Pensione 2023, aumentarla con i diritti inespressi: esempi

Pensione e diritti inespressi 2023 per aumentare l'assegno: quali sono e a chi spettano? Ecco l'elenco dei più importanti e come richiederli.

Carmine Roca è un giornalista esperto in pensioni e fisco.
Conoscilo meglio

5' di lettura

Pensione e diritti inespressi 2023: vediamo insieme come aumentare l’importo della pensione sfruttando i diritti inespressi (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Indice

Pensione e diritti inespressi 2023: quali sono?

Pensione e diritti inespressi 2023: lo sapevate che potreste aumentare l’importo della vostra pensione, sfruttando dei diritti posseduti, ma mai sfruttati?

I diritti inespressi sono quei diritti che spettano ai pensionati, ma che non vengono richiesti dal diretto interessato.

L’INPS, infatti, riconosce alcuni diritti soltanto se questi vengono richiesti dal pensionato, tramite apposita domanda.

L’istituto, infatti, non eroga automaticamente le somme a cui il pensionato ha diritto e neppure si premura di contattarlo per attivare quei diritti economici non sfruttati.

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In pratica i diritti inespressi stanno lì, fermi, in attesa di essere utilizzati per aumentare l’importo della pensione. E alcune volte, quell’aumento è una vera manna dal cielo.

I diritti inespressi possono essere richiesti in qualsiasi momento, vanno in prescrizione dopo un quinquennio: quindi è possibile recuperare le somme non ricevute, ma entro i 5 anni dalla maturazione del diritto.

Ma quali sono i diritti inespressi più comuni? Ecco l’elenco:

  • maggiorazioni sociali;
  • integrazione al trattamento minimo;
  • l’aumento al milione per gli invalidi;
  • quattordicesima;
  • assegno al nucleo familiare (pensionati dipendenti);
  • assegno familiare (pensionati autonomi);
  • maggiorazione per ex combattenti.

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Pensione e diritti inespressi 2023: l’importanza del Modello RED

Abbiamo visto cosa e quali sono i diritti inespressi che portano a un aumento della pensione.

Parliamo di tutti quegli incentivi, delle agevolazioni o degli sgravi fiscali che possono aumentare la pensione minima, ma anche la pensione di invalidità.

Può accadere che, da un anno all’altro, un pensionato si ritrovi una persona fiscalmente a carico, oppure riprenda a lavorare dopo la quiescenza o, magari, a causa di una diminuzione del reddito può avere diritto alla quattordicesima.

Ecco, perché, è importante presentare, ogni anno, il Modello RED, ovvero la dichiarazione dei redditi per i pensionati che ricevono prestazioni in base al reddito. Senza un aggiornamento del Modello RED, l’INPS non potrà mai riconoscere i diritti al pensionato.

Pensione e diritti inespressi 2023: a chi spettano?

I diritti inespressi spettano ai pensionati con 65 o più anni di età titolari di pensione minima o anche ai pensionati con disabilità totale (100%) e, quindi, totalmente inabili al lavoro.

Lo sapevate, ad esempio, che c’è un diritto troppe volte inespresso chiamato “incremento al milione”, che consente di poter aumentare la pensione di invalidità fino a 650 euro al mese?

Parliamo di una maggiorazione che spetta agli invalidi totali, ai ciechi, ai sordi e ai titolari di pensione di inabilità, che rientrano nei requisiti di reddito.

Questo tipo di maggiorazione può essere richiesta in qualsiasi momento ed è possibile ricevere gli arretrati non ricevuti fino ai 5 anni precedenti: oltre questo limite scatta la prescrizione e non si ha più diritto a quanto dovuto.

Ma non va dimenticata neppure l’integrazione al minimo, ovvero l’integrazione che l’INPS versa ai titolari di pensione di importo inferiore alla soglia minima prevista dalla legge (nel 2023 è di 571 euro per i pensionati di età inferiore a 75 anni e di 600 euro per i pensionati con un’età pari o superiore a 75 anni).

Sotto questo importo, il pensionato che rientra in determinati parametri reddituali, ha diritto all’integrazione al minimo.

Infine, tra i diritti inespressi più noti c’è la quattordicesima mensilità, il cui importo può variare dai 366 ai 655 euro all’anno.

Per beneficiarne, oltre all’aver compiuto 64 anni di età, è necessario avere un reddito complessivo annuo non superiore a 10.224,82 euro.

Pensione e diritti inespressi 2023
Pensione e diritti inespressi 2023: nella foto un anziano con la mano sulla bocca.

Pensione e diritti inespressi 2023: come richiederli?

Per ogni diritto inespresso vantato, il diretto interessato dovrà compilare un apposito modulo. Se l’INPS dovesse accettare la domanda, si procederà alla ricostituzione del reddito, con l’adeguamento della pensione in base ai diritti inespressi acquisiti.

Come detto, spettano anche gli arretrati non incassati, fino a 5 anni dalla data della domanda: esempio, se la domanda viene presentata nel 2023, si ha diritto alle somme non ricevute maturare soltanto a partire dal 2018; quelle maturare negli anni precedenti (2017, 2016, 2015…) saranno già in prescrizione.

Per verificare se si ricevono i diritti inespressi, l’interessato può visionare il Modello Obis/M, la busta paga del pensionato, dove sono elencati i dati matematici che concorrono alla formazione dell’importo totale della pensione.

È possibile verificare il modello accedendo all’area utente personale, sul sito dell’INPS, entrando con una delle credenziali in vostro possesso (SPID, CIE o CNS).

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