pensione di cittadinanza, il sussidio erogato ai pensionati con assegni bassi o a chi, raggiunta una certa età, non è riuscito ad accedere ad alcuna pensione.

La Pensione di cittadinanza 2024 non ci sarà. Uscirà di scena il 1° gennaio 2024, ma fino al 31 dicembre 2023, a differenza dei percettori del Reddito, non è previsto alcun taglio dopo 7 mesi: la riduzione non si applica per i nuclei familiari che presentano almeno un over 60, disabili o minorenni.

Ma cosa rimarrà della Pensione di cittadinanza nel 2024? I percettori della misura rimarranno senza aiuti? Non sarà così, almeno nelle intenzioni del Governo Meloni.

È pur vero che l’attuale esecutivo si è schierato contro il Reddito di cittadinanza, decretandone la fine per il 2024. Ma è altrettanto vero che, secondo quanto riportato nella legge di bilancio, le risorse risparmiate dovrebbero (e il condizionale è d’obbligo, quando si parla di politica), confluire in un “Fondo per il sostegno alla povertà e per l’inclusione attiva”, gestito direttamente dal Ministero del Lavoro.

Scopri la pagina dedicata al Reddito di cittadinanza: pagamenti, diritti e bonus compatibili.

I cosiddetti inoccupabili, ovvero coloro che hanno compiuto almeno 60 anni e sono ormai fuori dal mondo del lavoro per sopraggiunti limiti di età, non verranno abbandonati. A loro sarà riservata una nuova misura, che il Governo Meloni introdurrà il prossimo anno.

Si è parlato del Reddito di sussistenza, ad esempio, una misura garantita dallo Stato agli over 60, ma gestita dai Comuni e non più dall’INPS. Oppure del Reddito di inclusione o ancora del nuovo Reddito di solidarietà, di cui vi parleremo nei prossimi paragrafi.

Inoltre, un’altra fetta di risorse risparmiate potrebbe finire nel calderone che finanzierebbe l’aumento delle pensioni minime.

Ricordiamo che a partire dal 1° gennaio 2023, l’importo dei trattamenti al minimo, oltre a beneficiare dell’aumento per la rivalutazione del 7,3% hanno ricevuto un ulteriore “bonus” arrivando a 571 euro per i pensionati con un’età inferiore a 75 anni e a 597 euro per chi ha già compiuto 75 anni.

Chissà, magari potrebbe davvero concretizzarsi il “sogno” di Silvio Berlusconi e portare le pensioni minime a 1.000 euro entro la fine della legislatura, grazie sacrificio di Reddito e Pensione di cittadinanza 2024.

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Pensione di cittadinanza 2024 sostituita dal Reddito di inclusione?

Abbiamo visto che, nonostante l’abolizione della Pensione di cittadinanza 2024, i percettori della misura di contrasto alla povertà, con un’età superiore ai 60 anni, non verranno abbandonati dal Governo.

A loro sarà fornito ugualmente un supporto adeguato affinché vivano una vita dignitosa. La natura di questo sussidio, però, è ancora ignota.

Una strada porta al passato e alla re-introduzione del Reddito di inclusione, entrato in vigore nel 2018 e sostituito dal Reddito di cittadinanza. In questa staffetta tra sussidi cambiano i requisiti per accedervi.

Per il Reddito di inclusione potrebbe essere necessario:

  • risiedere in modo continuativo in Italia da almeno due anni al momento della presentazione della domanda e fino al termine del beneficio;
  • essere cittadino italiano, UE o extra-UE titolare di permesso di soggiorno di lungo periodo CE oppure di protezione internazionale.
  • avere un ISEE in corso di validità non superiore a 6mila euro;
  • avere un valore ISRE (indicatore reddituale dell’ISEE, ossia l’ISR diviso la scala di equivalenza, al netto delle maggiorazioni) non superiore a 3.000 euro;
  • avere un patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20mila euro;
  • avere un patrimonio mobiliare (depositi, conti correnti) non superiore a 10mila euro per tre o più componenti (ridotto a 8mila euro per la coppia e a 6mila euro per singolo componente).

Dovrebbero essere esclusi dal Reddito di inclusione:

  • gli intestatari di imbarcazioni, auto e moto immatricolati nei 24 mesi precedenti la domanda del Rei (esclusi gli autoveicoli e motoveicoli in favore di persone disabili);
  • gli intestatari di navi ed imbarcazioni da diporto.

Pensione di cittadinanza 2024 e Reddito di inclusione: quali differenze?

A differenziare più di tutto il Reddito o la Pensione di cittadinanza dal Reddito di inclusione è soprattutto l’importo del sussidio.

Quello del Rei dipende da una soglia di reddito minimo, probabilmente fissata a 3.000 euro e rimodulato in base a questi fattori:

  • numero dei componenti del nucleo familiare;
  • parametro della scala di equivalenza ISEE e alla soglia di riferimento in sede di prima applicazione. Per questo la soglia minima di riferimento considerata è di 2.250,00 (75% di 3000,00);
  • inoltre, il beneficio economico massimo non può superare l’importo annuale dell’assegno sociale maggiorato del 10%.

L’importo mensile sarebbe compresa tra i 187 euro al mese per ogni singolo componente della famiglia (soglia di riferimento di 2.250 euro) ai 539,82 euro al mese per i nuclei familiari con 6 o più componenti (soglia di riferimento di 6.477 euro).

Agli importi mensili è necessario sottrarre i trattamenti assistenziali erogati dall’INPS e i contributi economici ricevuti dai Comuni.

Se prendiamo in considerazione soltanto l’aspetto economico ci accorgiamo che rispetto al Reddito o alla Pensione di cittadinanza, gli eventuali percettori del Reddito di inclusione riceverebbero un sussidio decisamente più risicato.

Pensione di cittadinanza 2024
Pensione di cittadinanza 2024: nella foto un’anziana abbraccia un cane.

Pensione di cittadinanza 2024 sostituita dal Reddito di solidarietà?

L’alternativa al Reddito di inclusione per sostituire la Pensione di cittadinanza 2024 potrebbe essere il nuovo Reddito di solidarietà. Una proposta avanzata, tempo fa, da Fratelli d’Italia.

Cosa prevede? L’erogazione di un assegno fino a 650 euro a famiglie con ISEE bassi.

La quota base è di 400 euro, poi si aggiungerebbero altri 250 euro nel caso in cui il nucleo familiare presentasse figli o disabili a carico.

Il Reddito di solidarietà arriverebbe in soccorso delle famiglie in difficoltà economiche, con un ISEE inferiore a 15.000 euro, prive di reddito da lavoro, con all’interno persone che hanno compiuto almeno 60 anni di età: gli stessi che avrebbero percepito l’eventuale Pensione di cittadinanza 2024.

Al momento è soltanto un’ipotesi, quindi prendete con le pinze tutte le informazioni che stiamo per fornirvi.

Per poter ricevere il Reddito di solidarietà e quindi un assegno che va da un minimo di 400 euro a un massimo di 650 euro, potrebbe essere necessario:

  • non possedere reddito familiare;
  • essere titolari di un solo immobile (non di lusso);
  • aver dichiarato un ISEE corrente inferiore a 15.000 euro.
  • possedere un patrimonio mobiliare non superiore a 10.000 euro;
  • avere la residenza in Italia da almeno 10 anni.

Nelle intenzioni di Fratelli d’Italia, il Reddito di solidarietà verrebbe erogato per 12 mesi, probabilmente rinnovabili.

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