Pensione integrativa a quale età? C’è un limite anagrafico da rispettare? Ne parliamo in questo approfondimento (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice
- Pensione integrativa a quale età?
- Pensione integrativa a quale età: i vantaggi
- Pensione integrativa a quale età: l’esempio di un giovane lavoratore
- Pensione integrativa a quale età: l’esempio di un lavoratore di 45 anni
- Pensione integrativa a quale età: l’esempio di un lavoratore di 64 anni
- Pensione integrativa a quale età: anche per pensionati
- Pensione integrativa a quale età: come riscattare la rendita?
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Pensione integrativa a quale età?
La necessità di costruire un futuro solido e una vecchiaia senza problemi economici è alla base della scelta di sottoscrivere una pensione integrativa.
Pensione integrativa a quale età? Diciamo subito che non c’è un’età limite per intraprendere questa strada: c’è chi la consiglia in giovane età, ai neo-assunti ad esempio, che in questo modo potranno maturare una rendita importante, costruita con gli anni, e chi la propone anche a persone prossime alla pensione, dai 60 anni a salire.
La pensione integrativa si affianca a quella maturata grazie ai contributi versati durante la vita lavorativa, con l’obiettivo di aggiungere una rendita mensile all’assegno pensionistico e vivere più sereni.
Ogni situazione è individuale. Bisogna tenere conto delle possibilità economiche a disposizione, dell’età e dei profili di rischio: vi consigliamo, come sempre, di parlarne con persone competenti in materia, con patronati o consulenti indipendenti.
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Con questo articolo proveremo a fornirvi delle informazioni sulla pensione integrativa e come questa può influenzare l’importo della pensione “finale”.
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Pensione integrativa a quale età: i vantaggi
Pensione integrativa a quale età? Come detto non c’è un limite anagrafico da rispettare.
La decisione di sottoscrivere una pensione integrativa può essere presa anche pochi anni prima di andare in pensione oppure alla firma di un contratto a tempo indeterminato, che possa garantirvi la possibilità di versare, ogni mese, una determinata somma di denaro in un fondo pensione, senza arrivare a fine mese con l’affanno.
Ci sono alcune caratteristiche del fondo pensione che rendono questo strumento particolarmente apprezzato.
Ad esempio, i versamenti sono molto flessibili e possono essere effettuati nei tempi e alle condizioni del titolare del fondo.
Inoltre è prevista la possibilità di sospendere i versamenti, ad esempio perché non si ha la possibilità di muovere somme di denaro per problemi economici, e di riprenderli appena possibile.
Con la pensione complementare è possibile conferire il TFR maturando nel fondo pensione, anziché lasciarlo in azienda e di accedere al montante accumulato tramite anticipi.
Ai fini fiscali, l’adesione a un fondo pensione comporta la deducibilità di quanto versato dal reddito IRPEF, anche per persone fiscalmente a carico e ai pensionati.
Pensione integrativa a quale età: l’esempio di un giovane lavoratore
Pensione integrativa a quale età? Seppure non sia previsto un limite anagrafico per sottoscrivere una pensione integrativa, sono in tanti a consigliare l’adesione a un fondo pensione in giovane età o non appena ci siano le condizioni economiche per poterlo fare.
Prendiamo come esempio un lavoratore di 28 anni, che guadagna circa 19.000 euro lordi l’anno. Avendo le possibilità economiche per aprire un fondo pensione, dà inizio al suo percorso nella pensione integrativa.
Se dovesse versare 400 euro l’anno (circa 30 euro al mese) più il suo TFR nel fondo pensione, avrà diritto a un rimborso fiscale in busta paga di circa 108 euro.
Inoltre, se fosse un neo-assunto, potrebbe sfruttare anche il bonus di deducibilità. Può accadere che nei primi 5 anni di partecipazione al fondo, il nostro lavoratore non riesca a sfruttare il limite di deducibilità fino a 5.164,57 euro l’anno.
Dal sesto anno di lavoro e per i successivi 20 anni, il nostro lavoratore potrebbe recuperare il bonus non sfruttato.
Un’altra agevolazione prevista è la possibilità dopo 8 anni di apertura del fondo pensione di chiedere un anticipo della rendita accumulata per l’acquisto di una casa (fino al 75% della rendita) o per qualsiasi altra esigenza (ad esempio per motivi di salute) fino al 30% della rendita.
Infine, la tassazione del 15% dopo 15 anni di rendita si abbassa dello 0,30% fino a un minimo del 9% di tassazione.
Se volessimo fare un calcolo della rendita di un lavoratore di 36 anni, che ogni mese versa 200 euro; possiamo dire che a 67 anni, l’importo dovrebbe aggirarsi sui 100.000 euro.
Pensione integrativa a quale età: l’esempio di un lavoratore di 45 anni
Ma se un lavoratore dovesse aprire un fondo pensione a 45 anni, quali saranno i suoi vantaggi.
In questo caso, con un versamento annuale di 5.164 euro, avrà diritto a un risparmio fiscale di 2.117 euro.
Permangono le possibilità di poter prelevare fino al 75% del montante accumulato per sopperire alle spese sanitarie per lui o per i componenti della sua famiglia, o per acquistare casa; al 30% per altre esigenze personali.
Inoltre, a 57 anni, se disoccupato da almeno 2 anni, potrà richiedere di andare in pensione in anticipo tramite la RITA; oppure a 62 anni se non è disoccupato.
Pensione integrativa a quale età: l’esempio di un lavoratore di 64 anni
Ma un fondo pensione può essere aperto anche se si è ormai prossimi alla pensione.
Prendiamo come esempio un lavoratore di 64 anni, che ha deciso di sottoscrivere una pensione integrativa pensando ai suoi cari.
Il capitale maturato, infatti, è reversibile: verrà riconosciuto ai familiari superstiti del pensionato deceduto.
Oltre a questa possibilità, avrà modo di dedurre fiscalmente i versamenti annuali, ma difficilmente, essendo in là con gli anni, potrà pensare di poter ricevere un anticipo per l’acquisto di una casa.

Pensione integrativa a quale età: anche per pensionati
Il fondo pensione può essere aperto anche per un minore fiscalmente a carico o da un pensionato.
Un pensionato deve rispettare queste condizioni:
- se ha avuto accesso alla pensione anticipata e manca almeno un anno al compimento dell’età per la pensione di vecchiaia (67 anni, fino al 2024);
- se è titolare di una pensione di vecchiaia, può aprire un fondo pensione se sta continuando a svolgere un’attività lavorativa.
In entrambi i casi, il pensionato dovrà avere attivato da almeno 5 anni un fondo pensione, per avere diritto alla pensione integrativa.
Inoltre non è prevista la possibilità di richiedere la prestazione senza limiti temporali, godendo del beneficio fiscale della deducibilità.
Pensione integrativa a quale età: come riscattare la rendita?
Il riscatto totale della pensione integrativa è consentita nei casi di:
- invalidità permanente che comporti la riduzione delle capacità di lavoro a meno di un terzo;
- cessazione dell’attività lavorativa che comporti l’inoccupazione per un periodo di tempo superiore a 48 mesi;
- perdita dei requisiti di partecipazione.
Il riscatto della propria posizione nel fondo pensione è tassato e l’aliquota è legata al periodo di permanenza nel fondo.
Quando si arriva all’età pensionabile, l’aderente al fondo pensione può richiedere:
- la rendita per il 100%;
- la rendita (minimo 50%) e capitale (massimo 50%).
La prestazione può essere incassata interamente come capitale soltanto se la rendita derivante dalla conversione di almeno il 70% del montante finale è inferiore al 50% dell’importo dell’Assegno Sociale.
Come calcolarlo?
- si calcola il 70% dell’intera posizione maturata;
- si converte il 70% in una rendita mensile;
- se la rendita mensile è inferiore al 50% dell’Assegno Sociale, allora è possibile ottenere il 100% del capitale in fase di prestazione.
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