La pensione Io fa reddito? Ne parliamo in questo approfondimento (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Cos’è la pensione Io?
Prima di capire se la pensione Io fa reddito, è necessario spiegare prima cos’è la pensione Io.
Nessuna nuova misura previdenziale o assistenziale, è semplicemente un altro modo di chiamare l’Assegno ordinario di invalidità, la prestazione che l’INPS eroga ai lavoratori e alle lavoratrici dipendenti privati/e o agli/alle autonomi/e con una riduzione della capacità lavorativa superiore a 2/3.
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La pensione Io fa reddito?
Una volta capito cos’è la pensione Io, possiamo rispondere alla domanda di apertura: la prestazione va dichiarata nel 730 o nel modello Unico?
Sì, l’importo dell’Assegno ordinario di invalidità o pensione Io va dichiarato nel 730 annuale o nel modello Unico, poiché essendo una prestazione previdenziale, erogata a coloro che hanno versato almeno 5 anni di contributi, di cui almeno 3 anni nell’ultimo quinquennio, va denunciata come tutti gli altri redditi ai fini IRPEF.
L’Assegno ordinario di invalidità, infatti, si differenzia dall’assegno mensile per invalidi civili parziali o dalla pensione di inabilità civile, che essendo due prestazioni di tipo assistenziale, non rientrano nel calcolo del reddito e non vanno dichiarate.
In conclusione, è obbligatorio, per il titolare dell’AOI pagare le tasse sulla prestazione, essendo una pensione a tutti gli effetti (avrà una Certificazione Unica annuale) e, quindi, rientrante nel calcolo del reddito.
A chi spetta la pensione Io (Assegno ordinario di invalidità)?
Come visto in precedenza, l’Assegno ordinario di invalidità e la pensione Io sono la stessa cosa: due modi diversi di chiamare la stessa prestazione.
L’Assegno può essere richiesto su domanda dai:
- lavoratori dipendenti del settore privato (non spetta ai dipendenti pubblici);
- lavoratori autonomi (artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni e mezzadri);
- lavoratori autonomi iscritti alla Gestione Separata.
Per poter essere richiesta, tramite domanda all’INPS o attraverso patronati o enti abilitati dall’istituto previdenziale, è necessario rispettare un requisito sanitario (almeno due terzi di riduzione della capacità lavorativa riconosciuta) e un requisito contributivo (5 anni di contributi versati, di cui 3 anni negli ultimi 5 prima di presentare domanda), a prescindere dall’età anagrafica.
Quanto dura la pensione Io?
L’Assegno ordinario ha una durata triennale, prima della scadenza può essere rinnovato, presentando una nuova domanda e sottoponendosi a visita medica, oppure può essere rifiutato, qualora si preferisse puntare su una prestazione previdenziale anticipata, più remunerativa (la legge Fornero o Quota 103, ad esempio).
Dopo il terzo rinnovo, la prestazione diventa permanente e non può essere più rifiutata. Non occorrerà più presentare domanda di rinnovo, anche se l’INPS potrà riservarsi la possibilità di sottoporre il titolare a visita di revisione, per verificare la permanenza del requisito sanitario. Lo stesso beneficiario può richiedere la visita di aggravamento dell’invalidità.
Qual è l’importo della pensione Io e si può continuare a lavorare?
L’importo dell’Assegno ordinario di invalidità o pensione Io viene calcolato, a seconda del periodo di maturazione dei contributi versati, col sistema misto (se il richiedente ha versato contributi prima e dopo il 1996) o col sistema contributivo (in presenza di un’anzianità contributiva maturata a partire dal 1° gennaio 1996).
La prestazione è compatibile con l’attività lavorativa, a differenza della pensione di inabilità lavorativa che vieta lo svolgimento di qualsiasi lavoro. Una volta compiuti 67 anni, l’Assegno si trasforma in pensione di vecchiaia. Non è possibile presentare domanda per la pensione anticipata mentre si fruisce dell’AOI.

Faq sull’Assegno ordinario di invalidità
Si può trasformare l’Assegno ordinario di invalidità in pensione anticipata?
Fino a quando si è titolare dell’AOI non sarà possibile accedere alla pensione anticipata. Questo accade soprattutto a chi, dopo il terzo rinnovo dell’Assegno ordinario di invalidità, si ritrova titolare della prestazione permanentemente (senza possibilità di rifiutarlo). La soluzione per passare da Assegno ordinario a pensione anticipata ci sarebbe: basta non rinnovare l’AOI dopo i primi tre anni (o i successivi tre anni) di erogazione e presentare domanda per la pensione anticipata ordinaria, se in possesso dei contributi richiesti dalla legge.
Si può trasformare l’Assegno ordinario di invalidità in pensione di vecchiaia anticipata per invalidi?
Sì, la legge lo consente. Si può presentare domanda per la prestazione riservata ai lavoratori e alle lavoratrici con una percentuale di riduzione della capacità lavorativa pari o superiore all’80%, con almeno 20 anni di contributi versati. Questa possibilità è più remota, in quanto la pensione di vecchiaia anticipata per invalidi è riservata soltanto ai lavoratori e alle lavoratrici dipendenti del settore privato. Sono esclusi i dipendenti pubblici e gli autonomi.
Quando si riduce l’importo dell’Assegno ordinario di invalidità?
L’Assegno ordinario di invalidità può essere cumulato con altri redditi, compresi quelli derivanti dal lavoro, ma in questi casi ci sarà una riduzione dell’importo che verrà erogato ogni mesi. Questa riduzione è pari al 25% se il reddito lordo supera di quattro volte l’importo annuale minimo dell’assegno, e del 50% se il reddito lordo supera di cinque volte l’importo annuale minimo dell’assegno.
Spetta l’integrazione al minimo sull’Assegno ordinario di invalidità?
Certo. Quando l’importo dell’Assegno è inferiore al trattamento minimo delle singole gestioni, la prestazione potrà essere integrata al trattamento minimo, a condizione che i redditi assoggettabili all’IRPEF non abbiano un importo superiore a due volte l’ammontare annuo dell’Assegno sociale. Se il richiedente è coniugato, il reddito non potrà essere superiore a tre volte l’importo dell’Assegno sociale.
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