In questo approfondimento vi parliamo di pensione di reversibilità e cumulo con un’altra pensione (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Pensione di reversibilità e cumulo con un’altra pensione
La pensione di reversibilità è la prestazione che l’INPS eroga al familiare superstite del pensionato deceduto, in misura proporzionale alla familiarità tra il dante causa e l’erede.
La pensione di reversibilità è compatibile con il reddito da lavoro e le pensioni dirette: ad esempio, se il coniuge è titolare di una sua pensione, può ugualmente percepire la reversibilità.
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Pensione di reversibilità e cumulo con un’altra pensione: la sentenza della Cassazione
Quando parliamo di pensione di reversibilità e cumulo con un’altra pensione, è necessario riprendere la sentenza numero 162 della Corte Costituzionale, che il 30 giugno 2022 ha stabilito che: “la pensione di reversibilità non può essere decurtata, in caso di cumulo con ulteriori redditi del beneficiario, di un importo che superi l’ammontare complessivo dei redditi aggiuntivi”.
Questo significa che il cumulo tra la pensione di reversibilità e il reddito del beneficiario esiste e i limiti vanno rispettati, ma è altrettanto vero che la Consulta ha dichiarato che la prestazione ai superstiti può essere diminuita, ma soltanto fino a concorrenza dei limiti stessi, rispettando i principi di solidarietà previsti dalla misura destinata ai familiari superstiti del pensionato deceduto.
Sempre secondo la Corte Costituzionale, la pensione di reversibilità valorizza il legame familiare che univa, in vita, il titolare della pensione con chi, alla sua morte, ha beneficiato del trattamento di reversibilità.
Il legame familiare, dunque, non può tramutarsi da un vantaggio a un problema per il familiare superstite, privato di una somma che supera i propri redditi personali.
Pensione di reversibilità e cumulo con un’altra pensione: limiti reddituali
Come spiegato in precedenza, rifacendoci alla sentenza della Corte Costituzionale, il cumulo tra pensione di reversibilità e reddito deve essere contenuto nei limiti previsti dalla legge.
Questi sono i limiti reddituali, oltre i quali la pensione di reversibilità viene decurtata del:
- 25%, se i redditi superano 3 volte l’ammontare dell’importo annuo del trattamento minimo (21.985,86 euro);
- 40%, se i redditi superano 4 volte l’ammontare dell’importo annuo del trattamento minimo (29.314,48 euro);
- 50%, se i redditi superano 5 volte l’ammontare dell’importo annuo del trattamento minimo (36.643,10 euro).
La pensione di reversibilità non subisce alcun taglio se il reddito complessivo è inferiore a 21.985,86 euro annui e se il coniuge superstite ha a carico figli minori, studenti o figli inabili al lavoro.
A chi spetta la pensione di reversibilità?
Possono ricevere la pensione di reversibilità:
- coniuge e figli minori (se maggiorenni, devono essere studenti o inabili);
- uniti civilmente, conviventi di fatto (equiparati al coniuge);
- nipoti minorenni o maggiorenni inabili a carico dei nonni;
- genitori, in assenza di coniuge e figli aventi diritto;
- fratelli o sorelle inabili al lavoro, non titolari di pensione, a carico del lavoratore o del pensionato deceduto, in assenza di genitori.
Ai sensi dell’articolo 1, comma 41, della legge numero 335 del 1995, l’importo della pensione di reversibilità si calcola così:
- al coniuge spetta il 60%;
- al coniuge con un solo figlio spetta l’80%;
- al coniuge con due o più figli spetta il 100%;
- al figlio unico superstite, minore, studente o inabile spetta il 70%;
- a ciascun figlio, se ne ha diritto anche il coniuge, spetta il 20%;
- a ciascun figlio, se il coniuge non ne ha diritto, spetta il 40%;
- a genitori o fratelli e sorelle, spetta il 15% per ciascuno.

Faq sulla pensione di reversibilità
Quando si perde il diritto alla pensione di reversibilità?
La pensione di reversibilità decade o si perde in alcuni casi. Se il coniuge divorziato decide di risposarsi, per esempio, non avrà più diritto a ricevere la pensione di reversibilità. Lo stesso accade se i figli inabili trovano un lavoro o se i figli maggiorenni superano l’età limite (21 anni o 26 per gli studenti universitari) o interrompono gli studi. Anche i genitori perdono il diritto alla pensione se iniziano a percepire un’altra pensione, e i fratelli inabili se si sposano.
Come si richiede la pensione di reversibilità?
Per ottenere la pensione di reversibilità, bisogna inviare una richiesta all’INPS dopo la morte del defunto. Questo può essere fatto online, tramite il Contact Center INPS, o rivolgendosi a un CAF o un patronato del territorio. La domanda deve essere inviata entro dieci anni dalla morte del titolare del trattamento.
Cosa si intende per assegno di vedovanza?
L’assegno di vedovanza è un incentivo riservato ai titolari della pensione di reversibilità che sono anche invalidi al 100%. C’è un requisito reddituale da rispettare: bisogna avere un reddito complessivo non superiore a 31.296,62 euro all’anno. L’assegno varia tra i 52,91 o 19,59 euro al mese, a seconda della fascia reddituale di appartenenza.
Cosa succede se lo stato di inabilità del figlio cambia dopo la morte del genitore?
Lo stato di inabilità del figlio deve esistere al momento della morte del genitore. Eventuali peggioramenti dello stato di salute intervenuti dopo la morte del genitore non influiscono sulla pensione di reversibilità. Allo stesso modo, il venir meno dello stato di inabilità comporta la cessazione del diritto alla pensione ai superstiti.
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