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Qual è la pensione minima in Italia nel 2023

Qual è la pensione minima in Italia nel 2023? Ecco i nuovi importi, i limiti reddituali da rispettare e cosa accadrà nel 2024.

Carmine Roca è un giornalista esperto in pensioni e fisco.
Conoscilo meglio

6' di lettura

Qual è la pensione minima in Italia nel 2023? Ne parliamo in questo approfondimento (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Indice

Ecco qual è la pensione minima in Italia nel 2023

Qual è la pensione minima in Italia nel 2023? L’importo del trattamento minimo, rivalutato dell’8,8% (il 7,3% più il mini-bonus dell’1,5%) è salito a 571,61 euro al mese.

I pensionati con 75 o più anni di età, invece, godranno di una rivalutazione ancora più alta: dal 3 gennaio 2023 riceveranno una pensione di 597 euro al mese.

Rispetto al 2022 – l’importo era di 524,34 euro al mese – il valore della pensione minima ha ricevuto un aumento complessivo di 47,37 euro al mese, 615,81 euro in più in un anno (oltre 980 euro in più per i 75enni).

Ma di quanto è aumentata la pensione minima rispetto a 5 anni fa? Nel 2018, i titolari del trattamento minimo percepivano una pensione di 507,42 euro al mese, 64,19 euro in meno rispetto al 2023.

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Nel 2019 l’importo fu di 513 euro al mese, mentre nel 2020 e nel 2021 fu fissato a 515,58 euro al mese.

Nel 2024, invece, l’importo della pensione minima per i pensionati di età inferiore a 75 anni sarà di 578,95 euro, mentre per i pensionati di età pari o superiore a 75 anni l’importo rimarrà invariato: 597 euro.

Siamo ancora distanti dal traguardo “pensione minima a 1.000 euro”, l’obiettivo più volte dichiarato da Silvio Berlusconi. Ad oggi non ci sono le risorse economiche necessarie per poter finanziare un aumento così importante per tutti i pensionati al minimo.

Il sito lavoropensioni.it ha spiegato come richiedere la pensione minima nel 2023.

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Qual è la pensione minima in Italia nel 2023: perché avrò una pensione più bassa?

Abbiamo visto qual è la pensione minima in Italia nel 2023, con l’aumento fino a 571,61 euro al mese per i pensionati di età inferiore ai 75 anni e fino a 597 euro per i pensionati con 75 o più anni di età.

È necessario chiarire che dal 3 gennaio 2023, le pensioni minime avranno un importo di 563,73 euro: quindi nel cedolino di gennaio dovreste leggere questo valore.

Ma perché l’importo della pensione minima a gennaio è di 563,73 euro e non di 571,61 euro? L’INPS, al momento, ha applicato al trattamento minimo soltanto la perequazione ordinaria del 7,3%.

Per perequazione si intende quel meccanismo che adegua, ogni anno, l’importo delle pensioni all’aumento del costo della vita, calcolato sulla base dell’inflazione registrata l’anno precedente, quindi nel 2022 (il 7,3%).

Probabilmente, a partire da febbraio, gli importi della pensione minima verranno adeguati con l’aggiunta del mini-bonus dell’1,5% per chi ha meno di 75 anni e del 6,4% per chi ha 75 o più anni di età.

Niente paura, quindi, se nel vostro cedolino dovreste trovare una cifra più bassa dei 571,61 euro (per chi ha meno di 75 anni) o dei 597 euro (per chi ha 75 o più anni di età).

Il prima possibile, già dal prossimo mese, l’INPS dovrebbe aggiornare gli importi come da indicazioni della legge di bilancio approvata a fine 2022.

Qual è la pensione minima in Italia nel 2023: a chi spetta la pensione minima?

Ricordiamo che la pensione minima è l’importo minimo riconosciuto al pensionato per vivere una vita dignitosa: fu introdotta nel 1983, dalla legge numero 638.

Si tratta, dunque, di un minimo vitale, di un’integrazione alla pensione percepita dal pensionato.

Spetta ai pensionati titolari di:

  • pensioni di vecchiaia;
  • pensioni anticipate;
  • pensioni di anzianità;
  • pensioni ai superstiti;
  • pensioni dei fondi speciali per i lavoratori autonomi;
  • pensioni dei fondi esclusivi e sostitutivi dell’AGO (Assicurazione Generale Obbligatoria).

Mentre non spetta a chi è titolare di:

  • pensioni supplementari;
  • pensioni calcolate con il sistema contributivo puro (chi ha versato contributivi esclusivamente a partire dal 1996, come la pensione di vecchiaia contributiva, ad esempio).

E se un pensionato è titolare di una pensione di vecchiaia o anticipata e, allo stesso tempo, percepisce anche la pensione di reversibilità (erogata ai familiari del pensionato deceduto), su quale delle due prestazioni potrà ricevere l’integrazione al minimo?

La legge impone che a essere integrata sarà la pensione di vecchiaia o anticipata, comunemente nota come pensione diretta.

Qual è la pensione minima in Italia nel 2023
Qual è la pensione minima in Italia nel 2023? Nella foto alcune banconote da 50 Euro.

Qual è la pensione minima in Italia nel 2023: limiti di reddito

Come ogni anno, anche nel 2023 per poter ricevere l’integrazione al minimo è necessario rispettare determinati limiti reddituali.

Per le pensioni successive al 1994, l’integrazione spetta in misura piena se il reddito del pensionato non è superiore a 7.328,62 euro l’anno.

Spetta, invece, un’integrazione parziale se il reddito del pensionato è compreso tra i 7.328,62 euro e i 14.657,24 euro. Con un reddito superiore a 14.657,24 euro non si ha diritto all’integrazione sulla pensione.

Invece, se il pensionato è coniugato, l’integrazione spetta in misura piena se il reddito personale non è superiore a 7.328,62 euro e se il reddito complessivo non è superiore a 21.985,86 euro.

L’integrazione spetta in misura parziale se il reddito personale non è superiore a 14.657,24 euro e se il reddito da coniugato non supera i 29.314,48 euro. Oltre questo limite non spetta alcuna integrazione.

Per le pensioni precedenti al 1994, i limiti di reddito coniugale che permettono di ricevere l’integrazione al minimo per intero sono di 21.985,86 euro.

I limiti che consentono l’integrazione al minimo in misura parziale, sono compresi tra i 21.985,86 euro e i 29.314,48 euro.

Cosa si intende per integrazione parziale? In pratica per calcolare l’importo dell’aggiunta alla vostra pensione bisogna sottrarre il vostro reddito dal valore massimo di reddito, dividendo il risultato per 13 mensilità.

Nel calcolo del reddito complessivo, vanno esclusi/e:

  • il reddito dell’abitazione principale,
  • le pensioni di guerra,
  • le rendite inail,
  • le pensioni degli invalici civili,
  • i trattamenti di famiglia,
  • l’indennità di accompagnamento,
  • gli arretrati degli anni precedenti, il tfr e la buona uscita, soggetti a tassazione separata.

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