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Pensione minima a 600 euro, ma per chi?

Pensioni minima a 600 euro, ma non per tutti: il governo potrebbe varare l’aumento per una platea ristretta.

di The Wam

Dicembre 2022

Pensione minima a 600 euro, ma il governo Meloni concederà l’aumento solo agli over 75 con Isee molto basso. (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

INDICE

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L’esecutivo ha scelto la strada della mediazione: l’incremento ci sarà, ma sarà limitato. Una platea più ristretta con costi che saranno evidentemente contenuti.

I soldi sono pochi per cambiare la manovra di bilancio. Il fronte pensioni è stato quello più penalizzato: Quota 103, Opzione donna a tempo, rivalutazione ridotta per le pensioni oltre i 2100 euro lordi, la conferma dell’Ape sociale e infine il promesso aumento delle pensioni minime (da 574 a 600 euro) solo per chi è più avanti con gli anni.

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Senza ovviamente dimenticare il Reddito di cittadinanza e il bonus cultura, che sarà profondamente modificato (si era pensato di annullarlo) e avrà come requisito i parametri Isee.

Su questo argomento puoi leggere un post che spiega come dovrebbero aumentare le pensioni minime; e in un altro si racconta perché il promesso incremento a 1000 euro verrà rinviato.

Pensione minima a 600 euro: budget ristretto

Il governo ha a disposizione 560 milioni euro per modificare la manovra che è stata approvata in Consiglio dei ministri. 400 sono per la maggioranza e 160 per finanziare le proposte dell’opposizione. Troppo poco per immaginare interventi significativi sulla previdenza sociale.

Del resto basta un dato: alzare la pensione minima a 600 euro per tutti avrebbe un costo stimato che supera agli 800 milioni. In pratica una sola misura supererebbe il budget a disposizione per ritoccare l’intera finanziaria.

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Pensione minima a 600 euro: la soluzione

Per aggirare il problema l’esecutivo sta cercando delle soluzioni alternative. Tra le varie ipotesi, quella che si sta accreditando come la scelta più credibile riguarda proprio la possibilità di un restringimento della platea dei possibili beneficiari.

E quindi la pensione minima a 600 euro sarà disposta solo ai pensionati che hanno più di 75 anni.

Ma non solo, sarà determinante anche avere un Isee molto basso (dal reddito saranno escluse le case di proprietà).

Pensione minima a 600 euro: il rinvio

Una stretta che riduce di molto i potenziali fruitori dell’aumento a 600 euro. Tra i partiti che più frenano sull’incremento delle pensioni minime c’è la Lega, che per voce del sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon dichiara: «Se non si riuscirà lo faremo più avanti».

Più avanti non significa né tra sei mesi, né tra un anno. Resta una vaga promessa. Una scelta che non piace a Forza Italia. Il partito di Berlusconi ha impostato la campagna elettorale sull’aumento. Nel programma si parlava in modo esplicito di portarle tutte a 1.000 euro (che era impossibile: avrebbe avuto un costo insostenibile per i bilanci della previdenza).

«Sull’aumento delle pensioni minime – ha dichiarato il deputato di Forza Italia, Roberto Pella, che è uno dei relatori della manovra – continueremo a batterci. Bisogna arrivare a 600 euro subito e a 1.000 entro la fine della legislatura».

Del resto Forza Italia vuole portare a casa un risultato. Se la Lega ha ottenuto Quota 103 (depotenziata), Fratelli d’Italia l’abolizione del Reddito di Cittadinanza (entro un anno), il partito di Berlusconi vorrebbe almeno sventolare l’aumento delle pensioni minime (seppur parziale).

Pensione minima a 600 euro: le difficoltà

Stiamo comunque parlando di un incremento delle minime di 26 euro (da 574 a 600), non di un aumento così considerevole. Eppure conti alla mano per il governo è difficile anche quello. Del resto, se due terzi della manovra sono stati destinati alle misure di contrasto per  il caro energia non rimane molto da spendere.

Tanto più che sul fronte previdenza resta da sciogliere il nodo Opzione donna. Il governo ha tentato di restringere la platea delle possibili beneficiarie dell’uscita anticipata, rendendo la misura accessibile solo alle lavoratrici fragili, alle caregiver e alle disoccupate. Ma lo ha fatto in maniera troppo drastica, rendendo questo trattamento anticipato possibile per poche migliaia di persone (anche meno).

Da qui la marcia indietro: Opzione donna potrebbe restare com’è (uscita a 58, 59 anni, con 35 di contributi e calcolo dell’importo solo con il sistema contributivo). Il problema è che questa decisione “forzata” ha comportato un aumento dei costi e quindi una riduzione dei fondi disponibili per finanziare l’aumento delle pensioni minime.

Pensione minima a 600 euro, ma per chi?

Pensione minima a 600 euro / Cosa succede col Pos

Tra gli altri nodi da sciogliere per il governo c’è quello che riguarda l’obbligo di accettare i pagamenti con il Pos. L’idea originaria era quella di imporre una soglia a 60 euro. Ipotesi che non piace molto all’Unione Europea. Si attende a ore il responso di Bruxelles. Se dovesse arrivare il limite potrebbe essere ridotto a 30 euro. Il governo ha fatto sapere che in caso di mancate comunicazioni la soglia potrebbe essere riportata a 60 euro.

Sul Pos il vero problema da affrontare solo le commissioni bancarie. E lì la situazione è un po’ più complicata. La gestione delle commissioni è in mano a un servizio privato. Il governo ha già incontrato l’Abi (Associazione banche italiane), ma serve a poco se non c’è un ulteriore accordo con i circuiti privati (Mastercard, Visa, Nexi). 

Il governo ha immaginato due soluzioni (entrambi poco convincenti):

Nessun problema per il tetto del contante a 5.000 euro. In questo caso non ci sono state obiezioni da parte dell’Ue che ha stabilito un tetto massimo indicativo per tutte le nazioni dell’Unione a 10.000 euro. L’Italia rientrerebbe dunque agevolmente in quel limite.

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