È possibile ottenere pensione di invalidità civile e Legge 104? Se vengo riconosciuto invalido civile ho accesso diretto ai benefici delle 104? (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Pensione di invalidità civile e Legge 104
Pensione di invalidità e Legge 104 non vanno di pari passo. Nel senso che sei stato riconosciuto invalido civile con una percentuale superiore al 74% e hai diritto alla prestazione economica, non hai di conseguenza accesso automatico alle agevolazioni concesse con la Legge 104.
È necessario infatti non confondere l’invalidità civile con l’handicap e con la non autosufficienza. Vediamo quali sono le differenze.
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Differenza tra invalidità civile, handicap e non autosufficienza
Invalidità civile
L’invalidità consiste nella riduzione della capacità lavorativa della persona, derivante da un’infermità o da una menomazione.
Se la persona non è in età lavorativa (cioè se si tratta di un minorenne o di una persona con almeno 67 anni di età), per valutare l’invalidità non ci si riferisce alla capacità lavorativa, ma alla capacità di svolgere i compiti e le funzioni proprie dell’età.
Handicap
L’handicap, invece, è lo svantaggio sociale che deriva da un’infermità o una menomazione.
Nello specifico, è considerato portatore di handicap chi presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, sia stabile che progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa.
L’handicap può essere riconosciuto non grave, in situazione di gravità o superiore ai due terzi. La disabilità può inoltre essere motoria, sensoriale, intellettiva o psichica. Se due o più di queste condizioni siano contemporaneamente presenti, si parla di pluridisabilità.
Non autosufficienza
La condizione di non autosufficienza, consiste nell’impossibilità permanente di compiere gli atti quotidiani della vita senza assistenza, o di camminare senza l’aiuto di un accompagnatore.
In questo approfondimento chiariamo le differenze tra menomazione, disabilità e handicap. Definizioni e come distinguerle.
A chi spetta la pensione di invalidità
La pensione, intesa sia come trattamento di previdenza (che richiede un requisito contributivo minimo), che come trattamento di assistenza (connesso cioè alla situazione di bisogno del disabile), non spetta per il solo riconoscimento dell’handicap, quindi della Legge 104. Può spettare, però, in relazione al riconoscimento dell’invalidità o della non autosufficienza.
Inoltre, la pensione anticipata per lavoratori precoci, con 41 anni di contributi e l’Ape sociale (un trattamento di accompagnamento alla pensione che è riconosciuto a partire dai 63 anni) spettano, in relazione alla Legge 104, ai cosiddetti caregiver, cioè a quei lavoratori che non sono portatori di handicap in prima persona, ma assistono un familiare con disabilità grave.
La pensione di invalidità civile
La pensione d’invalidità civile, o più precisamente l’assegno di assistenza per gli invalidi civili parziali, è un assegno di assistenza erogato dall’INPS a chi possiede un’invalidità civile riconosciuta dal 74% al 99%, se è disoccupato e non supera determinati limiti di reddito.
Questo assegno d’invalidità, per il 2023, ammonta a 313,91 euro al mese. Il limite di reddito personale annuo che consente di aver diritto alla prestazione è pari a 5.391,88 euro per il 2023.
La maggior parte delle prestazioni economiche per invalidità vengono concesse solo se non si superano determinati limiti reddituali. Se il trattamento non ti è stato riconosciuto perché superavi questi limiti, ma successivamente ci rientri, devi fare nuova richiesta di invalidità per modifica del reddito, o vale quella presentata in precedenza? La risposta in questo approfondimento.
Pensione di inabilità civile
La pensione d’inabilità civile è un altro trattamento di assistenza, riconosciuto dall’INPS agli invalidi civili totali, cioè con invalidità riconosciuta in misura pari al 100%. La pensione ha lo stesso importo dell’assegno di assistenza, dunque, per il 2023, è pari a 313,91 euro al mese mensili.
Il limite di reddito personale che consente di aver diritto alla prestazione, però, è più alto rispetto al limite valido per l’assegno di assistenza, essendo pari a 17.920,00 euro annui per il 2023. Inoltre, non è richiesto lo stato di disoccupazione.
In presenza di specifiche condizioni, anche in questo caso, spetta una maggiorazione pari a 10,33 euro.
L’importo della pensione d’inabilità civile può inoltre beneficiare dell’incremento al milione, sino a 660,79 euro mensili per il 2023.
Per avere diritto al beneficio dell’incremento al milione, gli invalidi civili totali devono soddisfare i seguenti requisiti di reddito:
- redditi propri non superiori a 9.102,34 euro (il valore corrisponde all’importo massimo della pensione con incremento al milione, ossia a 651,51 euro, moltiplicato per 13 mensilità), qualora il beneficiario non sia sposato;
- redditi propri di importo non superiore a 9.102,34 euro e redditi propri cumulati con quelli del coniuge di importo annuo non superiore a 15.644,85 euro, qualora il beneficiario sia sposato e non legalmente ed effettivamente separato.
A coloro il cui reddito annuo risulta nella fascia tra 9.102,34 euro e 15.644,85 euro è garantita comunque la pensione d’inabilità civile da 313,91 euro.
Chi prende la pensione di invalidità ha diritto alla quattordicesima? Vediamo cosa dice la legge e chi sono gli esclusi dalla mensilità aggiuntiva.
L’Assegno ordinario di invalidità
L’Assegno ordinario d’invalidità è una prestazione, riconosciuta dall’INPS, che spetta a chi possiede un’invalidità riconosciuta superiore ai 2/3.
Ne hanno diritto la generalità dei lavoratori iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria INPS e ad alcuni fondi sostitutivi: ad esempio, l’Assegno ordinario spetta a chi è iscritto al fondo pensione lavoratori dipendenti, o alle gestioni speciali degli artigiani e dei commercianti, o alla gestione separata.
L’Assegno ordinario d’invalidità non spetta ai dipendenti pubblici e agli iscritti alle gestioni esclusive dell’Assicurazione generale obbligatoria, che hanno però diritto, al contrario della generalità dei lavoratori, alla pensione per inabilità alle mansioni e a proficuo lavoro.
Perché si possa ottenere l’assegno ordinario d’invalidità è necessario avere:
- almeno 5 anni di contributi;
- almeno 3 anni di contributi versati nell’ultimo quinquennio;
- un’invalidità riconosciuta superiore ai 2/3, ossia la riduzione della capacità lavorativa a meno di 1/3: attenzione, non basta il riconoscimento dell’invalidità civile, cioè della riduzione della capacità lavorativa generica, ma è necessario il riconoscimento dell’invalidità al lavoro, valutato sulla base dell’attività svolta in precedenza dall’interessato e di ogni altra occupazione che il lavoratore possa svolgere, in relazione alla sua età, capacità ed esperienza, senza esporre a ulteriore danno la propria salute.
In sostanza, ai fini dell’Assegno ordinario di invalidità, si deve rilevare la residua capacità lavorativa in occupazione confacenti alle attitudini dell’interessato.
Per sapere a quanto ammonta l’assegno d’invalidità, bisogna considerare che il trattamento è assimilato alla pensione ed è calcolato allo stesso modo della generalità delle pensioni dirette, cioè:
- col sistema retributivo o reddituale fino al 31 dicembre 2011 (che si basa sulla media degli ultimi stipendi), poi contributivo (questo sistema si basa invece sulla contribuzione accreditata e sull’età pensionabile), per chi possiede almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995;
- col sistema retributivo o reddituale fino al 31 dicembre 1995, poi contributivo, per chi possiede meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995: si tratta del cosiddetto sistema misto;
- col sistema integralmente contributivo per chi non possiede contributi versati alla data del 31 dicembre 1995.
L’Assegno ordinario d’invalidità è cumulabile con i redditi da lavoro, ma limitatamente. Per i titolari di assegno di invalidità, infatti, la legge prevede due tipologie di riduzione dell’assegno se il titolare continua a lavorare e supera un determinato limite di reddito.
Vediamo se e quando è possibile percepire l’Assegno ordinario di invalidità con disoccupazione e se le due prestazioni possono essere cumulate.
L’indennità di accompagnamento
L’indennità di accompagnamento, o accompagno, è una prestazione di assistenza che spetta agli invalidi civili totali, nella misura del 100%, non in grado di compiere gli atti quotidiani della vita senza assistenza o di camminare senza l’aiuto di un accompagnatore.
L’importo dell’assegno di accompagnamento, per il 20231, è pari a 527,16. Non ci sono limiti di reddito per averne diritto.
Il beneficio economico è riconosciuto per 12 mensilità (non si ha diritto alla tredicesima).
Come calcolare il montante contributivo per la pensione? Ecco cos’è, a cosa serve e come calcolarlo per sapere l’importo della pensione.
Pensione di inabilità al lavoro
Ha diritto alla pensione di inabilità il lavoratore, o il titolare di un assegno di invalidità, che si trova, a causa della sua infermità, nell’assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa.
Non basta, dunque, l’invalidità civile del 100%, né l’inabilità assoluta a una o più mansioni o al proficuo lavoro, ma ci si deve trovare nell’assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi tipo di attività lavorativa.
Bisogna inoltre possedere almeno 5 anni di contributi, di cui 3 versati nell’ultimo quinquennio: in caso di passaggio dall’assegno di invalidità alla pensione di inabilità il requisito contributivo nel quinquennio è automaticamente perfezionato.
La pensione di inabilità viene riconosciuta solo in seguito alla cessazione di ogni attività lavorativa e alla cancellazione da elenchi o albi.
Domanda per la maggiorazione contributiva agli invalidi: come, a chi e quando presentarla per ottenere l’agevolazione prevista dalla legge?

Pensione di invalidità e Legge 104: quando è possibile
Abbiamo come pensioni agevolate, sia nel caso in cui si tratti di prestazioni di assistenza, che di prestazioni di previdenza, sono riconosciute sulla base dell’invalidità dell’interessato, cioè della riduzione della sua capacità lavorativa.
Ma se è riconosciuta la Legge 104 è riconosciuta in automatico anche l’invalidità? Spesso, nel concreto, si riscontra che al riconoscimento di un’invalidità totale è accompagnato il riconoscimento dell’handicap in situazione di gravità.
Bisogna però osservare che si tratta di due valutazioni differenti e che le due condizioni non devono essere in alcun modo confuse.
Il riconoscimento dell’handicap
Per essere beneficiario sia della pensione di invalidità che delle agevolazioni Legge 104, è necessario che la Commissione ASL valuti sia la tua capacità lavorativa residua che lo svantaggio sociale derivante proprio da quel tipo di patologia o menomazione che hanno permesso il riconoscimento dell’invalidità civile.
La procedura richiede per prima cosa che il tuo medico di base predisponga un certificato medico introduttivo nel quale certifica la tua disabilità, elencando le patologie che ti riguardano.
Lo stesso medico curante invierà il certificato all’INPS e potrà inoltrare per te la domanda per la Legge 104, altrimenti puoi farlo tu accedendo al sito INPS con le tue credenziali (SPID, CIE o CNS), oppure puoi farti aiutare da un Caf o da un patronato.
Una volta presentata la domanda, nei successivi 30 giorni – 15 per malattie oncologiche – verrai convocato a visita mediante raccomandata a/r.
La visita si svolgerà davanti alla Commissione Medica dell’ASL, che valuterà tutta la documentazione sanitaria presentata e deciderà se accertare o meno la presenza di handicap. Nel dettaglio, i 4 giudizi che possono essere presenti nel verbale 104 sono i seguenti:
- Persona non handicappata
- Persona con handicap (articolo 3, comma 1, Legge 104/1992)
- Persona con handicap grave (articolo 3, comma 3, Legge 104/1992)
- Persona con handicap superiore al 2/3 (articolo 21, Legge 104/1992)
All’interno del verbale, inoltre, verrà specificato se il riconoscimento è:
- definitivo, se il quadro patologico è irreversibile o addirittura ingravescente e quindi non vi saranno visite future di revisione;
- tale da poter essere sottoposto a revisione (con nuova successiva chiamata a visita) a una certa data.
Ricordiamo che, se il riconoscimento dell’handicap viene negato, è sempre possibile fare ricorso contro il verbale 104.
Se la Commissione non si pronuncia entro i primi 45 giorni dalla presentazione della domanda per 104, al fine di ottenere le agevolazioni e i permessi 104, sono previsti gli accertamenti in via provvisoria da parte di un medico specialista nella patologia denunciata.
In base all grado di handicap riconosciuto hai diritto ad agevolazioni sempre più importanti.
In questo articolo ti spieghiamo a quali benefici hai accesso con il riconoscimento dell’art. 3 comma 1 della Legge 104 (handicap senza gravità), mentre qui parliamo delle agevolazioni con l’art. 3, comma 3 della Legge 104.
FAQ (domande e risposte)
La pensione di invalidità è compatibile con l’attività lavorativa?
La pensione di invalidità è compatibile con l’attività lavorativa, purché non si superi il limite di reddito previsto per il riconoscimento della prestazione. È invece incompatibile con le prestazioni dirette di invalidità a qualsiasi titolo erogate.
Cosa succede alla mia pensione di invalidità civile dopo i 65 anni?
La pensione di invalidità civile si trasforma in assegno sociale quando raggiungi i 65 anni. L’assegno sociale è una prestazione economica a carattere assistenziale rivolta alle persone con redditi inferiori alle soglie annuali stabilite per legge. Se l’importo dell’assegno sociale è inferiore a quello della pensione di invalidità, sarà prevista una integrazione.
Posso chiedere l’aggravamento dell’handicap e ottenere il comma 3 della Legge 104?
Se ti stai chiedendo se è possibile chiedere l’aggravamento dell’handicap e ottenere il comma 3 della Legge 104, la risposta è sì, è possibile. Il comma 3 della Legge 104 prevede una maggior tutela per le persone con disabilità che presentano un aggravamento delle condizioni di salute.
Quando una persona con disabilità sperimenta un peggioramento delle proprie condizioni, è possibile richiedere un riesame della situazione e ottenere l’aggravamento dell’handicap. Questo può comportare un incremento delle misure di sostegno e delle agevolazioni previste dalla Legge 104.
Per richiedere l’aggravamento dell’handicap, è necessario presentare una domanda all’INPS, fornendo la documentazione medica aggiornata che attesti il peggioramento delle condizioni di salute. È consigliabile consultare il proprio medico curante o uno specialista per ottenere una valutazione accurata della situazione e raccogliere la documentazione necessaria.
Una volta ottenuto l’aggravamento dell’handicap, sarà possibile beneficiare delle disposizioni del comma 3 della Legge 104.
Le agevolazioni Legge 104 vanno anche ai familiari della persona disabile?
Sì, le agevolazioni previste dalla Legge 104 non si limitano solo alla persona disabile, ma si estendono anche ai suoi familiari. La Legge 104 prevede infatti una serie di misure di sostegno che riguardano sia la persona con disabilità che il suo nucleo familiare.
Cosa posso fare se non mi viene riconosciuta la Legge 104?
Se la richiesta di riconoscimento della Legge 104 non viene accolta, ci sono alcune azioni che puoi intraprendere per fare valere i tuoi diritti. Ecco alcuni passi da seguire:
- Richiedi chiarimenti: se non ti viene riconosciuta la Legge 104, puoi chiedere spiegazioni alle autorità competenti per capire i motivi della decisione. Chiedi quali documenti o prove sono stati valutati e cerca di comprendere se ci sono eventuali errori o omissioni.
- Presenta ricorso: se ritieni che la decisione sia ingiusta o che siano state commesse delle irregolarità nella valutazione della tua richiesta, puoi presentare un ricorso. Rivolgiti a un professionista esperto nel campo legale, come un avvocato specializzato in diritti dei disabili, per ottenere assistenza nella preparazione del ricorso.
- Raccogli documentazione aggiuntiva: se durante la valutazione della tua richiesta sono stati richiesti documenti o prove che non hai fornito, potresti considerare la possibilità di raccogliere ulteriori documentazioni per supportare la tua richiesta. Ad esempio, puoi ottenere certificati medici aggiuntivi o raccomandazioni da parte di specialisti.
- Richiedi assistenza: se non ti senti in grado di affrontare il processo di ricorso da solo, puoi richiedere assistenza a organizzazioni o associazioni che si occupano di diritti dei disabili. Queste organizzazioni possono fornirti supporto legale, informazioni utili e consigli sulla migliore strategia da seguire.
Ricorda che ogni situazione è unica e le azioni da intraprendere possono variare a seconda delle circostanze. È sempre consigliabile consultare un professionista competente per ricevere consigli personalizzati in base alla tua situazione specifica.
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