Come sottoscrivere una pensione integrativa con 50 euro al mese? Vediamolo insieme, attraverso degli esempi (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Perché sottoscrivere una pensione integrativa?
Sottoscrivere una pensione integrativa, è una possibilità che molti giovani lavoratori stanno prendendo in considerazione, alla luce di importi delle pensioni sempre più bassi e di carriere lavorative discontinue.
Diventa quanto mai importante garantirsi una vecchiaia serena, dopo aver trascorso una vita di lavoro. Come? Attraverso la sottoscrizione di una pensione integrativa che va, appunto, a integrare il reddito da pensione, una volta terminata la carriera lavorativa.
Addirittura il governo starebbe pensando ad assicurare detrazioni fiscali per rendere questo strumento sempre più conveniente e utilizzato.
Ricordiamo che la pensione integrativa è soggetta a una fiscalità agevolata. Ogni anno si possono portare in deduzione le somme versate dal reddito imponibile, fino a un massimo annuo di 5.164,57 euro, con un risparmio dal 23% al 43%.
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Come sottoscrivere una pensione integrativa?
Dunque, la pensione integrativa (o complementare) è una forma di pensionamento “privata”, che consente al lavoratore o alla lavoratrice, raggiunti i requisiti per la pensione di vecchiaia, di aggiungere una rendita mensile alla pensione maturata.
Per far crescere la rendita è necessario versare somme di denaro, mese per mese, a una compagnia privata (una delle più utilizzate è Poste Italiane), oppure a banche o agenzie di assicurazioni.
Una volta raggiunta l’età pensionabile, oltre alla pensione maturata tramite versamenti del datore di lavoro in un fondo INPS o presso altre casse previdenziali, si aggiunge una rendita accumulata personalmente dal lavoratore o dalla lavoratrice.
Una cosa da sapere è che è lo stesso lavoratore o la stessa lavoratrice a decidere quanto versare mensilmente.
Come sottoscrivere una pensione integrativa con 50 euro al mese?
Come sottoscrivere una pensione integrativa con 50 euro al mese? Poste Italiane mette a disposizione dei suoi clienti un servizio denominato Postaprevidenza Valore, un piano pensionistico che consente di versare un minimo di 50 euro al mese.
Al momento del pensionamento, il sottoscrittore riceverà un importo aggiuntivo alla pensione classica. Non sono previsti costi per aderire alla pensione integrativa di Poste Italiane, però potrebbero esserci delle spese in fase di accumulo pari al 2,5% su ogni versamento per i soli primi 15 anni.
Tra i costi ci sono anche:
- l’aliquota annua pari all’1% trattenuta dal rendimento della gestione separata;
- la commissione annua di gestione del fondo interno assicurativo pari anch’esso dell’1% calcolato sul valore netto complessivo del Fondo.
Questa pensione integrativa è importante, perché consente di accedere alla RITA, la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata, che permette di anticipare l’uscita dalla pensione fino a 5 o 10 anni prima (a patto che abbia versato 5 anni di contributi nel fondo e altri 20 anni di contributi obbligatori).
Come utilizzare Postaprevidenza Valore?
Proviamo, ora, a comprendere meglio come utilizzare Postaprevidenza Valore e quali sono i costi da affrontare.
Accedendo a questo link, potrete scoprire “come mettere al sicuro il tuo futuro” e simulare la tua previdenza obbligatoria.
Inserite:
- il sesso;
- la data di nascita
- la professione;
- gli anni di contributi versati;
- la retribuzione lorda annua;
- la previsione del piano di carriera (stabile, bassa, media, alta).
Una volta inseriti tutti i dati, il sistema vi fornirà l’anno in cui andrete in pensione, il reddito da pensione e quanto dovreste versare per colmare la differenza tra il reddito da pensione e il reddito da lavoro.
Esempio di pensione integrativa con Postaprevidenza Valore
Facciamo un esempio. Prendiamo come riferimento un uomo di 40 anni, che svolge una libera professione e ha versato 15 anni di contributi al 2023, con una retribuzione lorda annua di 23.000 euro.
Questo lavoratore prevede una crescita stabile della sua carriera. Applicando tutti i dati, la stima prevede l’uscita dal mondo del lavoro nel 2050, con un reddito da pensione di 16.524 euro e una differenza tra il reddito da pensione e il reddito da lavoro di 6.476 euro.
Ora vi si chiederà come vorreste colmare il gap, con versamenti ogni mese o annuali, di quale importo (inseriamo 50 euro), attraverso quale investimento (garantito, guidato, dinamico).
Potrete decidere di destinare il vostro TFR al fondo pensione o di contribuire con un trasferimento da altro fondo pensione.
Dovrete poi indicare se si desidera avere una rendita vitalizia immediata, certa 5 anni e poi vitalizia o certa 10 anni e poi vitalizia.
Inserendo tutti i dati, in base a quelli indicati in precedenza (data di nascita, retribuzione, anzianità contributiva ecc.) il sistema vi dirà che, con 50 euro di versamento al mese (600 euro annuali), fino al 2050, maturerete una pensione complementare di 360 euro al mese.
Chiaramente maggiore sarà l’età anagrafica, più bassa sarà la retribuzione e più alto sarà l’importo del versamento, e più o meno alta sarà la vostra pensione complementare. Vi ricordiamo che questi sono calcoli indicativi e per questo vi consigliamo di informarvi presso Poste Italiane.

Faq sulla pensione integrativa
Quali sono le tipologie di pensione integrativa?
Per creare una forma di pensione complementare è possibile aderire a una delle soluzioni proposte dal mercato assicurativo, tra le quali:
- un fondo negoziale chiuso, destinato a categorie previste da contratti o accordi collettivi aziendali;
- un fondo aperto all’adesione collettiva o individuale per qualsiasi categoria, salvo accordi specifici;
- un piano individuale pensionistico (il cosiddetto Pip), cioè un contratto assicurativo sulla vita con finalità previdenziale, ad adesione solo individuale.
Qual è la differenza tra fondo chiuso e fondo aperto?
Il fondo chiuso è una forma di pensione integrativa istituita grazie agli accordi collettivi tra i lavoratori e i datori di lavoro. È un soggetto giuridico autonomo dagli aderenti ed è dotato di organi propri, quali l’assemblea, gli organi di amministrazione e di controllo, e il responsabile del fondo. I fondi aperti sono le forme di pensione integrativa costituite direttamente dalle banche, dalle compagnie di assicurazione o dalle società di gestione del risparmio. Successivamente, vengono collocati presso il pubblico. Questi fondi rappresentano una forma di previdenza individuale, potendovi aderire singoli lavoratori autonomi, liberi professionisti, e lavoratori dipendenti.
Cosa succede se muore l’aderente al fondo pensione?
In caso di decesso dell’aderente, l’intera posizione maturata nel fondo pensione verrà riscattata dagli eredi o dai beneficiari designati dal lavoratore prima del decesso. Se non dovessero essere presenti eredi o destinatari designati, la posizione resta acquisita al fondo pensione nelle forme pensionistiche complementari di tipo collettivo.
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