Pensione e cassa integrazione: come incide sull’importo dell’assegno? Ne parliamo in questo approfondimento (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice
- Pensione e cassa integrazione: sono compatibili?
- Pensione e cassa integrazione: cosa sapere?
- Pensione e cassa integrazione: cos’è la cassa integrazione?
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Pensione e cassa integrazione: sono compatibili?
Pensione e cassa integrazione: come incide l’ammortizzatore sociale sul diritto e sull’importo della pensione?
Rispondiamo subito dicendo che, anche i periodi vissuti in cassa integrazione sono utili ai fini del diritto alla pensione e partecipano al calcolo dell’importo dell’assegno.
Vale per tutte le forme di cassa integrazione:
- ordinaria (lavoratori dipendenti da imprese industriali, esclusa l’edilizia);
- speciale (lavoratori dipendenti da imprese artigiane e industriali);
- straordinaria (lavoratori dipendenti da imprese del settore industriale che abbiano occupato più di 15 dipendenti; imprese del settore edile; aziende commerciali con più di 200 dipendenti; aziende di mensa e ristorazione).
Questo avviene perché i periodi di cassa integrazione sono coperti dai contributi figurativi, quelli non versati né dal lavoratore, né dal datore di lavoro, ma dall’INPS, direttamente sul conto assicurativo dell’interessato per i periodi in cui questi ha interrotto o ridotto l’attività lavorativa.
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Dunque, al posto dei contributi obbligatori versati dal datore di lavoro, intervengono i contributi figurativi, che possono essere accreditati direttamente dall’INPS (d’ufficio) o tramite domanda del lavoratore, senza alcun costo. Nel caso della cassa integrazione, i contributi figurativi vengono accreditati direttamente dall’INPS.
Ma per quanto riguarda l’importo? Tra pensione e cassa integrazione cosa cambia? I contributi figurativi si calcolano sull’importo della retribuzione utilizzata per il calcolo dell’integrazione salariale o dell’indennità di mobilità, pari all’80% della retribuzione.
Un lavoratore che è stato in cassa integrazione, una volta avuto accesso alla pensione potrebbe ritrovarsi con un assegno più basso di poche decine di euro.
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Pensione e cassa integrazione: cosa sapere?
Abbiamo visto, dunque, che pensione e cassa integrazione “vanno d’accordo” e che il periodo vissuto in cassa integrazione è coperto dai contributi figurativi, che permettono al lavoratore di continuare ad accumulare età e contributi necessari per andare in pensione.
È fondamentale, però, che il lavoratore, prima del periodo di disoccupazione, abbia svolto almeno una settimana di attività lavorativa soggetta all’assicurazione previdenziale obbligatoria e, di conseguenza, che abbia versato almeno un contributo obbligatorio settimanale. Su questo importo si applicano le aliquote di calcolo della contribuzione.
Ad esempio, se per due anni il lavoratore ha vissuto in cassa integrazione, la retribuzione presa in esame per calcolare il suo assegno sarà ridotta all’80%, in quei due anni, con una conseguente riduzione dell’importo della pensione, rispetto a due anni di lavoro effettivamente svolti.

Pensione e cassa integrazione: cos’è la cassa integrazione?
Ma cos’è la cassa integrazione? Parliamo di una prestazione che integra o sostituisce la retribuzione dei lavoratori che sono stati sospesi dall’attività lavorativa o che lavorano a orario ridotto, presso aziende che attraversano difficoltà produttive.
Le imprese, quindi, in attesa di riprendere la piena produttività lavorativa, sono sollevate dal costo della manodopera grazie all’intervento dell’INPS, che evita al lavoratore di essere licenziato e gli versa l’80% dello stipendio non percepito, attingendo dai fondi costituiti dai contributi versati dalle aziende e dagli stessi lavoratori.
Come visto in apertura di articolo, la cassa integrazione può essere ordinaria, speciale o straordinaria, e spetta a:
- operai (a prescindere dalla qualifica);
- intermedi;
- impiegati amministrativi e tecnici;
- quadri;
- soci di cooperative di produzione e lavoro;
- lavoratori a tempo indeterminato dipendenti da cooperative agricole soggette alla Cassa integrazione;
- lavoratori assunti con benefici contributivi (contratto di inserimento, disoccupati di lunga durata, lavoratori provenienti dalle liste di mobilità ecc.).
L’accesso alla cassa integrazione avviene tramite richiesta presentata dalle aziende in difficoltà. La cassa integrazione non spetta, invece, ai collaboratori occasionali, alle Partite Iva e ai lavoratori con contratti a progetto.
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