In questo approfondimento parleremo di pensione di vecchiaia con 20 anni di contributi versati prima o dopo il 1996: cosa cambia? (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Pensione di vecchiaia con 20 anni di contributi: età pensionabile
Almeno sino al 31 dicembre 2026 non ci saranno adeguamenti dell’età pensionabile alla speranza di vita ISTAT.
Il 18 luglio 2023, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha emesso un Decreto, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale (G.U. 243/2023), che ha certificato una variazione ISTAT negativa della speranza di vita.
C’è stata una diminuzione di 0,11 di anno (corrispondente a un mese). Questa variazione è stata calcolata confrontando la media dei valori registrati negli anni 2021 e 2022 con quella degli anni 2019 e 2020.
Cosa significa questo? Che l’incremento della speranza di vita non scatterà dal 1° gennaio 2025, come si ipotizzava, ma non prima del 2026. Rimarranno invariate l’età per la pensione di vecchiaia e dell’assegno sociale (67 anni).
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Pensione di vecchiaia con 20 anni di contributi: contribuzione al 1995
La pensione di vecchiaia continuerà a spettare a chi, compiuti 67 anni di età, vanta un’anzianità contributiva minima di 20 anni.
Ci saranno ancora le differenze tra chi ha maturato una contribuzione prima del 31 dicembre 1995 e chi, invece, è privo di contributi al 1995, avendoli versati tutti a partire dal 1° gennaio 1996.
Nel primo caso, il calcolo dell’assegno può essere eseguito applicando le regole del sistema retributivo (se tutti i contributi sono versati entro il 1995) oppure del sistema misto (se i contributi sono stati versati prima e dopo il 1995).
Pensione di vecchiaia con 20 anni di contributi: esempio di calcolo con sistema misto
Prendiamo come esempio un lavoratore dipendente di 67 anni, che ha verso 20 anni di contributi tra il 1995 e il 1996 (suddivisi, ad esempio, in 10 anni fino al 1995 e 10 anni dal 1996). Con una retribuzione lorda annua di 25.000 euro.
Applicando il sistema misto, avremo bisogno di individuare due quote: la prima con le regole del retributivo, moltiplicando l’aliquota di computo (2%) per gli anni di contributi versati (10) e calcolando la percentuale (20%) sulle ultime retribuzioni percepite. Con un calcolo sommario possiamo dire, che la prima quota avrà un importo di 5.200 euro.
La seconda quota la calcoleremo con le regole del contributivo, individuando il montante contributivo: un lavoratore dipendente accantona il 33% della sua retribuzione lorda annua, l’importo totale, a fine carriera, dà vita al montante contributivo, che in questo caso potrebbe avere un importo di 82.500 euro.
Su questo valore incide il coefficiente di trasformazione, che a 67 anni è del 5,723%. Il 5,723% di 82.500 euro è 4.722 euro. Sommando le due quote (5.200 euro e 4.722 euro) avremo l’importo lordo di un anno di pensione 9.922 euro, pari a 764 euro lordi al mese, circa 500 euro netti al mese.
Con una retribuzione lorda annua di 28.000 euro, maturerà una pensione di 10.890 euro, circa 838 euro lordi al mese, intorno ai 550 euro netti. Mentre con una retribuzione più bassa (23.000 euro), si percepirà una pensione inferiore agli 8.950 euro lordi, circa 688 euro lordi al mese, intorno ai 450 euro netti.
Pensione di vecchiaia con 20 anni di contributi: contribuzione dal 1996
Cambiano, invece, le regole per chi va in pensione a 67 anni, con 20 anni di contributi maturati esclusivamente a partire dal 1° gennaio 1996.
In questo caso, oltre all’unico sistema di calcolo disponibile (il contributivo, molto penalizzante), per poter accedere alla pensione, il lavoratore o la lavoratrice dovrà maturare un importo minimo di pensione pari a 1,5 volte il valore dell’Assegno sociale, che nel 2023 è di 503,27 euro.
Dunque, l’importo minimo dell’assegno, che consentirebbe l’accesso alla pensione con 20 anni di contributi, è di 754,90 euro al mese. Sotto questo valore, non si potrà presentare domanda di pensione.
Sarà possibile farlo soltanto al compimento dei 71 anni di età, per accedere alla pensione di vecchiaia contributiva (almeno 5 anni di contributi versati, tutti a partire dal 1996).
Pensione di vecchiaia con 20 anni di contributi: esempio di calcolo con sistema contributivo
Volendo fare un esempio di calcolo di pensione con 20 anni di contributi, tutti versati dal 1996, prenderemo un lavoratore dipendente di 67 anni, con una retribuzione di 25.000 euro lordi.
Il suo montante contributivo sarà all’incirca di 165.000 euro, su cui va applicato il coefficiente di trasformazione del 5,723%, che trasformerà il montante in importo lordo annuo di pensione: 9.443 euro, circa 726 euro lordi al mese, intorno ai 500 euro netti al mese.
Con una retribuzione più alta (28.000 euro), maturerà una pensione di 10.577 euro lordi annui, pari a 814 euro lordi al mese, circa 580 euro netti al mese. Con una retribuzione più bassa (23.000 euro), si avrà una pensione di 8.688 euro lordi annui, circa 668 euro lordi al mese, intorno ai 420 euro netti al mese.

Faq sulla pensione
Qual è l’effetto dell’inflazione sulla spesa pensionistica per il 2023?
L’inflazione ha avuto un impatto significativo sulla spesa pensionistica, facendola salire fino a 317 miliardi di euro nel 2023. La rivalutazione dei trattamenti pensionistici è legata all’inflazione dell’anno precedente, contribuendo a un aumento della spesa.
Cosa cambia nella pensione per chi ha iniziato a lavorare dal 1996?
Chi ha iniziato a lavorare dal 1996, noti come contributivi puri, saranno soggetti a un sistema di calcolo contributivo che è generalmente più penalizzante. L’importo della pensione risulterà più basso a causa delle carriere discontinue e dell’età pensionabile che potrebbe essere più elevata.
Quali sono le soluzioni proposte dal governo per migliorare l’assegno pensionistico?
Il governo sta lavorando su varie ipotesi, una delle quali è la previdenza integrativa. La ministra Calderone ha proposto di semplificare l’accesso ai sistemi di previdenza complementare. Questo consentirebbe ai futuri pensionati di raggiungere parametri più favorevoli, come un’uscita anticipata dal lavoro a 64 anni o ricevere l’assegno di vecchiaia a 67 anni.
Che impatto ha la previdenza integrativa sul calcolo della pensione per chi lavora dal 1996?
La previdenza integrativa può essere una soluzione per chi inizia a lavorare ora, ma è meno efficace per chi ha iniziato nel 1996 e si trova a pochi anni dalla pensione. Versare ulteriori contributi in un fondo pensione non garantirà un significativo aumento dell’assegno pensionistico per questi contributivi puri.
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