Pensione minima 2023: a che punto siamo e come funzionerà il prossimo anno? Ne parliamo in questo approfondimento (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice
- Pensione minima 2023: come funziona?
- Pensione minima 2023: a chi spetta? Nuovi limiti reddituali
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Pensione minima 2023: come funziona?
Manca soltanto l’ufficialità del Governo per l’aumento della pensione minima 2023 e degli altri trattamenti previdenziali e assistenziali, a partire dal 1° gennaio 2023.
La rivalutazione al 7,3% farà lievitare gli importi delle pensioni, con sei fasce di rivalutazione previste che porteranno ad aumenti pieni per le pensioni fino a 2.100 euro lordi al mese (anche se, negli ultimi giorni è stata ipotizzata la possibilità di allargare la platea includendo gli importi fino a 2.625 euro) e a incrementi più ridotti per gli assegni più alti.
Ecco la possibile tabella delle rivalutazioni, in attesa dell’annuncio ufficiale:
IMPORTO PENSIONI | RIVALUTAZIONE |
Pensioni fino a 2100 euro lordi al mese | 100% |
Pensioni da 2101 euro a 2625 euro lordi al mese | 80% |
Pensioni da 2626 a 3150 euro lordi al mese | 55% |
Pensioni da 3151 a 4200 euro lordi al mese | 50% |
Pensioni da 4201 a 5250 euro lordi al mese | 40% |
Pensioni di importo superiore a 5250 euro lordi al mese | 35% |
La pensione minima 2023 sarà più alta e godrà di una rivalutazione del 120% (8,8% di rivalutazione rispetto al 7,3% previsto per le altre prestazioni): quindi il trattamento minimo, attualmente di 524 euro, arriverà a quasi 572 euro al mese. Per il 2024 è prevista una rivalutazione al 10% (2,7% in più).
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Siamo distanti, dunque, dalla “pensione minima a 1.000 euro” voluta da Silvio Berlusconi, mentre è praticamente impossibile un ulteriore aumento fino a 600 euro al mese già per il 2023.
Molto più praticabile la pista che porta a un aumento fino a 590-600 euro al mese solo per i pensionati che hanno compiuto 75 anni. Ma è solo un’ipotesi, in attesa delle notizie ufficiali.
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Pensione minima 2023: a chi spetta? Nuovi limiti reddituali
Abbiamo visto di quanto aumenterà la pensione minima 2023. Gli incrementi sono temporanei e destinati a essere riassorbiti entro due anni.
Parliamo di aumenti non rilevanti ai fini del riconoscimento di prestazioni legate al reddito, riconosciute ai pensionati.
Ma a chi spetta la pensione minima? Con questo termine ci riferiamo all’integrazione che l’INPS eroga ai pensionati, in possesso dei requisiti richiesti, che percepiscono una pensione di importo inferiore alla soglia prevista per condurre una vita dignitosa.
Per il 2022 la soglia è stata fissata a 524 euro al mese, con un aumento del 2% calcolato sugli importi delle mensilità di ottobre, novembre e dicembre, per effetto della rivalutazione anticipata introdotta dal Governo Draghi per fronteggiare il caro-energia e l’inflazione galoppante.
Così, nell’ultimo trimestre del 2022, la pensione minima è salita da 524 euro a circa 534 euro.
La pensione minima 2023 spetta ai titolari di pensioni di vecchiaia o anticipate, a prescindere dall’anzianità contributiva, ma non spetta a chi è titolare di una pensione calcolata con il sistema contributivo, vedi la pensione di vecchiaia contributiva.
Il valore da rispettare è legato al reddito. In attesa delle cifre ufficiali, che l’INPS comunicherà non appena entrerà in vigore la legge di bilancio, nel 2023, l’integrazione dovrebbe essere riconosciuta in misura piena con un reddito personale annuo non superiore a 7.328,49 euro e con un reddito da coniugato non superiore a 14.656,98 euro.

Spetta in misura ridotta con un reddito personale annuo inferiore a 14.656,98 euro e con un reddito da coniugato annuo non superiore a 29.313,96 euro. Oltre questi valori, non spetta la pensione minima 2023.
Il reddito personale o da coniugato si calcola tenendo conto di tutti i redditi utili ai fini IRPEF, ad esclusione di:
- i redditi della casa in cui si vive;
- le pensioni integrabili al minimo;
- gli arretrati soggetti a tassazione separata come TFR e arretrati da lavoro riferiti ad anni precedenti;
- i redditi esenti da IRPEF, come pensioni di guerra, rendite INAIL e pensioni di invalidità civile.
Se il pensionato dovesse superare il reddito minimo previsto dalla legge, l’integrazione non cesserà immediatamente, ma si potrà continuare a percepire la pensione, per il principio di cristallizzazione del rateo.
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