Pensione lavoratore agricolo. Vediamo in questo articolo come funziona, quali sono le possibilità di uscita, anche anticipata, e i requisiti contributivi per i lavoratori agricoli che raggiungono l’età pensionabile.
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Partiamo da quanto costa la pensione. Ovvero: dai contributi. Iniziamo dal salario, che al minimo per il 2021 è stato fissato a 49,80 euro al giorno.
Per i piccoli coloni agricoli il calcolo è invece quello dei salari medi convenzionali, vengono stabiliti di anno in anno da ciascuna provincia.
Pensione lavoratore agricolo: benefici
Il lavoro agricolo a giornate gode di alcuni benefici.
L’aliquota contributiva è pari al 29,30% (col tempo raggiunge il 32,30%): 8,84% è a carico del lavoratore. Quando la retribuzione supera il tetto pensionabile (47.379 euro l’anno), l’aliquota sale di un punto. L’1% in più è di natura solidaristica.
Semplifichiamo con uno schema:
Retribuzione mensile lorda fino a 3.948 euro
- A carico dell’azienda: 20,46%
- A carico del lavoratore: 8.84%
- Totale: 29,30%
Retribuzione mensile lorda oltre 3.948
- A carico dell’azienda: 20,46%
- A carico del lavoratore: 9.84%
- Totale: 30,30%
Per i lavoratori agricoli il requisito dell’annualità di contribuzione si raggiunge con 270 giornate annue effettive, volontarie o figurative.
Per la pensione anticipata l’annualità si realizza con un numero inferiore di giornate: 156.
Nel conteggio non vengono contati i giorni di disoccupazione e di malattia.
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Pensione lavoratore agricolo: pensione di vecchiaia
Dopo questa breve introduzione, passiamo in rassegna le diverse tipologie di pensione.
La più comune è la pensione di vecchiaia. Viene riconosciuta per uomini e donne a 67 anni di età e almeno 20 anni di contribuzione.
L’età anagrafica può essere ridotta in presenza di determinati requisiti:
- per gli invalidi con grado di infermità pari o superiore all’80%: in quel caso si applicano i vecchi limiti, 55 anni per le donne e 60 per gli uomini;
- per i non vedenti (cecità assoluta o residui visivo non superiore a un decimo per entrambi gli occhi): 50 anni per le donne, 55 per gli uomini (con minimo 10 anni di contribuzione).
Come abbiamo visto per la pensione di vecchiaia sono necessari 20 anni di contributi.
Non sempre però, si applicano infatti i vecchi requisiti (minimo 15 anni) per questi lavoratori:
- chi ha superato i 15 anni di contributi il 31 dicembre del 1992;
- chi al 31 dicembre 1992 risulta ammesso alla prosecuzione volontaria.

Pensione lavoratore agricolo: importo minimo
C’è comunque un’altra condizione per il riconoscimento della pensione di vecchiaia:
l’importo maturato non deve essere inferiore una volta e mezza dell’assegno sociale Inps. E quindi non può essere meno di 690,43 euro.
Questa condizione viene esclusa solo per chi a 71 anni ha un minimo di 5 anni di contribuzione effettiva.
Pensione lavoratore agricolo: pensione di vecchiaia contributiva
Questa opzione viene riconosciuta ai lavoratori che hanno iniziato a versare contributi dopo il primo gennaio 1996 e quindi l’assegno viene calcolato interamente con il calcolo contributivo.
I requisiti sono simili a quelli della pensione di vecchiaia:
67 anni e almeno 20 anni di contributi.
Sempre a condizione di aver maturato un importo superiore di 1,5 volte l’assegno sociale Inps.
La pensione contributiva consente anche di andare in pensione in anticipo. Fino a un massimo di 3 anni.
Questi sono i requisiti:
- 64 anni di età;
- 20 anni di contributi;
- aver maturato un importo minimo di pensione non inferiore a 1.288,78 euro (2,8 volte l’assegno sociale).

Pensione lavoratore agricolo: pensione di anzianità e pensione anticipata
La pensione di anzianità si può ottenere in anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia, anche per questo viene chiamata pensione anticipata.
I requisiti sono questi:
- Uomini: 6.681 contributi giornalieri
- Donne: 6.525 contributi giornalieri
Pensione lavoratore agricolo: Quota 102
Chi raggiunge i requisiti può usufruire di Quota 100 (62 anni e 38 di contributi) entro il 31 dicembre 2021. Chi non centra questo obiettivo dovrà aspettare due anni in più. Infatti dal 2022 sarà in vigore Quota 102, che prevede un’uscita anticipata dal lavoro ma con questi requisiti:
- 64 anni di età;
- 38 anni di contributi.
Pensione lavoratore agricolo: Opzione donna
Con Opzione donna le lavoratrici dipendenti possono andare in pensione a 58 anni di età e 35 anni di contribuzione. L’assegno mensile sarà calcolato interamente con il calcolo contributivo, anche il periodo precedente al 1996 (che in genere viene conteggiato con il retributivo, più vantaggioso per l’assistito).
Opzione donna consente una uscita anticipata, ma può comportare un assegno pensionistico ridotto (fino al 20/30%).
Pensione lavoratore agricolo: Ape sociale
L’Ape sociale, proprio come Opzione donna, è una misura che è stata confermata nel 2022. Si tratta di un accompagnamento alla pensione.
Si può ottenere con 63 anni di età e 30 anni di contributi (36 per i lavori gravosi, mentre le lavoratrici possono ottenere una riduzione di 6 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di 2 anni).
Con l’Ape sociale si riceve l’importo maturato fino a quel momento (con un limite massimo di 1.500 euro lordi) e fino a 67 anni, quando scatta la pensione di vecchiaia.
In questa pagina trovi le informazioni dell’INPS sull’Ape sociale.
Pensione lavoratore agricolo: Lavori usuranti
La pensione anticipata spetta anche ai lavoratori che sono stati impegnati in attività usuranti per almeno metà della loro vita lavorativa o per 7 degli ultimi dieci anni.
Per questo trattamento pensionistico c’è il sistema delle quote, ma serve una contribuzione minima di 35 anni.
Questi sono i requisiti:
- Età anagrafica: 61 e 7 mesi
- Somma età più contributi: 97,3
Pensione lavoratore agricolo: Lavoratori precoci
Con la legge di Bilancio del 2017 il governo ha deciso di intervenire in favore dei lavoratori precoci, quelli che a 19 anni potevano vantare già un anno (anche non continuativo) di contribuzione.
Questo lavoratori possono andare in pensione al raggiungimento dei 41 anni di contribuzione (di cui almeno 35 effettivi).
Ma a queste condizioni:
- siano disoccupati e concluso integralmente la prestazione per la disoccupazione da almeno 3 mesi;
- assistano da almeno 6 mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap grave (o un parente o affine di secondo grado, se i genitori o il coniuge della persona con handicap hanno compiuto 70 anni);
- siano dei lavoratori dipendenti impegnati in mansioni gravose o usuranti (qui l’elenco).
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