Pensione di reversibilità e pensione indiretta: quali sono i requisiti per accedervi? Ne parliamo in questo approfondimento (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Pensione di reversibilità: a chi spetta
Pensione di reversibilità e pensione indiretta. La pensione di reversibilità è una prestazione economica erogata dall’INPS in favore dei familiari superstiti del pensionato deceduto.
I beneficiari della pensione di reversibilità sono il coniuge (anche se separato o divorziato e titolare di assegno divorzile), i figli minorenni, inabili, fino a 21 anni se studenti, fino a 26 anni se studenti universitari a carico dei genitori; ai nipoti a carico del nonno o della nonna deceduta.
Successivamente, in caso di assenza o mancanza delle figure appena elencate, la pensione spetta ai genitori (over 65, a carico del pensionato defunto e non titolari di pensione) o ai fratelli o sorelle, celibi e nubili, a carico del pensionato.
La pensione spetta a partire dal primo giorno del mese successivo a quello in cui è avvenuto il decesso. A prescindere dal momento in cui è stata presentata la domanda. L’importo della pensione di reversibilità è stabilito in percentuale, in base alla pensione goduta dal defunto.
In base al familiare beneficiario, la pensione di reversibilità spetta secondo questi parametri:
- 60% – al coniuge superstite senza figli a carico;
- 70% – al figlio superstite;
- 80% – al coniuge superstite con un figlio a carico oppure a due figli senza coniuge;
- 100% – al coniuge superstite con due figli a carico oppure a tre o più figli superstiti.
L’importo subirà una riduzione in base ai redditi del beneficiario:
- del 25% – Se il reddito del beneficiario è superiore a 3 volte il trattamento minimo annuo (20.429 euro);
- del 40% – Se il reddito del beneficiario è superiore a 4 volte il trattamento minimo annuo (27.238,88 euro);
- del 50% – Se il reddito è superiore a 5 volte il trattamento minimo annuo (34.048,60 euro).
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Pensione indiretta: cos’è e a chi spetta?
Pensione di reversibilità e pensione indiretta. La pensione indiretta, invece, viene percepita dai familiari superstiti del lavoratore non pensionato.
Si riceve se il lavoratore abbia maturato alternativamente almeno 780 contributi settimanali oppure 260 contributi settimanali, di cui almeno 156 nei 5 anni prima della morte.
Anche in questo caso la pensione spetta a partire dal primo giorno del mese successivo al decesso e a prescindere dal momento in cui è presentata la domanda.
Pensione di reversibilità e pensione indiretta: domanda e assenza requisiti
Pensione di reversibilità e pensione indiretta. La domanda, e vale sia per la pensione di reversibilità che per quella indiretta, si presenta telematicamente attraverso il sito dell’INPS, utilizzando il codice PIN personale, oppure facendosi aiutare da un patronato. O ancora, contattando il call center dell’INPS al numero gratuito 803.164.
Quando il lavoratore defunto non ha raggiunto i requisiti per ottenere la pensione, i familiari possono beneficiare soltanto delle indennità:
- per morte, dovuta ai superstiti del lavoratore assicurato all’INPS fino al 31 dicembre 1995. Nessuno dei familiari superstiti deve avere i requisiti per ricevere una pensione indiretta e nei 5 anni prima della morte, il defunto abbia versato almeno un anno di contributi. La domanda va presentata entro un anno dalla morte del lavoratore;
- indennità una tantum, dovuta ai superstiti del lavoratore assicurato all’INPS a partire dal 31 dicembre 1995, che non abbiano i requisiti per ottenere la pensione indiretta e rendite per infortunio sul lavoro o malattia professionale conseguente alla morte del lavoratore. Inoltre non devono avere redditi superiore al limite per l’ottenimento dell’assegno sociale.

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