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Pensione per donne casalinghe con e senza contributi: cifre

Pensione per donne casalinghe: ecco quali sono i requisiti per andare in pensione con o senza contributi versati.

Carmine Roca è un giornalista esperto in pensioni e fisco.
Conoscilo meglio

4' di lettura

Pensione per donne casalinghe: vediamo insieme quali sono le opzioni pensionistiche a loro dedicate (entra nella community di TheWam e ricevi tutte le news su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Le donne non lavoratrici possono andare in pensione con e senza il versamento dei contributi previdenziali.

Ne parleremo in questo articolo: se sei interessato all’argomento e vuoi saperne di più, continua a leggere.

Leggi l’approfondimento di lavoroepensioni.it su come funziona la pensione per casalinghe.

Pensione per donne casalinghe con versamento contributi

Il sistema previdenziale italiano prevede due tipi di pensione per donne casalinghe: il primo è legata al versamento dei contributi previdenziali ed è coperta da un fondo di previdenza istituito presso l’Inps nel 1997; il secondo non prevede il versamento di contributi ed è denominata pensione sociale.

Si può usufruire della prima forma pensionistica iscrivendosi all’apposito fondo casalinghe. Si tratta di un’opzione non obbligatoria a differenza dell’assicurazione all’Inail, che protegge la donna casalinga dagli infortuni che può subire tra le mura di casa, ma non dà diritto alla pensione.

L’iscrizione al fondo pensionistico è possibile anche agli uomini, anche se è quasi esclusivamente sfruttato dalle donne. Una volta raggiunta la soglia minima di cinque anni di contributi, si può scegliere di:

  • accedere a una pensione di vecchiaia, con almeno 57 anni di età, oppure arrivare fino a 65 anni, nel caso in cui i contributi versati non risultano sufficienti per maturare la pensione, che sarà pari all’importo dell’assegno sociale con una maggiorazione del 20%;
  • accedere a una pensione di inabilità, nel caso in cui la donna casalinga abbia un’invalidità accertata dall’apposita commissione medica.

Per usufruire della pensione per donne casalinghe con contributi, bisogna rispettare il versamento minimo di 26 euro al mese di contributi (circa 310 euro all’anno). In questo modo si matura un anno di contribuzione.

Per procedere alla domanda di pensione di vecchiaia o di inabilità per casalinghe, bisogna inviare la richiesta sul sito dell’Inps. C’è da chiarire, poi, che i contributi versati nell’apposita gestione separata non possono essere utilizzati per la ricongiunzione onerosa con i contributi di altre gestioni e neppure per la totalizzazione gratuita dei contributi.

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Pensione per donne casalinghe senza versamento dei contributi

Le casalinghe non iscritte al fondo, che non hanno mai lavorato e sono prive di contributi o che non riescono a maturare un numero sufficiente di contributi tali da poter avere diritto alla pensione, possono accedere alla pensione sociale.

I requisiti per usufruirne sono i seguenti:

  • almeno 67 anni di età già compiuti;
  • cittadinanza italiana, cittadinanza europea con iscrizione all’anagrafe del Comune di residenza o cittadinanza extracomunitaria con permesso di soggiorno regolare e di lungo periodo;
  • residenza in Italia da almeno 10 anni (con un soggiorno all’estero di oltre 29 giorni c’è la sospensione della pensione; in caso di sospensione superiore a un anno, è prevista la revoca);
  • senza reddito (non coniugata) o con reddito massimo di 5.983,64 (se coniugata).
Pensione per donne casalinghe
Pensione per donne casalinghe con o senza contributi versati: come ottenerla?

La pensione sociale prevede l’erogazione di 460,28 euro al mese per 13 mensilità. Si ha diritto anche se già beneficiari della pensione di cittadinanza, fino a un massimo di 780 euro mensili.

La pensione sociale subirà una riduzione nel caso in cui il reddito personale della donna casalinga non coniugata sia superiore a 5.983,64 euro annui e nel caso in cui il reddito cumulato a quello del coniuge sia compreso tra i 5.983,64 e gli 11.967,28 euro all’anno.

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