Esempi con la pensione di gennaio 2023: chi avrà meno soldi e per quale motivo? (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice
- Esempi con la pensione di gennaio 2023: tabelle rivalutazione
- Esempi con la pensione di gennaio 2023
- Esempi con la pensione di gennaio 2023: possibili novità
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Esempi con la pensione di gennaio 2023: tabelle rivalutazione
Dal 1° gennaio 2023 sono previste novità nel meccanismo di rivalutazione delle pensioni. Il Governo Meloni, con la legge di bilancio, ha previsto 6 nuove fasce per calcolare l’aumento degli importi.
- Nel 2022 le fasce di rivalutazione sono state tre: al 100%, al 90% e al 75%.
- Nel 2023 le fasce passeranno a sei: 100%, 80%, 55%, 50%, 40% e 35%.
Viene da sé che, ad essere penalizzati dal nuovo sistema di rivalutazione saranno i titolari di pensioni più alte, a partire dai 2.100 euro lordi al mese.
Sapevi che per molti pensionati la rivalutazione sarà effettiva solo tra marzo e aprile 2023. Potrebbe inoltre interessarti quanto inciderà l’aumento su una pensione di 700 euro e se i contributi figurativi davvero abbassano la pensione.
In questa tabella è possibile osservare le fasce di rivalutazione in base agli importi delle pensioni:
IMPORTO PENSIONI | RIVALUTAZIONE |
Pensioni fino a 2100 euro lordi al mese | 100% |
Pensioni da 2101 euro a 2625 euro lordi al mese | 80% |
Pensioni da 2626 a 3150 euro lordi al mese | 55% |
Pensioni da 3151 a 4200 euro lordi al mese | 50% |
Pensioni da 4201 a 5250 euro lordi al mese | 40% |
Pensioni di importo superiore a 5250 euro lordi al mese | 35% |
Ricordiamo che la rivalutazione prevista dal 1° gennaio 2023 è del 7,3% in più rispetto agli importi del 2022. La rivalutazione piena è calcolata senza tenere conto del 2% in più anticipato sulle pensioni fino a 2.692 euro nell’ultimo trimestre del 2022 (altrimenti è del 5,3%).
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In questa tabella possiamo, invece, vedere cosa cambia tra il 2022 e il 2023 per gli importi superiori a 2.100 euro al mese e quanto si prende di pensione, ogni mese, in base al nuovo sistema di rivalutazione:
IMPORTI | % RIVALUTAZIONE | IMPORTI DAL 1° GENNAIO 2023 | IMPORTI CON INDICE DI RIVALUTAZIONE AL 2022 |
2.200 euro lordi al mese | 5,84% (80% di 7,3%) | 2328,48 euro | 2.344,54 euro (al 6,57%) |
2.500 euro lordi al mese | 5,84% (80% di 7,3%) | 2646 euro | 2.664,25 euro (al 6,57%) |
3.000 euro lordi al mese | 4,01% (55% di 7,3%) | 3120,30 euro | 3.164,10 euro (al 5,47%) |
3.500 euro lordi al mese | 3,65% (50% di 7,3%) | 3.627,75 euro | 3.691,45 euro (al 5,47%) |
4.500 euro | 2,92% (40% di 7,3%) | 4.631,40 euro | 4.746,15 euro (al 5,47%) |
5.500 euro | 2,55% (35% di 7,3%) | 5.640,25 euro | 5.800,85 euro (al 5,47%) |
Prima di andare a vedere alcuni esempi con la pensione di gennaio 2023, ti consigliamo la visione di questo video con le ultime sulla legge di bilancio:
Scopri che pensione si percepisce con 20 anni di contributi e 57 anni di età.
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Esempi con la pensione di gennaio 2023
Facciamo degli esempi con la pensione di gennaio 2023 e vediamo chi è più penalizzato.
Se per le pensioni minime è prevista una rivalutazione del 120% che farà lievitare l’importo dagli attuali 524 euro fino a 572 euro al mese (attenzione, poi, alla proposta di Forza Italia che potrebbe consentire agli over 70 di ricevere un assegno mensile di 600 euro), per le pensioni più alte sono previsti dei tagli anche piuttosto corposi.
Chi prende una pensione di 2.000 euro lordi al mese riceverà godrà di una rivalutazione piena (7,3%) e di 146 euro lordi in più al mese. Chi ne prende 2.500 lordi al mese, beneficerà di una rivalutazione all’80% (5,84%), per un aumento mensile di 146 euro al mese.
Ecco al 2 gennaio ci dovrebbe essere l’aumento della pensione minima: ecco il massimo ottenibile.
I tagli più pesanti spettano a partire dalle pensioni di 2.626 euro lordi al mese. Ad esempio, un assegno di 3.000 euro godrà di una rivalutazione al 55% (4,01%) e di un aumento mensile di 120,30 euro.
La rivalutazione al 50% (3,65%) è prevista, ad esempio, sulle pensioni di 4.000 euro lordi al mese, per un aumento mensile di 146 euro al mese.
Sulle pensioni di 4.500 euro al mese, ad esempio, spetta una rivalutazione del 40% (2,92%), quindi un aumento mensile di 131,40 euro. Infine, sulle pensioni di importo superiore a 5.250 euro spetta una rivalutazione del 35% (2,55%). Ad esempio, su una pensione di 6.000 euro al mese è calcolato un aumento mensile di 153 euro lordi.

Esempi con la pensione di gennaio 2023: possibili novità
Abbiamo visto, dunque, alcuni esempi con la pensione di gennaio 2023, rivalutata al 7,3% in misura piena per gli importi fino a 2.100 euro lordi al mese e poi, a scalare, dall’80 al 35% per gli assegni dai 2.101 euro a quelli oltre i 5.250 euro lordi al mese.
A godere di un aumento in proporzione più alto sono le pensioni minime, per le quali il Governo Meloni ha mostrato particolare attenzione. Nel 2023, oltre alla rivalutazione del 7,3% (soggetta a variazioni in positivo alla luce dell’inflazione che si attesta oltre il 10%: è possibile, quindi, un conguaglio aggiuntivo nel 2023) sugli assegni al minimo spetta l’1,5% in più, mentre nel 2024 sarà previsto un surplus del 2,7%.
In questi giorni si darà il via libera alla legge di bilancio 2023. Uno degli spigoli da smussare riguarda proprio la pensione minima, che Silvio Berlusconi vorrebbe portare a 1.000 euro al mese. Le risorse a disposizione latitano, l’unico compromesso possibile è l’aumento a 600 euro per chi rispetta determinati parametri reddituali e ha un’età pari o superiore a 70 anni.
Inoltre, il nuovo esecutivo sta valutando la possibilità di un ritorno alla “scala mobile” che fu abolita nel 1992. Si tratta di un aumento trimestrale delle pensioni, in base all’aumento dei prezzi, seguendo l’esempio della “scala mobile” originaria che fu applicata sugli stipendi.
La rivalutazione trimestrale, per un totale di 4 aumenti l’anno, non fa parte della legge di bilancio, ma potrebbe essere introdotta l’anno prossimo con un’apposita legge, soprattutto se l’inflazione dovesse continuare ad attestarsi su valori altissimi.
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