Oggi vi parleremo di pensione oltre i 75 anni, sia per quanto riguarda gli aumenti della pensione minima, che per ciò che concerne la possibilità di continuare a lavorare dopo questa età (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Pensione oltre i 75 anni: l’aumento delle minime
Dal 1° gennaio 2023, ma effettivamente a partire dal mese di luglio, ci sono state novità interessanti per la pensione oltre i 75 anni.
Parliamo dell’aumento delle pensioni minime per chi ha compiuto almeno 75 anni di età: il governo Meloni, con la Legge di bilancio 2023, ha previsto un aumento perequativo straordinario per i pensionati al minimo over 75, pari al 6,4%.
Cosa è accaduto? Che oltre alla perequazione ordinaria del 7,3% applicata sulle pensioni minime (arrivate a 563,74 euro al mese), chi ha già compiuto almeno 75 anni ha percepito pure un ulteriore aumento nel cedolino, di circa 36 euro al mese, per un importo complessivo di quasi 600 euro mensili.
Invece, per i pensionati al minimo di età inferiore a 75 anni, è stato applicato un aumento perequativo straordinario dell’1,5% (circa 8 euro al mese), per un importo complessivo di 572 euro al mese.
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Pensione oltre i 75 anni: l’aumento delle minime nel 2024
L’aumento perequativo straordinario, però, secondo quanto riportato dalla Legge di bilancio 2023, ha “scadenza” al 31 dicembre 2023.
Per il 2024 è stato già stabilito un aumento extra del 2,7% a prescindere dall’età anagrafica (vale sia per gli ultra 75enni che per chi ha meno di 75 anni), anche se, uno degli obiettivi del governo è di avvicinare il minimo previdenziale a 700 euro al mese, con un aumento fino a 660-670 euro per gli over 75 anni.
Se questo dovesse rimanere soltanto un obiettivo irrealizzabile, dal 1° gennaio 2024, oltre alla rivalutazione ordinaria (prevista intorno al 5,5%), sulle pensioni minime verrebbe applicato anche un mini-bonus perequativo del 2,7%, che porterebbe i trattamenti minimi fino a un importo di 610 euro al mese.
Pensione oltre i 75 anni: è possibile?
Una volta spiegato come funziona l’aumento delle pensioni minime, passiamo al secondo interrogativo di questo approfondimento: è possibile andare in pensione oltre i 75 anni?
Attualmente l’età massima pensionabile, per chi non è in regola con i requisiti “ordinari” di 67 anni di età e 20 anni di contributi, è fissata a 71 anni.
A questa età, il nostro ordinamento previdenziale consente l’accesso alla pensione di vecchiaia contributiva, ma solo se sono stati versati almeno 5 anni di contributi esclusivamente a partire dal 1° gennaio 1996.
L’alternativa è prevista per coloro che hanno la possibilità di accentrare tutti i contributi versati presso la gestione separata dell’INPS.
Anche in questo caso ci sono dei requisiti da rispettare:
- versamento di almeno un contributo mensile presso la gestione separata;
- un’anzianità contributiva nelle gestioni coinvolte nel computo pari o superiore a 15 anni;
- almeno 5 anni maturati successivamente al 1° gennaio 1996 unitamente al possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995;
- un’anzianità contributiva inferiore a 18 anni al 31 dicembre 1995.
Si può riprendere a lavorare dopo la pensione?
Si può, però, riprendere a lavorare anche essendo in pensione. Dal 2009 è caduto il divieto di cumulo tra redditi da pensione e redditi da lavoro, dipendente o autonomo.
Rimangono delle eccezioni. Ad esempio con Quota 100, Quota 102 e Quota 103, si può riprendere a lavorare ma solo una volta compiuta l’età pensionabile (67 anni).
Con Quota 41 per lavoratori precoci (41 anni di contributi versati, di cui uno prima dei 19 anni di età), invece, il pensionato può tornare a svolgere un’attività lavorativa solo al compimento dell’età pensionabile o alla maturazione dei requisiti per la pensione anticipata ordinaria (42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini; 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne).
Ci sono anche dei limiti reddituali da rispettare. Ad esempio, chi percepisce l’Assegno ordinario di invalidità può lavorare, ma riceverà una decurtazione dell’importo della pensione se dovesse superare queste soglie di reddito.
- 25% in meno se il reddito da lavoro supera di 4 volte il trattamento minimo INPS;
- 50% se il reddito supera di 5 volte il trattamento minimo INPS.
Per chi percepisce un Assegno ordinario di invalidità superiore al minimo, la parte eccedente può essere decurtata nel caso in cui l’anzianità contributiva sia inferiore ai 40 anni.
Chi riprende a lavorare dopo essere andato in pensione matura un supplemento di pensione. Grazie al supplemento di pensione è possibile integrare il trattamento che già si riceve con i nuovi contributi versati. Per farlo è però necessario inviare una domanda all’INPS.

Faq sulla pensione
Come influenzerà l’aumento delle pensioni minime gli importi delle altre pensioni?
È previsto un meccanismo di rivalutazione degli assegni pensionistici in relazione all’inflazione. La rivalutazione per il 2024 è stimata al 5,5%, con la possibilità di ulteriore adeguamento. Questa rivalutazione interesserà anche pensioni superiori al minimo. Gli assegni fino a 2.254,93 euro lordi al mese riceveranno una rivalutazione completa, mentre quelli che superano questa soglia avranno una rivalutazione ridotta, che varia in base all’importo.
Chi deve presentare il Modello RED per l’integrazione al minimo della pensione?
Il Modello RED va presentato da coloro che percepiscono solo la pensione, ma rispetto all’anno precedente hanno una situazione reddituale diversa, o coloro che sono esonerati dall’obbligo di presentazione del 730, ma percepiscono comunque rendite alternative come rendite da immobili o da capitali, o ancora da coloro che percepiscono redditi dichiarati in altri modi, come i redditi da lavoro autonomo e occasionale, i redditi da lavoro co.co.co e i gettoni di presenza.
Come posso sapere la data dei pagamenti della mia pensione?
Il pagamento delle pensioni avviene all’inizio di ogni mese, con una data precisa che può variare a seconda del cognome. Puoi controllare il calendario fuori l’ufficio postale o la banca in cui devi ritirare la pensione.
Come posso controllare il cedolino della mia pensione?
Il modo più veloce e pratico per verificare i pagamenti della pensione è attraverso il sito ufficiale dell’INPS. Devi accedere alla tua area riservata con le tue credenziali SPID, CIE o CNS, poi andare sulla categoria Pensione e Previdenza e cliccare sulla voce “cedolino di pensione“. In questo modo, potrai controllare tutte le informazioni relative alla tua pensione.
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